"Non puoi chiedermi di fare questo, Bella." Ha gli occhi dilatati per l'ansia.
"Posso, invece, e tu lo farai. Andiamo."Lo precedo lungo la strada trafficata, e so che mi segue poco dopo, sento l'eco inconfondibile dei suoi passi al mio fianco. Mentre passo davanti ad una vetrina capto il mio riflesso.
Una donna alta con addosso un abito accollato e aderente in vita di un rosso ricco e acceso ricambia la mia occhiata.
Il mantello che ho addosso accompagna il mio passo sostenuto.
Ho un rossetto che è quasi dello stesso colore del vestito, mi è sempre piaciuto metterlo da ragazza, poi ho smesso.
Adesso lo indosso di nuovo, di tanto in tanto. Lucius arranca nella mia scia, sfrecciando vicino al mio riflesso prima di prendere a camminare al mio fianco.
Non so perchè non mi pianti in asso, invece di seguirmi ancora quando svolto in un vicoletto sulla destra. Siamo a Diagon Alley, la parte dedicata ai pub e ai ristoranti, piuttosto lontani dal Velvet.Lucius ha spalancato lentamente la bocca in una autentica espressione di orrore quando questo lunedì pomeriggio gli ho annunciato che stavamo uscendo per una breve visita in un certo albergo di Diagon Alley.
Ho fatto qualche ricerca e mi sono informata a dovere, il posto deve essere questo, e a giudicare dal rumore di piatti e di voci che viene da questa porta aperta di fronte a me, direi che ci siamo.
Sento confusamente che sto per fare una stupidaggine, ma sono assolutamente convinta e decisa ad andare avanti.
Lucius freme al mio fianco, in un misto strano di vergogna ed estremo tentativo di assumere un contegno rigido.
Varchiamo insieme la soglia.
Sento anche, altrettanto confusamente, che è la cosa giusta da fare.
Due ragazze con le maniche sollevate e le bacchette in mano dirigono un grande flusso di piatti e scodelle che marciano compatti sopra la nostra testa. I loro volti sono rossi e sudati, si voltano a squadrarci sorprese quando ci avvistano.
Scivolano sull'abbigliamento ricercato di Lucius e anche su di me. Curioso come la gente riesca a capire il lavoro che faccio da una semplice occhiata, quando passo per la strada.
Eppure io mi comporto normalmente.
Chiedo brevemente qualcosa alla ragazza che mi guarda con più insistenza, una biondina che mi arriva alla spalla. Lei mi indica un punto in fondo al grande stanzone delle cucine.Raggiungiamo un turbine di piatti e di scodelle che si danno il cambio per tuffarsi nell'acquaio in una fila ordinata e lei è lì, spicca come carbone sulla neve con l'incendio dei capelli trattenuto da un fazzoletto. Alcune ciocche ribelli le ricadono davanti al volto.
"Forza..." dico a Lucius e muovo un passo, lo sento emettere un basso gemito.
Si porta al mio fianco senza spiccicare parola, posso sentire la sua tensione, il suo imbarazzo, d'altra parte non penso che si sia trovato prima in vita sua ne' in una situazione del genere, ne' nella cucina di un locale pubblico. Penso che scenda una volta l'anno anche nelle cucine del suo Manor.Ginevra Weasley si volta a squadrarmi sorpresa, poi insospettita, sostiene il mio sguardo, poi i suoi occhi scivolano con un guizzo verso Lucius.
Parla guardandomi dritto in viso.
"Posso fare qualcosa per lei?"
Naturalmente, la Weasley sa chi sono, lo sa perfettamente.
Il suo viso si irrigidisce mentre attende la mia risposta."Oh, ci vorrà solo un attimo. C'è qui un signore che intende porgerti le sue scuse."
La sorpresa dilaga nel volto di Ginevra Weasley, i suoi occhi schizzano da me a Lucius, non spiccica parola.
Così continuo, perché sento Lucius farsi avanti alle mie spalle, impacciato...sono stata chiara anche su questo.
Adesso l'intero locale ci guarda, gli incantesimi che tengono sollevati i piatti e li fanno ruotare continuano ad insaponarli senza sciacquarli, penso assurdamente che verranno più puliti che mai mentre dico: "Non qui, fuori."Lucius emette un altro gemito doloroso ma non può fare altro che seguirmi mentre mi avvio verso la porta delle cucine.
