Quella casa era classica.Aveva le pareti verniciate di un bianco fantasma,soprammobili eleganti e raffinati e foto sparse un po' ovunque. Alison buttò la sua giacca sul suo divano in pelle bianco e lei-di conseguenza-si buttò su di esso.Io rimasi in piedi d'avanti all'uscio di casa sua,guardandomi in torno e sentendomi a disagio "Puoi sederti...se ti va."Non sapevo che fare,Rimanere o no?Questa sconosciuta mi faceva sentire come non mi sono mai sentita prima,Come centinaia di farfalle nello stomaco,come un arcobaleno nella nebbia.Insomma...Strana.Volevo sapere più di lei,volevo sapere cosa gli piaceva fare,cosa faceva in quel bar,e se è lei la "tiranna Alison" di cui si parla tanto.Mi diressi verso quel divano,passo dopo passo,la schiena era quasi in frantumi.Mi sedetti piano piano,accanto a lei."Quindi...Come va la testa?Cioè...insomma,ti fa male?"Bella mossa Fields."Abbastanza,Mi faresti un favore?" "Dimmi pure"Alison puntò con il braccio il mobiletto accanto al camino"Nel cassetto del mobiletto ci sono le aspirine,puoi prendermene una?"Guardai verso il mobiletto,dello stesso colore delle pareti con rifiniture in bianco-metallo"Certo"Mi alzai con fatica da quel divano,le mie gambe barcollavano,feci finta di non sentire il dolore pugnalare sulla mia schiena,aprì il cassetto e vidi le aspirine di quelle che venivano prese senz'acqua,ne presi una bustina e chiusi il cassetto.Mi avvicinai al suo viso,quasi completamente sfinito"Ecco...Alison"Lei prese la bustina,la aprì e se la 'scolò' tutta."Grazie..."Sorridendomi.Tornai a sedere sul divano,accanto a lei "I tuoi genitori dove sono?"gli chiesi "sono fuori per delle commissioni"mi disse "torneranno tra qualche giorno" "ah,bene...Allora i-io,vado"Alison cambiò il suo sguardo,come intristito"ah,d'accordo..."
Mi alzai sempre faticando e mi avviai verso la porta"aspetta!"Disse Alison"Non mi hai detto ancora come ti chiami..." "Emily,Emily Fields" Varcai l'uscio di casa e chiusi la porta.