Fisso la soglia, questo martedì pomeriggio.... non riesco a spiccicare parola.
Mi è venuto qualcosa da dire subito veramente, e con molta spontaneità: Non se ne parla nemmeno, Draco. Mi sono morsa la lingua, però ed ora lui è lì, in piedi nel suo completo scuro.
Non riesce a staccare gli occhi dal mio reggiseno - quel giorno indosso un intimo maledettamente ridotto che adesso dare volentieri alle fiamme, mentre gli occhi di mio nipote, il figlio di mia sorella mi fissano.Qualcuno grida in strada, passando sotto la mia finestra... non è rivolto a noi, quella specie di avvertimento ma ha il potere di riscuotere Draco.
Alza gli occhi fino al mio viso... in quegli occhi pallidi c'è una timidezza che lacera, spacca. Mi muovo, alzandomi dal letto. Mi avvicino a lui, sempre senza parlare. Sbircio dietro le sue spalle inguainate nella giacca nera...poi lo fulmino con lo sguardo.
"Hai pagato una mezz'ora, Draco. Che accidenti vuoi?"
"Io..." Ma non riesce ad andare oltre.
Fisso quel viso pallido ed appuntito, ora c'è qualcosa di doloroso sopra, come una specie di ombra, o un grido inarticolato che lentamente muoia prima di poter trovare voce.
Che diavolo succede?All'improvviso Draco, mio nipote beve la curva del mio seno come un lupo famelico, ma non sembra desiderio di un cliente il suo, non assomiglia a nient'altro di comune lì dentro...somiglia a... ma non voglio pensarci.
Improvvisamente l'insoddisfazione è così pesante, così greve tutto intorno a lui da risultare palpabile. So che è sposato, e che ha anche un figlio... ma non sembra ne' felice, ne' sereno in questo momento. Rifletto sull'ultima volta che mi sono trovata faccia a faccia con lui, c'era anche suo padre, che in effetti ho visto ieri. Mi chiedo se la presenza di Draco qui abbia qualcosa a che fare con Lucius... poi, senza alzare lo sguardo lo sento parlare ancora, lentamente."Mio padre si è trasferito. Non vive più da noi... hanno rotto. Si dice così, no in breve? Ora è nella sua villa di Londra."
Per un attimo lo shock è così potente da annullare tutto il resto.
Mi rendo conto di aver spalancato lentamente la bocca, metabolizzando quanto le mie orecchie hanno appena trasmesso al mio cervello...uno strano groppo mi serra la gola, ma Draco non esige una replica, da me perché continua a parlare."Le cose non andavano bene da un po'... è storia vecchia. Dalla fine della guerra, loro...loro non erano più gli stessi, ecco."
Giocherella con un bottone della sua giacca, il suo sguardo umido va dal mio seno al pavimento. "Che cosa vuoi da me, Draco? Cosa posso farci io?"
Sbotto un po' troppo acidamente, facendolo trasalire. Alza su di me uno sguardo determinato, quasi dolente. Vedo le sue labbra sottili aprirsi...
"In effetti, niente. Zia, sei..."
Ha un piccolo colpo di tosse, la mano vola velocemente alla sua bocca, poi ricade. Non finisce la sua frase, ma torna a fissarmi con strani occhi lucidi.
Sospiro.Mi sta venendo voglia di ridere, devo trattenermi. Questa vita mia ha cambiata in un modo che non immaginavo, non sognavo neppure. Sento il mio sguardo vagare in modo professionale su di lui, cercando di decifrare la sua espressione. Qualcosa di gelido spazza via il pensiero di Lucius dalla mia mente. Il contatore, alle spalle di Draco si impone nella mia visuale, ora.
Non mi piacciono i clienti che tenteranno, che non sanno cosa vogliono, e non mi va a genio l'idea che Draco sia venuto fin qui, abbia speso quasi trenta galeoni per dirmi che Lucius e mia sorella hanno rotto. Sento la voce uscirmi dura, questa volta non me ne rammarico.
Voglio bene a questo ragazzo, sa il cielo se non gliene voglio, ma c'è qualcosa nel suo atteggiamento, in quelle spalle appena curve che mi irrita profondamente."Te lo tiro fuori, Draco?"
La reazione è immediata e non è quella che mi aspetto. Le sue spalle si raddrizzano, il suo volto pallido mi pianta quegli occhi chiari addosso, e...
" Si, ti prego."
Non vedo e non sento più niente, e soprattutto non ci capisco più niente.
Ricordo questo ragazzo a sedici anni, con un compito disperato da assolvere, egli stesso l'immagine stessa della disperazione sotto la maschera della sua spavalderia. Il mio braccio scatta meccanico in avanti, sul primo bottone dei suoi pantaloni. Non mi sembra molto diverso dai tempi di Hogwarts, adesso.Lo vedo chiudere gli occhi e sospirare allungando la mano destra in una carezza sul mio collo. Improvvisamente, in quel gesto esplode la spiegazione di ogni cosa. "Draco... no, tesoro davvero..."
Alzo le mani, gli circondo il volto, lo obbligo a guardarmi. Ha gli occhi umidi, decisamente. Lacrime sul ciglio...
"Io sono la zia pazza, Draco. Sono un brutto, pessimo elemento... Draco questo è un bordello..."
Non so perché lo dico, ma lui ne sembra colpito come da uno schiaffo. Vedo il suo viso accartocciarsi nelle mie mani, e mi strazia il cuore il modo in cui le lacrime finalmente escono." Io ti amo da sempre."
Sibila, uccidendomi, e non se ne sta neppure zitto, no... mentre si strappa la giacca in fetta e furia, come colto da un raptus continua: "Una volta sola... una singola maledetta volta... poi potrai ridarmi i soldi se lo desideri, poi non mi vedrai mai più, ma per favore per favore..."
Lo raggiungo, mi curvo su di lui. Gli chiudo la bocca con un bacio.
Il sapore delle sue lacrime è sotto la mia lingua, ora. In quel silenzio sospeso, assurdo fatto di parole troncate di netto la sua eccitazione divampa come un fuoco irragionevole, lo sento cingermi i fianchi come se ne andasse della sua stessa vita...mi rendo conto con orrore di averlo baciato sl serio mentre precipitiamo entrambi sul letto, lui sopra di me, e i suoi baci vanno dappertutto, come le sue lacrime.
* * *
Draco se ne va come un normale cliente, io insisto per ridargli i suoi soldi. Chiude la porta con le spalle un po' più dritte e il volto più sereno.
Ora la stanza è piena delle sue parole, soprattutto le prime che ha pronunciato. Mi sento una creatura infima, la più terribile del mondo mentre ripenso a ciò che ha detto su Lucius fissando il riflesso rosso della tenda baciata dal sole sul mio soffitto.
Draco è venuto fin da me a dirmi che mi ama, forse era così evidente, adesso so che era evidente come un urlo perenne a squarcia gola, e so anche di non essermene mai accorta, prima impegnata com'ero a sterminare i nemici del Signore Oscuro... e io non riesco a smettere di pensare a suo padre.Non mi sento in colpa, ho solo un retrogusto terribile, amaro che per quel giorno mi fa fare una pausa più lunga del solito.
Assurdamente non riesco a smettere di pensare a Lucius. Questa sciocca assurda euforia simile alla paura si è impossessata di me. Mi domando come farò per il resto della settimana... per il resto della mia vita.
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The Velvet Rose
FanfictionA volte, sopravvivere ad una guerra non è propriamente un bene. Per esempio se ti chiami Bellatrix Lestrange, Mangiamorte. Per esempio se quella guerra l'hai persa.