A metà strada mi volto a squadrare la Weasley, che ha l'aria più attonita e confusa che mai. Capisce che deve seguirmi e mi raggiunge, esitante, sempre squadrando Lucius con sospetto.
Ci seguono anche tutte le persone che si trovano nella stanza, ora le sento fremere di curiosità. Usciamo in un bizzarro corteo nella strada principale, trafficatissima e affollata.Mi fermo praticamente in mezzo al marciapiede, in mezzo agli sguardi curiosi, e dico a voce alta e sostenuta, mentre la gente delle cucine mi si è raccolta intorno a semicerchio: "Qui va benissimo."
Ginevra Weasley è impalata, ferma al suo posto, con l'aria di chi si chiede se è tutto un sogno.
Indossa una pratica tunica da lavoro bagnata sul davanti, e un fazzoletto viola squillante sulla testa, in questo momento non voglio sapere perché una persona brava come lei nel duello abbia provato questi lavori, per di più lei appartiene alla fazione che ha vinto la guerra, invece indietreggio, in modo che la folla faccia ala a Lucius e a Ginevra.
Lei ora lo soppesa con sospetto.
Sa cosa fare, l'elegante Lord Malfoy con il suo costoso mantello e il completo che gli fascia i fianchi, lo sa e non perde tempo, ha l'aria di chi pensa prima finisce tutto, meglio è.
Si inchina alla Weasley, e mentre la sua schiena si piega, i suoi capelli chiari gli ondeggiano davanti al volto e tutti presenti mandano un verso di sorpresa.
Ormai si è formato un vero ingorgo, abbiamo intorno una vera e propria folla, in più anche altri passanti ignari si stanno aggiungendo al capannello.Non ci saranno tutti i maghi di Londra a guardare, certo...ma di sicuro chi vede ne parlerà.
"Ti chiedo umilmente perdono, Ginevra Weasley, figlia di Arthur Weasley."
Così. A voce alta e potente.
Altra esclamazione da parte della folla, qualcuno addirittura applaude. Lucius è ancora curvo di fronte alla ragazza con i capelli rossi, che adesso mi fissa, rossa come un papavero.
"Mi sono comportato in maniera spregevole."
Si è alzato ora, e fissa a sua volta la ragazza con espressione calma e rassegnata.
Ginevra Weasley si schiarisce la gola tornando a voltarsi verso Lucius e risponde un semplice, incolore: "Ok."
Il suo stupore ha lasciato spazio ad una forma di trattenuta, euforica incredulità.
L'uomo biondo alto e sottile di fronte a lei allunga una mano e lo sguardo delle ragazza si colma ancora di freddo sospetto...poi la vedo porgere la sua, esitante.
Lucius sa che non deve stringerle quella mano, sa che deve salutare le signore come si fa tra gente del suo rango, lo sa bene.
Così afferra delicatamente la mano screpolata di lei nel guanto nero e lucido e china il capo sul dorso, sfiorandolo appena con le labbra.
Ginevra Weasley spalanca sonoramente la bocca, e così la folla che ci circonda.
* * *
"Oh, non temere, è stata una buona mossa a livello politico, vedi la faccenda in questo modo se il ricordo ti è insostenibile. Non ti scordare da che parte abbiamo combattuto l'ultima guerra..."Sto dicendo pacata ad un Lucius che cammina al mio fianco, per riaccompagnarmi al Velvet.
Da prima è di un umore abbastanza strano, non ha ancora detto mezza parola.
Arrivati in camera mi si getta addosso senza darmi il tempo di parlare. Ci baciamo di nuovo.
Il fuoco nella mia stanza è stato acceso, crepita basso e familiare, gli infiamma il volto.
"Va bene, ammetto di aver sbagliato."
"Oho!" sussurro sul suo viso, mentre il suo fiato caldo va e viene.
Lo sto baciando, sto baciando un cliente, un accidenti di maledettissimo cliente penso mentre le sue labbra scarne mi raggiungono ancora, poi non penso più a niente, lui mi passa le mani dietro la schiena, slacciandomi la chiusura dell'abito rosso.
"Adesso che l'hai detto questa estate nevica."
"Spiritosa..."
Sussurra mentre abbassa il volto su di me per lambirmi le clavicole e il collo con piccoli baci.
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The Velvet Rose
FanfictionA volte, sopravvivere ad una guerra non è propriamente un bene. Per esempio se ti chiami Bellatrix Lestrange, Mangiamorte. Per esempio se quella guerra l'hai persa.