Per la prima volta, quel lunedì pomeriggio mi guado bene allo specchio, soffermandomi a lungo.
Ho appena fatto colazione e so che Lucius sarà qui, come al solito, come ogni lunedì. Fisso il mio riflesso, questa mia faccia che è cambiata così poco e così tanto dalla fine della guerra. Il mio sguardo è rimasto lo stesso di sempre, trasuda arroganza, e niente hanno potuto le sottili, inclementi rughe ai lati del mio volto.Qui dentro non c'è un limite di età preciso oltre il quale si deve smettere di lavorare, ma direi piuttosto al Velvet Rose si smette per passare alla parte amministrativa quando ci si accorge che la biacca e il rossetto non sono più sufficienti a coprire i segni del tempo... come la tenutaria.
Oppure, si finisce per guadagnare quel tanto di potere che basta per ritirarci alla pura e semplice gestione del denaro e delle ragazze nuove, per ritirarci come dire a 'vita relativamente più tranquilla'.
Qualcuno, certo molla o sparisce nel nulla. Non sono poche quelle che lavorano fin quasi alla fine dei loro giorni, certo non come me ora, in una camera del Velvet.Se sei abbastanza brava, riesci a fare la tua sporadica comparsa in società, ed a mantenerti qualche cliente affezionato che non vuol saperne nulla di fare a meno di te... e poi naturalmente ci sono quelli ossessionati solo dalle donne e dagli uomini che hanno passato la cinquantina.
Mi chiedo non senza un lampo di turbamento se diventerò lentamente come Marie, una parigina con ipnotici occhi azzurri evidenziati dal nerofumo e le labbra ormai svuotate dell'antica pienezza.
Ah queste mie labbra aggressive, secche e poco riverenti.
Non so perché faccio tutti questi pensieri, perché non mi lascio in pace. Forse è per via del fatto che gli occhi di Draco mi bruciano in mezzo al petto, tormentandomi.Per la prima volta mentre sono nuda indugio davanti allo specchio osservandomi più del dovuto, sarà per quello che è successo a Draco, non mi rendo conto di provare angoscia finché non incontro il luccichio del mio stesso sguardo in quel bagno denso di vapore.
I miei seni sono un miracolo strano, hanno leggermente ceduto alla forza di gravità, certo lo vedo dal mio profilo inclemente, ma al tatto sono ancora sempre sodi e pesanti, per niente svuotati o prosciugati della loro forma.
Il mio viso squadrato mi ricorda moltissimo quello di mia madre, e si adesso rendermene conto mi stupisce, e mi fa tornare alla memoria lei.
Il mio corpo è ancora una curva lunga e sottile, nonostante il mio ventre piatto tenda ad incavarsi verso l'interno. Vedo una ciocca bianca sulla mia nuca, la tiro su insieme agli altri capelli mentre me li raccolgo con un grande spillone laccato di verde.Per un attimo mia madre è lì, davanti allo specchio che mi guarda...anche lei era come me. Una donna alta e sottile, cui l'età ha scavato il volto senza poterlo mai distruggere.
Per qualche ragione mentre mi decido ad uscire dal bagno penso anche a Sirius... il più turbolento dei miei cugini. Se fosse invecchiato, come sarebbe ora?
Mi chiedo quando la gente smetterà di chiedere di me, quando infine mi passeranno avanti i piccoli e le piccole ' bocciolo di rosa' che continuano ad arrivare in questo posto... forse un giorno non avrò più clienti che mi guardano con un luccichio selvaggio negli occhi, dicendomi non posso credere che sto fottendo proprio quella cagna della Lestrange, facendomi rimpiangere di aver smesso di freddare la gente come un tempo. Yvonne, una vecchia ragazza del Velvet che ha cinque anni più di me ha dato le sue dimissioni ieri. Ora ha un amante, le ha comprato una villa fuori Londra.
Mi vesto, scelgo un rossetto scarlatto, il primo cliente viene accolto dal mio sorriso distante.
Penso a tutte le cose magiche e pericolose che ho fatto per emulare il mo signore... compreso imbarcarmi a mia volta nella ricerca di una vita eterna al suo fianco. Non ci sono mai riuscita, non ho avuto il tempo materiale...e ne sono sollevata,ora.
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The Velvet Rose
FanfictionA volte, sopravvivere ad una guerra non è propriamente un bene. Per esempio se ti chiami Bellatrix Lestrange, Mangiamorte. Per esempio se quella guerra l'hai persa.