5

22 0 2
                                    


Margo

Il giorno dopo mi svegliai alle dieci passate, dopotutto non avevo fretta: sarei partita la sera. Scesi in cucina per fare colazione e trovai mia madre intenta a stirare. «Buongiorno, oggi è il gran giorno, eh? Hai dormito bene?». Come faceva ad essere così sveglia e di buon umore anche al mattino? Io ero intrattabile almeno fino a mezzogiorno. «Mmm, sì tutto bene, ho dormito bene, sì», risposi stropicciandomi gli occhi, con la voce ancora roca.

Bevvi una tazza di caffè e mangiai qualche biscotto, cercando di intrattenere uno straccio di conversazione con mia madre, che sembrava non notare il mio non poco disagio nel tentare di essere il più carina possibile con lei.

Quando finii la mia colazione tornai in camera e misi le ultime cose in valigia, ricontrollando nel frattempo di non aver dimenticato nulla di ciò che mi serviva e che avevo programmato di portare con me. Ero riuscita a far stare tutto in una valigia e un borsone, in più mi sarei portata la mia borsa a tracolla.

L'ansia stava decisamente salendo, il mio stomaco si era completamente chiuso, così decisi di non pranzare e di fare invece un ultimo salto al lago.

Scesi le scale, presi le chiavi del motorino dalla mensola, come d'abitudine e salutai i miei genitori, che erano intenti a controllare le varie bollette attorno al tavolo del soggiorno. «Vado a fare un giro fino al lago, non ho molta fame. Ci vediamo dopo, okay?»

«Okay, vai piano con quella moto», intimò mio padre.

«E non tornare troppo tardi!», aggiunse mia madre mentre stavo richiudendo la porta alle mie spalle.

Arrivai alla spiaggetta e mi sedetti sulla roccia. Rimasi li per qualche ora, ripensando a tutto ciò che avevo per la testa e cercando di mettere un po' d'ordine nei pensieri, così da scacciare le ansie e le paure che iniziavano ad assalirmi.

Il tempo era incredibilmente bello per essere settembre, di solito era un periodo dove iniziavano le piogge, da noi.

Pensai a Josh e a come avrebbe reagito se fosse stato là a fianco a me, se sarebbe stato felice o contrario alla mia partenza. Decisi di pensare che sarebbe stato molto felice per me, e che mi avrebbe supportato come nessuno. Piano piano iniziavo ad essere più tranquilla e a sorridere un po' di più.

Il giorno seguente sarei stata a New York City, avrei iniziato la mia nuova vita.

Tornai a casa qualche ora dopo, mi buttai sotto la doccia e iniziai a prepararmi. Indossai un paio di jeans e una maglietta extra large color giallo ocra. Adoravo le magliette che mi stavano larghe, con le maniche che arrivavano fin quasi ai gomiti, mi sentivo a mio agio: non mi era mai piaciuto il mio fisico e indossare un certo tipo di abbigliamento mi aiutava a sentirmi un po' più sicura di me. Misi in borsa una felpa nera con il cappuccio e la cerniera e controllai per l'ennesima volta di avere anche il portafogli con i documenti. Dopodiché andai in bagno, mi sistemai leggermente i capelli mossi che mi cadevano leggeri sopra le spalle e mi truccai con un filo di mascara. Poi scesi in soggiorno e mi sedetti sul divano, aspettando Adam: lui e i miei genitori mi avrebbero accompagnato in stazione in macchina.

Dopo qualche minuto sentimmo suonare alla porta, mi alzai ed andai ad aprire. Lui comparve da dietro la porta, con un debole sorriso, io gli sorrisi a mia volta - con tutta un'altra intensità - e gli diedi un bacio. Erano le 7.

«Allora? Siamo pronti per andare? Meglio essere là un po' prima», intervenne papà.

«Certo, andiamo! Possiamo prendere la mia macchina, signori Ward», disse Adam.

«D'accordo, grazie caro», rispose mia madre.

Arrivammo alla stazione dopo poco tempo, così tirai fuori dalla borsa il mio biglietto e ci avviammo al binario dove sarebbe arrivato il treno. Mia madre non la smetteva di camminare avanti e indietro continuando ad elencarmi cose che avrei dovuto aver messo in valigia. «Mamma, ho tutto quello che mi serve, e comunque in ogni caso sarebbe troppo tardi rimediare, quindi calmati per favore.», la fermai sorridendo, prendendole il braccio.

Ció che è necessarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora