Capitolo 29. Brutte sorprese.

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L'edificio non era molto grande, ma conteneva ogetti di ogni tipo. Pezzi di metallo, travi di legno...probabilmente avevo trovato tipo un magazzino, o una cosa del genere.

Io- "Qui non c'è nulla..." dissi attivando la ricetrasmittente.

Giovanni- "Neanche qui...ma credo ci sia un'altra stanza..."

Carl- "Neanch'io ho trovato nulla, passo alla prossima..."

Io- "Idem."

Uscii dall'edificio e mi spostai in quello accanto.
Mentre leggevo alcuni documenti e scartoffie trovate su una scrivania, Giova ci contattò.

Giovanni- "Ragazzi, dall'altra stanza provengono delle voci...controllo io?" sussurrò cercando di non farsi sentire.

Carl- "Si."

Io- "Aspetta, arrivo. Sono qui accanto." risposi uscendo fuori.

Andai da Giova e, insieme, ci nascondermmo sotto un tavolo presente nella stanza. Cercammo di ascoltare la conversazione, ma da quelle poco parole che sentimmo capimmo che stavano parlando di fuggitivi, assassini e cose varie. Prima che potessimo allontanarci, quello che disse un soldato, attirò la nostra attenzione.

<<Ragazzi...voi credete alla storia sulle due persone provenienti dal mondo esterno?>> domandò ai suoi colleghi.

Stavano parlavando di noi, sicuramente.

<<Sinceramente no, ma se ci hanno dato l'ordine di attenderli qui, non possiamo fare altrimenti...>> rispose l'uomo alla sua destra, scrollando il capo esasperato.

<<Carl...deve essere lui ad averlo ordinato...>> sussurrò Giovanni senza distrarsi dalla conversazione.

<<Vedrete, passeremo un altra notte qui senza vedere nessuno...>> continuò il terzo militare, sbadigliando.

In quel momento Carl ci contattò alla ricetrasmittente.

Carl- "Tutto bene ragazzi? Trovato qualcosa?"

Non volevamo che sapesse di quello che avevamo scoperto, se davvero era lui il capo poteva farci catturare in qualsiasi momento.

Io- "N-no, qui non c'è nulla..." sussurrai guardando Giova, che annuì.

<<Ne siete proprio sicuri?>>

Questa volta la voce del ragazzo non proveniva dalla radiolina, ma da vicino a noi. Il tempo di scambiarmi uno sguardo preoccupato con Giovanni, che il tavolo sotto cui eravamo nascosti si sollevò e cadde pochi metri più in là. Giurai di aver visto delle figure davanti a noi, ma la stanza era completamente buia.
Entrambi ci alzammo in piedi, spaventati e confusi.
Mentre mi guardavo intorno sentii un tonfo alle mie spalle e mi voltai, vedendo Giovanni accasciato a terra.

<<GIOVA!>> gridai subito, correndo verso di lui. 

Mi inginocchiai accanto a lui, poggiando una mano sul suo petto e constatando che fosse solo svenuto.

Nel momento in cui stavo per sollevarlo dal pavimento, qualcosa mi colpi la testa, provocandomi un dolore lancinante.

Persi i sensi.

•La Seconda Dimensione Di Gioco• ~INoob~ (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora