Capitolo 2. Un incubo

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Quando mi rassegnai all'idea di averlo perso, tirai un pugno al primo muro che vidi davanti ai miei occhi, cercando di trattenere le lacrime. Ero incazzato con il mondo, con tutti... Perchè? Perchè lui? Perchè farlo soffrire e donargli una speranza, per poi farlo morire in questo modo?
Una cosa era certa, era stato coraggioso e ottimista fino alla fine... pensare quelle cose non alleviava il dolore che stavo provando... un vuoto incolmabile...
Sentii una voce che mi fece uscire dai miei pensieri.

<<Scusi. Si sente bene?>> disse una ragazza sulla ventina. Senza accorgermene ero scivolato contro il muro ed ero seduto a terra. Lei era abbassata alla mia altezza

<<No, non mi sento bene.>> risposi scrollando il capo sconsolato e alzandomi. Asciugai velocemente le lacrime che scorrevano lungo le mie guance.

<<Vuole che chiami un dottore?...>> chiese allora lei sorridendomi dolcemente.

Per quanto potesse essere carina a preoccuparsi per me, trovai insopportabile il suo tono di voce. 

<<No, non è quel tipo di male... non è un dolore curabile da un medico.>> ghignai, stringendo i denti e storcendo il naso.

<<Ha perso qualcuno di importante?...>> domandò ancora la ragazza, abbassando lo sguardo.

Sospirai e numerose lacrime tornarono a offuscarmi la vista.

Annuii, iniziando a singhiozzare. Tornai a sedere a terra, sentendomi totalmente privo di forze.

<<...L'anno scorso ho perso mio fratello... Capisco perfettamente cosa si prova...>> sussurrò, sedendosi accanto a me e poggiando la nuca contro il muro alle sue spalle.

Aveva un viso angelico e i suoi lunghi capelli biondi lo incorniciavano alla perfezione. 

<<Mi dispiace...davvero.>> riposi tirando su con il naso, voltandomi nella sua direzione.

<<Ti va di parlarne?>> propose allora, guardandomi con i suoi due grandi occhi blu.

Annuii.
Si sedette accanto a me e le raccontai di YouTube, di Giovanni...
Ascoltò il tutto con occhi comprensivi e dolci allo stesso tempo. Insomma uno sguardo fantastico, di quelli che non si dimenticano.
Finii di parlare.

<<...quindi è così che sei giunto fin qui...per colpa di un videogioco...>> sintetizzò alla fine, senza distogliere i suoi occhi dai miei.

<<Esatto...>> sospirai, passandomi una mano sul viso.

<<È una storia affascinante e drammatica allo stesso tempo...>>

<<Penserei la stessa cosa se non l'avessi vissuta in prima persona...è stato orribile...>> commentai, scuotendo il capo e cercando di rimuovere il sol pensiero dalla mia testa.

<<Vorrei aiutarti in qualche modo ma non so proprio come fare...>> affermò lei, stringendo le labbra e scostandosi una ciocca di capelli dietro un orecchio.

Cercai di pensare al da farsi ma non riuscivo a ragionare. Misi la testa tra le mani, poggiando i gomiti sulle ginocchia.

<<Devi andare avanti. Devi farlo per il tuo amico. Lui non è arrivato alla fine di questo incubo ma tu puoi ancora farcela!...>> provò a spronarmi la ragazza, poggiando una mano sulla mia spalla.

Annuii poco convinto e mi alzai in piedi, barcollando leggermente.

<<Hai ragione...grazie.>> le risposi, sforzando un sorriso.

Sorrise anche lei di rimando e rimase molto sorpresa quando le presi le mani, sollevandola da terra.

<<Ti prego vieni con me, tu fai parte del gioco e conosci bene Los Angeles. Ho bisogno di una guida...>> la supplicai, avendo realmente bisogno del suo aiuto.

<<Ok, da dove vorresti iniziare?>> chiese, pronta ad aiutarmi.

<<Prima di tutto...come ti chiami?>> domandai, lasciandola.

<<Annie.>> 

<<Andrea.>>

E siamo alla fine del capitolo. Il primo era cortissimo, ma con questo credo di essermi fatta perdonare. ;)

•La Seconda Dimensione Di Gioco• ~INoob~ (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora