Passa un'altra settimana, tutto in monotonia, sempre la solita routine: mi sveglio, lavoro, dormo, mi sveglio, lavoro, dormo. Oggi finalmente è domenica, ho la giornata libera, ed io e Meredith abbiamo deciso di andare al centro commerciale.
Facciamo un pò di shopping e poi ci dirigiamo verso una pizzeria per mangiare qualcosa.
"Mhh..è strabuona." dico assaporando la mia adorata pizza.
"Si, davvero, lo shopping fa venire fame. Vado un attimo in bagno, aspettami qui."
Aspetto che Mer torni, continuando a mangiare il mio pranzo. Dopo qualche minuto vedo uscire, più che uscire direi correre, la mia amica dal bagno piena di lacrime.
Mi alzo subito dal posto chiedendole "Mer? Cos'è successo?" Ma n'vedi un pò che non posso nemmeno lasciarla andare al bagno che mi perdo qualcosa.
"Char, andiamocene." mi dice prendendo di corsa la sua roba e tirandomi per il braccio via con lei. Continua a piangere ed io continuo a non capire cosa le sia preso.
"Mi spieghi cos'è successo? Calma, respira, mi stai facendo preoccupare."
"QUELLO STRONZO!" sbraita, "QUELLO STRONZO DI SIMON MI TRADISCE, ERA LÌ CON UNA PUTTANA CHE SI SLINGUAZZAVANO NEL CESSO! IO GIURO SU DIO CHE.."
Le metto una mano sulla bocca per fermarla dal dire qualcosa di cui si sarebbe pentita, e anche perchè la gente nel centro commerciale ha iniziato a guardarci storto.
"Calmati Meredith, respira, e smettila di strapparti i capelli." le dico mentre asciugo le lacrime che scorrono infrenabilmente sulle sue guance.
"Ti rendi conto cosa ha fatto?" mi chiede.
"Si tesoro mio, non crederti che adesso me ne starò qui con le mani in mano eh, ci penserò io a sterminarlo. Adesso andiamo a casa, vieni da me dato che non c'è nessuno a romperci le scatole, e mi racconti tutto."
Mentre ce ne andiamo penso di sentire Simone urlare il suo nome.
Torniamo a casa, ci sediamo sul mio letto, e lei inizia a piangere di nuovo con la testa sulle mie gambe mentre io le accarezzo i capelli. A cosa servono le amiche se non a sostenersi nei tempi peggiori?
"Sfogati, piangi, urla più che puoi, adesso nessuno ti sentirà."
Prende un cuscino, ci schiaffa la testa sopra, e da un urlo che non ho mai, ma mai, sentito uscire dalla sua bocca. Simon me la pagherà, lo avevo avvertito.
"Mi ha tradita, non ci posso credere, chissà da quanto tempo. 'Sto stronzo. Come ho fatto a non accorgermene? Come? Ho percaso dei prosciutti sugli occhi? Questo è un incubo."
"Non ci posso credere nemmeno io, ma sei sicura che fosse lui?"
"Ti pare che non so riconoscerlo?" viene fermata dallo squillare del suo cellulare, "oh, ecco, vedi? Mi sta chiamando." sbatte il telefono sul letto. "HA ANCHE IL CORAGGIO DI CHIAMARMI! STO STRONZO." sbotta mentre lancia il telefono sul pavimento.
Lo prendo con calma, lo spengo, e lo poso sul comodino accanto al letto mentre la mia amica continua a disperarsi."Non preoccuparti, andrà tutto bene." le dico mentre le accarezzo i capelli.
-
Sono ormai le 6:30pm quando Meredith si sveglia dal suo sonnellino. Nel frattempo le ho preparato una cioccolata calda e dei film da vedere."Ti senti meglio?" le chiedo.
"Non penso. Stava andando tutto bene, perché lo ha fatto? Perché alle mie spalle? Se ho fatto qualcosa di sbagliato poteva dirmelo e avremmo risolto insieme. Cos'ho che non va?""Queste sono domande alle quali solo lui può risponderti. Mi dispiace tantissimo che tu abbia dovuto vedere quella scena e sinceramente ti direi anche che non ti merita affatto e preferirei che tu non lo incontrassi più. Forse non ha capito quanto vali, ma se vuoi davvero capire cosa è successo allora dovrai parlare con lui." le dico.
"Hai ragione, passami il telefono." dice.
Glielo passo e la vedo accenderlo per poi scorrere tra i messaggi."Mi ha scritto." dice mentre mi passa il suo telefono.
"Mer ti prego, rispondi."
"Ti posso spiegare."
"Non è come credi."
"Meredith ti prego mi dispiace tantissimo."
"Perdonami."
è quello che leggo tra i messaggi.Sospiro, le ripasso il telefono e la abbraccio fortissimo quando vedo altre lacrime scorrere sul suo dolce viso.
"Io credo di amarlo." sussurra.Il mio cuore si spacca in due e vorrei tanto prendere almeno un po' del dolore che sta sentendo lei.