capitolo 15

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I giorni passavano e l'autunno era alle porte; quell'arietta quasi innocua di metà Settembre fece rabbrividire il mio corpo.
Posai gli occhi sui miei nudi pettorali per vedere la reazione che provocava quella brezza sulla mia pelle.
Avevo la pelle d'oca: dei 'pallini' ricoprirono per qualche secondo il mio petto.
Erano secoli ormai che attendevo il mio turno!
Insieme ad altri ragazzi mi trovavo in fila e con grande frenesia attendevo che mi venisse dato almeno un tozzo di pane! Perlomeno da arrivare sazio a sera.
Allungai l'occhio verso il sacchetto contenente cibo: erano rimaste solamente quattro misture.
Dubitavo che sarebbero bastate per tutti.
'Un pezzo in piú a questo giovanotto!' impose il soldato al suo collega.
L'uomo dinnanzi a me dalla divisa quasi impeccabile inizió a osservarmi con molta attenzione dalla testa ai piedi.
Mi sentivo come messo al microscopio: speravo di non dare alcun segno di timore davanti a questa sua 'esaminazione' improvvisa o ne avrei pagate presto le conseguenze.
I suoi occhi color celeste e gelidi come il ghiaccio avanzarono verso di me.
Respirai a pieni polmoni.
Tutto tacque.
Ogni rumore aveva paura di infrangere il silenzio.
I pensieri assordavano il mio cervello su quello che sarebbe potuto accadere negli istanti successivi.
'Touchè' si sbrigó a dire un soldato allungando il pane verso le mie mani.
Quel Sant'Uomo mi salvó da una situazione dalla quale ci ho rischiato la pelle.
'Grazie tante' pronunciai con il cuore in gola.
Tremante come una foglia me la diedi a gambe levate.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 15, 2020 ⏰

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