CAPITOLO 23

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Il suo sguardo è un misto tra rabbia e delusione, ira e tristezza. Non riesco a sostenerlo, per la seconda volta.

-Ian..io..

-Claus va via. - il suo tono è freddo e duro.

Claus segue il suo consiglio lasciandomi sola con lui nella dispensa che d'un tratto è diventata glaciale.

Mi fissa con quello sguardo da brividi e per un attimo temo per la mia incolumità.

-Ian..

-Sta' zitta. - si rivolge a me con gli occhi infuocati. -Possibile che non capisci?

So che è arrabbiato e a volte la rabbia fa dire cose che in realtà non si pensano, ma le sue parole unite al suo tono di voce mi offendono.

-Già! - dico seccata, incrociando le braccia al petto e aggrottando la fronte. - Evidentemente non capisco. Vedi, io sono libera di stare con Claus quando mi pare. Non mi sembra che io e te siamo fidanzati, o sbaglio? - le parole schizzano fuori dalla mia bocca una dopo l'altra, rabbiose e tremanti - e non mi sembra nemmeno che tu sia solo. Insomma, dove l'hai lasciata la tua stangona? Cos'è? Aveva appuntamento alla Spa per caso? Era troppo impegnata a mettersi lo smalto per venire alla festa di suo figlio?

Sono così agitata e arrabbiata per questo suo continuo farmi sentire in colpa. Insomma, siamo adulti e vaccinati e se ho voglia di stare con Claus, ci sto quando mi pare.

Poi scorgo qualcosa di diverso nel suo sguardo. Non so cosa sia realmente. Scuote il capo.

-Tu proprio non capisci.

Si volta e va via, ma sono determinata a scoprire cos'era quella cosa che ho visto un attimo fa, nei suoi occhi. Lo inseguo e lo afferro dal braccio, lui mi guarda. È una luce spezzata.

-Possibile che non lo vedi? - mi chiede, arruffandosi i capelli.

-Cosa Ian? Cosa?

-Che io.. - fa una pausa - lascia stare. Va' da Claus.

Gira sui tacchi e va via infilandosi le mani in tasca.

Cosa voleva dirmi?

Perchè mi caccio sempre nei guai? Maledizione!

La festa è giunta al termine e tutti gli invitati hanno ritirato i regalini. Ian li sta salutando e ringraziando uno per uno, sforzandosi di mantenere un sorriso che possa sembrare sincero.

Ora la casa è silenziosa ed io sono ancora qui, in cucina, a sistemare un pò di roba. Vedo Ian distrutto accasciarsi sul divano.

-Susy, torna a casa. - dice alzano la voce in modo che possa sentirlo, ma non mi guarda. -Non c'è bisogno che tu pulisca.

Mi dirigo a passo lento verso il salone e mi siedo accanto a lui.

-Scusa. - sussurro torturandomi le mani.

Lui tiene lo sguardo fisso davanti ma non dice una parola. Resto anch'io così, in silenzio al suo fianco a fissare il nulla.

Poi la sua voce interrompe il silenzio.

-Camille ed io abbiamo appena chiuso le pratiche del divorzio.

Camille? Sarà senza dubbio la donna stangona bionda.

-Per questo non è venuta. - continua con lo sguardo basso.

-Oh, mi dispiace.

In realtà non so cosa dire. Mille possibili frasi scorrono nella mia mente ma le scarto tutte. Meglio tacere. Poi lui mi guarda con uno sguardo che mai avevo visto prima, lo sguardo di chi sa che ha perso ciò che più amava, e mentre le sue sopracciglia si alzano assumendo una curva triste, lo dice.

Dice quel che avevo cercato prima nei suoi occhi mentre eravamo in dispensa, il motivo del suo turbamento. Dice quello che per chissà quanto tempo ha tenuto chiuso nel suo cuore.

Maine love - #wattys2016 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora