1

1K 38 9
                                    

Come ogni mattina, alle 7 in punto, il cellulare appoggiato sul comodino iniziò a vibrare e dopo qualche secondo la suoneria squillante della sveglia interruppe bruscamente il sonno di Dakota. Indolenzita e ancora sognante si alzò svogliatamente dal letto e si recò in cucina per fare colazione con la solita tazza di caffè, senza latte e senza zucchero.

"Buongiorno tesoro" salutò la madre di Dakota entrando in cucina e posandole le morbide labbra rosee sulla fronte. Indossava un abito floreale svolazzante e uno chignon spettinato raccoglieva la chioma bionda di capelli. "Oggi è proprio una bella giornata, non trovi?"

Dakota cominciò a fare zapping sulla piccola televisione cubica appoggiata su una mensola di legno scheggiata dal tempo, senza degnare di una risposta la madre. Dalle tendine verdi menta della cucina si intravedeva il cielo plumbeo di Londra che intimidiva il sole, spazzando via ogni pallida speranza dell'arrivo di una bella giornata.

Dopo aver lavato pigramente la tazza della colazione si diresse verso la sua camera da letto, lasciando il presentatore televisivo parlare da solo. Dakota diede uno sguardo veloce alla finestra della camera, le grosse gocce di pioggia avevano iniziato a rigare i vetri della casa e il fruscio della pioggia sugli alberi zittì il canto degli uccelli mattutini. Sfilò dall'armadio una gruccia un paio di jeans lesi sulle ginocchia e una felpa nera troppo grande per la sua taglia. Si recò in bagno per lavarsi i denti e pettinò velocemente con le dita e capelli rossi scompigliati. Scendendo le scale Dakota si accorse dalla porta lasciata socchiusa che la madre era uscita di corsa per andare al lavoro. Era una donna single che dedicava la sua vita al lavoro e alla cura della casa, Dakota l'ammirava molto ma non trovava mai né il tempo né le parole per dirglielo.

Indossò l'impermeabile e gli stivali di gomma, come ogni mattina prima di uscire di casa a causa del solito e monotono tempo londinese, s mise lo zaino nero in spalla ed uscì soprappensiero di casa. Salì sulla sua vecchia automobile verde e appena la mise in moto, come ogni volta, il CD della sua band preferita partì a tutto volume facendola trasalire. Abbassò il volume a 5 e accese i tergicristalli che iniziarono a spazzare velocemente le gocce di pioggia. Dakota abitava a pochi isolati dalla scuola ma odiava prendere l'autobus affollato da ragazzini scalmanati tanto quanto non sopportava camminare sotto la pioggia. Percorrere quella breve distanza nella sua macchina, con la sua musica preferita e soprattutto senza nessuno seduto di fianco a lei, le sembrava un ottimo compromesso per iniziare la giornata. 

Arrivò al parcheggio della scuola e per prepararsi alla corsa sotto la pioggia iniziò a fissare il punto di "salvezza" sotto i portici davanti all'ingresso, come quando un corridore focalizza il traguardo finale. Improvvisamente si accorse che incastrato sotto il tergicristallo c'era un foglio di carta, "davvero qualcuno è interessato a comprarsi questo rottame?" Pensò fra sé e sé divertita. Uscì dalla macchina e lo raccolse con l'intento di fare tappa al cestino dell'immondizia per buttare il volantino prima di arrivare sotto i portici della scuola. Stava per strapparlo quando Dakota si accorse che non era pubblicità, era un pezzo di carta, molto probabilmente strappato da un quaderno, piegato in quattro con una scritta sbiadita e gocciolante di inchiostro blu. Lo avvicinò al viso per cercare di decifrare la scritta: "Per Dakota".

La campanella suonò all'improvviso, Dakota era ancora sotto la pioggia ferma davanti al cestino dell'immondizia, titubante buttò il pezzo di carta nella tasca dell'impermeabile e corse verso la classe di chimica.Si sedette ad un banco in ultima fila, nessuno faceva caso a lei e a Dakota andava bene così. Appese l'impermeabile bagnato alla sedia e appoggiò sul banco la penna ed il quaderno degli appunti. Quando il professore iniziò a spiegare cose per cui Dakota non nutriva nessun tipo di interesse, recuperò dalla tasca il foglio di carta. Era davvero per lei, non aveva letto male. Lo aprì e notò che la pioggia aveva sbavato tutte le scritte. Le lettere erano scritte in stampatello, ricalcate con cura da una mano tremante. Con molta fatica cercò di decifrare il messaggio e dopo un tempo che le sembrò infinito lesse:

"Se ti dicessi che di te mi piace tutto ciò che ti hanno sempre detto di detestare e vorrei passare tutte le giornate ad incasinare tutte le tue idee ben lavorate?

J.C.B."

Secret admirer // ammiratore segreto~{JAMIE CAMPBELL BOWER}~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora