Margo
«Margo! Svegliati, Margo! Sono le otto e mezza, faremo tardi!»
Aprii gli occhi e trovai Liz a due centimetri dalla mia faccia. «Finalmente! Iniziavo a pensare che fossi morta.»
«C-che? Ma che ore sono?» non riuscivo a mettere a fuoco la situazione, non capivo perché Liz stesse urlando così tanto, finché non realizzai che giorno fosse. «Merda! È lunedì, tra mezz'ora c'è lezione! Ma perché non mi avete chiamato prima? E soprattutto perché non ho sentito la sveglia?»
«Lascia perdere quella cavolo di sveglia, a che ora l'hai messa? Alle sette? L'avrei lanciata dalla finestra, l'hai lasciata suonare per mezz'ora finché non si è spenta da sola. E comunque ti abbiamo chiamata cento volte ma non volevi degnarti di aprire gli occhi.» la voce di Steph era chiaramente ancora assonnata come la mia, era un po' nervosa di mattina.
Le ragazze erano già vestite e stavano mettendo qualche libro nella borsa.
Mi alzai di scatto dal letto e corsi in bagno per prepararmi. Misi addosso le prime cose che trovai nell'armadio, quindi infilai due quaderni nella borsa e raggiunsi le altre che stavano uscendo dalla porta.
«Che lezione hai?» mi chiese Liz.
«Algebra» risposi, fissando la tabella delle lezioni che mi aveva dato la signora Philipps, «Aula D108. Sapete dov'è?»
Steph annuii e mi prese per il braccio correndo, mentre Liz cercava di starci dietro.
Scendemmo le scale e uscimmo dai dormitori per entrare in un altro edificio dove intuii dovessero esserci le aule.
Dopo aver corso come le pare per venti corridoi, finalmente mi lasciarono proprio davanti a una porta che segnava D108 e, dopo avermi salutato con un sorriso e un "Buona lezione", le vidi scomparire dietro l'angolo.
Tirai fuori il cellulare dalla tasca: 8.52. "Perfetto!", pensai, realizzando di aver compiuto un record di velocità. Chissà perché avevamo corso così tanto, ero in anticipo. Forse le aule delle ragazze erano lontane, anzi sicuramente era così: quello era il dipartimento di matematica.
Entrai nell'aula ancora semi deserta e mi sedetti verso il fondo.
Riflettei sul perché non avessi sentito la sveglia, di solito non accadeva mai. La sera prima eravamo stati al pub ed era andato tutto bene, voglio dire non era successo niente di eclatante. Avevo parlato molto con Steph e Liz e i ragazzi avevano fatto una partita a biliardo, avevamo bevuto una birra ed eravamo tornati abbastanza presto. Probabilmente ero particolarmente stanca dai giorni precedenti, pensai.
Mi stavo riaddormentando sul banco quando mi venne un colpo nel sentire il mio cellulare vibrare. "Che diavolo ti succede, Margo? Sei abituata a dormire poco", mi rimproverai.
Vidi che mi era arrivato un messaggio da un numero che non avevo salvato in rubrica.
Allora, Miss "domani ho lezione" ce l'ha fatta a trovare la sua aula o si è persa nei meandri dell'università?
Sebbene fossi alquanto stupita, capii subito a chi apparteneva quel numero.
Uhm, credo di aver rimosso il momento in cui io abbia dato il mio numero a qualche coglione. Ciao Caleb, sì ce l'ho fatta perché, come ti ripeto, il mio senso dell'orientamento è infallibile.
risposi, sapendo dentro di me che se Steph e Liz non mi avessero portato di fronte all'aula non l'avrei mai trovata da sola.
La risposta arrivò velocemente:
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RomanceMargo, una ragazza di 20 anni che vive in Georgia, si trasferisce a New York per frequentare la NYU. L'incontro con Caleb, un ragazzo strano, misterioso, introverso e sfrontato cambierà tutta la sua vita. Dapprima i due non riusciranno a capirsi, pe...