Capitolo quattordici

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Sconsolata, decido di rientrare. Vorrei mettermi a battere i piedi sul terreno come una bambina capricciosa, ma so che non sarebbe di nessun aiuto. Entro di nuovo in casa credendo di trovare Arran seduto sul divano, ma con mia grande sorpresa non c'è. Lo cerco per tutta la casa, fino a quando non sento lo scosciare dell'acqua nella doccia, che si confonde con la pioggia. Mi dirigo verso il bagno e quando entro vengo inondata dal vapore. Decido di liberarmi dei vestiti zuppi e di entrare nella cabina, anche se ho fatto la doccia meno di mezz'ora fa.

Il mio uomo, il mio splendido uomo, è lì. Si sciacqua via il sapone dal corpo, mentre l'acqua bollente lo avvolge. È una visione bellissima e triste allo stesso tempo. È così giù di morale ma allo stesso tempo così aitante...sembra un eroe decaduto. La sua espressione è costernata e nei suoi occhi passano un fiume di pensieri. Vorrei poter dire qualcosa per lenire il suo dolore, ma non saprei cosa. Come se le nostre menti fossero collegate, le nostre braccia si vengono incontro e si trovano nello stesso istante. Ci abbracciamo, ci teniamo stretti, come a voler rimettere insieme i pezzi delle nostre anime.

«Mi dispiace così tanto», mormoro, «Qualunque cosa sia successa, mi dispiace, doc».

Lui mi stringe più forte e mi bacia i capelli fradici. «Non è colpa tua, amore».

Mi fa male il collo di quanto è alto, ma ignoro il dolore e sollevo lo sguardo verso lui. «Ti ho ferito. E le conseguenze dei miei errori si riversano su di te. Non è giusto. La tua unica colpa è quella di stare con me».

Mi prende il viso tra le mani e mi deposita baci leggeri su ogni centimetro di pelle. «No, amore mio. Ci sono delle cose che non posso dirti. Alexander...ha vissuto qualcosa di terribile, ma non ho il diritto di parlartene. Ciò che mi preme più dirti è che sono sicuro che saremo felici, un giorno. Non è oggi? Bé', non mi scoraggerò. Ti ho fatto una promessa e voglio mantenerla. Starò con te, costi quel che costi, anche con tutta la merda che lui potrebbe gettarci addosso».

E con quelle parole, mi spezzo definitivamente. Che bene avrò fatto mai per avere quest'uomo meraviglioso accanto? E pensare che tutto è iniziato come una specie di vendetta. Volevo sedurlo per poi sbattergli in faccia il fatto che anni fa mi odiava e gli facevo schifo. Invece eccolo qui, che mi dichiara il suo amore eterno. E ne sono consapevole: lui mi salverà, sempre.

Mi stringo a lui e affondo il viso sul suo petto. «Ti amo più di ogni altra cosa al mondo, Arran. Ho scoperto cos'è l'amore, ho scoperto cos'è il rispetto, ho scoperto cos'è la devozione. Solo grazie a te. Solo perché questi sono i sentimenti che provo per te, ai quali tu dai un senso ogni giorno».

Mi solleva il viso e nostre lacrime si mischiano all'acqua che ci scorre imperterrita addosso. «Mi dispiace per come ti ho trattata. Non sei obbligata a sposarmi, non sei obbligata a volere un figlio da me. Sono stato così stupido, così egoista. Voglio solo essere felice, amore mio, solo questo.

Mi trema il labbro inferiore e altre lacrime minacciano di uscire. Ma sono lacrime di felicità. Per noi. Che importa di quello che pensano Lex, Anne e tutti gli altri?

Un bel niente.

Perché io amo Arran Laspek e lo sposerò.

****

Sono passati undici giorni, undici lunghissimi giorni da quando Arran è tornato dalla sua conferenza. È tutto pronto, più o meno. Sto impazzendo, ma ne vale assolutamente la pena. Adesso che il dado è tratto, non posso tirarmi indietro. Chiederò ad Arran di sposarmi, ormai ho deciso. E, anche se sembra egoista, farò tutto in modo che lui non possa rifiutarmi.

Tutto si svolgerà nella baita di Arran. Con la collaborazione di mio fratello mi sono assicurata che nessuno, benché meno Anne, vada lì nel week-end.

Lui mi salveràDove le storie prendono vita. Scoprilo ora