We Are The Choice Of Destiny

Capitolo 2

Kate's POV
Mi svegliai con la colazione già pronta, sul comodino. Chiamai Amber per fare colazione con lei.
"Buongiorno patata, ti piace la colazione?"
"Ma buongiorno gallina, sì è buonissima, ma non voglio mangiare senza di te"
"No ti prego davvero, mi sono sentita male stanotte, non voglio mangiare"
"Sei seria?"
"Yes patata"
"Se la metti così" presi il cornetto al cioccolato e lo addentai
"Vieni e mangia dai" dissi mettendo la testa su un lato
"Buon appetito Kate" disse andando nell'altra stanza.
Finita la colazione misi qualcosa addosso e andai fuori, dov'era andata Amber poco tempo prima di potermi vestire.
"Bum bum" la feci girare dietro di sé per vedermi arrivare
"Holaa" disse alzandosi dall'altalena
"Che facevi là tutta sola?"
"Riflettevo..."
"Su?"
"Tutto..."
"Non so cosa, e non voglio neanche che tu me lo dica, sappi solo che qualunque cosa sia io sarò accanto a te a sostenerti"
"Sei così perfetta sorellina mia" mi disse abbracciandomi
"No, non è vero"
"Non contraddirmi"
"E che guerra sia"
"No apparte gli scherzi, dobbiamo prepararci, dobbiamo andare a fare i biglietti"
"Yeeeyyy vado a vestirmi"
"Vai io ti aspetto qui"
"Sai cosa? Oggi voglio assomigliarti, vieni con me, mi vesti tu e mi trucchi tu"
"Sei pazza? Io faccio fatica a truccare me stessa figuriamoci truccare te" mi disse ridendo
"Pff, non fare storie e vieni qui"
"Va bene signor capitano"
Amber's POV
Le feci indossare una maglietta grigia,lunga dietro e più corta davanti,dei jeans neri skinny e delle all star bianche. La truccai con matita, eyliner e rossetto rosso fuoco,poi le passai la piastra sui capelli e le feci una coda alta, con un piccolo ciuffo lasciato libero.
"Eeee finitoooo" dissi facendola girare su sé stessa allo specchio
"Maddiomio ma tu mi spieghi che magia hai fatto?"
"La magia della schifezza, ti piace?"
"Simpatica. Ha. Ha. Ha. No apparte gli scherzi è bellissimo"
"Uuh, grasias"
"Uuh, priegos (?)"
"Scema sei"
"Grazie anche io ti amo"
"Prego anche io ti odio"
"Ma sei stata tutto il tempo a preparare me e adesso non hai tempo per te oddio scusami"
"Ma tranquilla scemotta, faccio subito io"
Mi preparai velocemente. Lo stesso trucco di Kate,una treccia di lato e più o meno lo stesso outfit di Kate,ma colori diversi. Maglietta nera,jeans bianchi e all star rosse. Sembravo una zebra isanguinata.
La madre di Kate arrivò finalmente.
"Dai ragazze andate in macchina" disse con il solito sorriso, mi confortava, mi faceva sentire a casa.
Dopo qualche ora ritornammo a casa, i biglietti erano stati prenotati per 2 settimane dopo. Presto eh.
Mi cambiai velocemente e mi buttai sul letto,ero davvero distrutta
"Stanca gallinella?" Mi disse Kate sedendosi accanto a me
"Patata peggio del ciclo. No scherzo, quello è la peggio cosa del mondo almeno per me."
"Lo so, gallina, lo so."
"Buttati sul letto" disse 5 minuti dopo
Si buttò sopra di me e si mise a ridere
"Che ti ridi? Sono io quella che è stata schiacciata"
"Bruuum bruuum"
"Seh, certo."
"Dai buona notte"
"Finalmente dio santo, buona notte"
"Ma pff"
Si addormentò velocemente, io invece mi addormentai verso le 2 di notte, non potevo dormire, ma finalmente dopo un bel po di tempo ce la feci.

*mattino*
"Buon giorno piccola stella" le sussurrai all'orecchio per svegliarla
"Ma buongiorno perfezione di ragazza"
"Seeeeh, credici bella."
"Infatti ci credo"
"Mi hai spiazzata"
"Lo so"
"Ma ricordati che siamo come gemelle, e se tu spiazzi me io spiazzo te, anzi ti spiazzi da sola..quindi ciaoo"
"Cattiva sei"
"Ti stai dicendo da sola che sei cattiva" dissi sorridendo
"Pff..." si mise davanti allo specchio
"Ma non vedi quanto sono brutta? Non so neanche perché ho un fidanzato"
"Non sei brutta, sei bellissima, perché ti vedi brutta? Sei una bonazza della madosca!" Dissi ridendo
"Bugiarda"
"Stai dicendo adesso una bugia, cioè che io sono bugiarda"
"Stai mentendo sopra a questo: io  non sono bugiarda perché ti ho detto che sei bugiarda"
"Menti, guarda che ti sta crescendo il naso"
"Seh ok"
La 'battaglia' finì in un abbraccio...
"Ti voglio bene" le sussurrai prima di andare in giardino a riflettere... I miei non si erano neanche più fatti sentire...
Non mi importava più di loro due ormai, non lo avrei più visti, mai più. Ero felice per questo.