capitolo 11

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Mi rifiutavo con la mente di analizzare ogni singola parola pronunciata da quella signora: quella signora dal volto quasi misterioso ai miei occhi.
Nelle settimane successive le cose sembravano andare decisamente molto meglio: sembrava che i soldati cattivi fossero diminuiti e quei pochi che erano rimasti in quello squallore di struttura tendevano a fare pochi controlli e davanti a tutta questa 'libertà' io e altri bambini poco più grandi di me iniziammo ad abbandonare tutti quei lavori forzati che di giorno in giorno ci distruggevano!
Si sentiva che il clima era davvero migliore rispetto a prima, e questo mi permise di legare un po di più con qualche bambino.
Stavo per l'appunto facendo amicizia con il bambino che tutti chiamavano 'il solitario', era solito a isolarsi e iniziare a piangere quando i soldati senza guardare in faccia nessuno davano compiti eccessivamente duri a chiunque capitasse loro davanti!
Quel bambino sembrava essere tale e quale il mio fratellino: sensibile.. o almeno così lo descrivevano i miei genitori!
Nel parlare con il bambino 'solitario', un bimbo davvero piccolo e con gli occhiali sul suo nasino a patata tra l altro tutto spellato si avvicinò molto velocemente a me senza farsi vedere dalla sua mamma..
A vederlo da lontano non sembrava un bambino molto sano: il viso e le mani erano praticamente ricoperte da profonde ferite! Eppure mi raggiunse con una velocità tale da farmi ricredere della sua salute fisica!

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