Oggi è venerdì, e proprio mentre sto pensando al fatto che Richard non si è proprio fatto sentire in questi due giorni, mi arriva un suo messaggio dove mi chiede di incontrarci per andare a prendere un gelato.
Ovviamente ho accettato, così dopo essermi preparata e tutto, alle 17 sono pronta ad uscire di casa.
Chiudo la porta dietro di me e trovo Richard ad aspettarmi davanti al cancelletto di casa.
Vado verso di lui a salutarlo, e noto che ha gli stessi occhiali da sole neri che aveva l'ultima volta che l'ho visto."Ehy, Char, grazie di aver accettato di uscire con me."
"Ciao Richard, grazie per avermi invitata."
Ci sorridiamo entrambi e ci incamminiamo verso la gelateria.
"Allora.. come stai?" mi chiede.
"Bene, finalmente tra poco la scuola finisce, sento odore di libertà. E a te come va?"
"Bene anche a me.. ma io avrò l'esame di fine anno quindi non sono poi così felice che finisca la scuola!"
"Dai, andrà tutto bene ahaha."
"Oh si, lo spero."Arriviamo in gelateria, prendiamo i nostri gelati, io nocciola e stracciatella, lui nocciola e caffè, e ci andiamo a sedere ad un tavolino.
Mentre divoriamo quel gelato delizioso, parliamo del più e del meno, dei nostri programmi per l'estate, e lui mi dice qualcosa in più sul college in cui dovrà andare.
Dopo decidiamo di andare a fare un giro al parco, e quando ci sediamo su una panchina vedo la sua faccia preoccuparsi. Capisco che vuole iniziare a spiegarmi cos'è successo la scorsa volta, e mi preparo mentalmente a ciò che dirà."Charlie, so che ci conosciamo da solo due settimane, ma io mi sto davvero affezionando a te, anche perché ormai ci sentiamo ogni giorno, e sei quasi diventata indispensabile per me. Ma io so ben poco di te, e tu sai ben poco di me, e vorrei rimediare. Non mi sembra una cosa così giusta da fare in questo momento, ma sento di poterlo fare, quindi o te ne parlo adesso o mai più."
"Mi stai facendo preoccupare."
"Non devi. Io.. non so. Io non voglio che cambi qualcosa tra di noi dopo che ti avrò detto questo. Mi prometti che non cambierà nulla? Che mi guarderai con gli stessi occhi di come mi guardavi una settimana fa?"
"Te lo prometto, ma se non te la senti.."
"Charlie.."
Fa un momento di pausa dove sembra stia elaborando tutto il discorso, così non lo interrompo, e poi inizia.
"Hai presente di quando ti ho parlato di mia sorella, no?"
Annuisco.
"Beh, quando è morta, i miei genitori hanno iniziato a non andare più d'accordo. Ma non per colpa di mia sorella, o mia. Semplicemente si sono resi conto di non amarsi più, si sono accorti che a tenerli insieme era mia sorella con la sua malattia. Così hanno deciso di separarsi, di prendere strade diverse. Mia madre cinque mesi fa se n'è andata di casa, si è trasferita a casa di mia nonna dall'altro lato del paese. Non la sento mai, è come se in qualche modo avesse perso anche me. Mio padre inizialmente non era d'accordo con questa cosa, così ha iniziato a bere, e non ha più smesso. A volte beve così tanto che inizia a picchiarmi o a lanciare cose, ma poi quando gli passa mi chiede sempre scusa. Ormai è diventata una routine: beve, mi fa del male, mi chiede scusa, beve, mi fa del male, mi chiede scusa. Tu adesso mi dirai 'perché non lo denunci?'. Beh perché non voglio, è pur sempre mio padre, ha perso sua figlia e sua moglie, non voglio farlo finire dietro le sbarre a pensare alla sua vita di merda. Tra poco andrò al college e perderà anche me, rimarrà da solo.
Quindi sì, quest'occhio nero me lo ha procurato lui, ma è la cosa più grave che mi ha fatto. Di solito mi dà solo schiaffi o pugni, e appena posso vado a casa di Simon, che mi accoglie sempre a braccia aperte, è come se fosse la mia seconda casa. Ma presto non ne avrò più bisogno."Sono rimasta tutto il tempo ad ascoltarlo, senza mai interromperlo perché ero sicura che se lo avessi fatto, avrebbe perso il filo e non lo avrebbe più trovato.
Non mi aspettavo assolutamente avesse passato tutte queste cose. Sono davvero colpita dalla sua forza, di non lasciarsi andare, di camminare sempre a testa alta. In quel momento non servivano parole, così mi sono letteralmente buttata su di lui per abbracciarlo più forte che potessi.