Ho un forte dolore alla testa, tento di aprire gli occhi ma vedo appannato.Mi muovo appena ma subito avverto un dolore al petto, come uno strappo.
Emetto un piccolo strillo ed una mano mi stringe il braccio affondando le unghia nella mia pelle.
Mi giro col viso e noto di nuovo quella ragazza.
-Cosa è successo?- domando stordita mentre porto una mano sulla testa, che sentivo picchiettare all'interno, credevo stesse per esplodermi.
-Sei sveglia..- la sento rispondere con voce roca e stanca.
Metto bene a fuoco la sua figura e subito noto due occhi verdi smeraldo fissarmi.
Ho un nodo alla gola.
È bellissima.
-Camila, ti hanno sparato al petto prendendoti il cuore, in realtà il colpo era indirizzato a me ma tu ti sei messa davanti e..mi hai salvato la vita.- vedo una lacrima rigarle il viso.
-Ed ora come sto?- chiedo con poche forze.
-Sei stata in coma, per due settimane, non posso credere che tu ti sia svegliata.- dice tra le lacrime mentre un flebile sorriso le compare sul volto.
-Devo avvertire il dottore e anche tua mamma.-
Sta per alzarsi dalla sedia ma la fermo prendendole la mano.
-Aspetta, perché non ricordo nulla, tu chi sei?-
-Non ricordi nulla perché quando sei caduta a terra hai sbattuto la testa, hai una perdita di memoria temporanea, non sappiamo quando durerà però, può durare giorni come può durare anni. Ora vado a chiamarli, ti diranno tutto loro Camz.- mi accarezza la mano col in pollice e tutto ciò che sento è appagamento vero e proprio, poi corre via verso l'esterno della camera.
-Aspetta, non mi hai detto chi sei..- tento di dire ma è già scomparsa.
Mi guardo attorno e noto un cuscino spiegato su una sedia di fianco al mio letto.
Qualcuno deve averci dormito tutte e due le settimane.
Ripenso a quella ragazza.
Ai suoi occhi.
Ed alle sue labbra.
Perché sto pensando alle labbra di una ragazza?
Non è una cosa normale.
Chi era?
Il rimbombo di una porta che si apre ed una figura femminile sulla cinquantina d'anni cessano di farmi pensare.
È mia mamma, la riconosco.
-Camila, Camila finalmente mio dio ti sei svegliata. Grazie Dio grazie!- esclama a gran voce rivolgendo lo sguardo verso l'alto per poi abbracciarmi.
Ha le lacrime agli occhi.
Proprio come la ragazza occhi verdi che ora ci sta guardando.
Ricambio il suo sguardo e le sorrido.
Mi sorride anche lei ed un qualcosa al mio stomaco fa capolino.
Le farfalle?
Oh ma che sciocchezze.
Sarà di certo una mia amica, senza ombra di dubbio.
Un dottore poi vestito di bianco fa ingresso nella stanza e mia madre mi lascia distendermi sul letto.
Le tengo la mano ben salda anche se a dire il vero mi sta facendo un po' male.
Ma non mi importa è mia madre e mi rende felice averla al mio fianco.
-Come sta signorina Cabello?- domanda l'uomo sorridente.
-Credo di sentirmi bene, a parte il cerchio alla testa ed un forte dolore al petto.- dico sincera.
-Ha perso molto sangue durante l'intervento a cuore aperto signorina, ci sono state delle complicanze per questo è entrata in coma ma sapevamo che ce l'avrebbe fatta, è davvero molto forte, i miei complimenti!-
-Grazie dottore ma, come mai non riesco a ricordarmi di alcune cose?-
-Succede molto spesso dopo un forte trauma e nel suo caso, quando è caduta a terra ha sbattuto la testa, temo riesca a ricordarsi solo di alcune cose per ora, non quelle però che le hanno causato l'incidente, è più un fatto psicologico.-
-È per questo che non mi ricordo di te?- rivolgo la mia domanda a lei che però non risponde, si limita ad annuire.
-La signorina Lauren è stata la causa del suo incidente, se proprio vogliamo chiamarlo così, per questo non ricorda di lei né di tutto ciò che la riguarda, ma posso dirle con certezza che è solo una cosa temporanea, al più presto riacquisterà la memoria, non si preoccupi.-
Sorrido appena sento il suo nome.
Lauren.
È un nome così perfetto per lei.
O forse lei è perfetta.
Mi sento inerme sotto il suo sguardo.
Ho i brividi.
Cosa mi succede?
-Ora la lascio riposare, ritorno più tardi!- conclude il dottore per poi lasciare la stanza.
Torno con lo sguardo su mia madre che mi sta fissando. È felice. Ricambio il sorriso.
-Avverto papà e Sofi che sono in pensiero va bene? Torno tra poco.-
Annuisco e mi lascia un bacio sulla fronte, come faceva sempre quando ero piccola.
Esce dalla stanza e nel frattempo Lauren si siede sulla sedia che era ancora di fianco al mio letto.
-Così è colpa tua se sono ridotta così eh?- domando sarcastica con un dolce sorriso sul volto.
-Già così pare, non ti ringrazierò mai per avermi salvato la vita Camila.- mi afferra di nuovo la mano e fa intrecciare le nostre dita.
Di nuovo un brivido mi percorre il corpo.
-Lauren, cosa sei per me? Voglio dire prima dell'incidente, cosa eravamo?-
Non risponde, svia il mio sguardo e lo sposta di lato.
-Ti prego devo saperlo.-
-Camila non penso sia un bene dirtelo.-
-Perché?-
-Il dottore mi ha espressamente detto che non devo intromettermi nella tua perdita di memoria ma che dovrai ricordare tutto da sola o sarà un problema.-
Sbuffo e mi porto i capelli all'indietro.
Torna a guardarmi e mi accenna un timido sorriso.
-Posso dirti però che eravamo molto unite e che ti...ti volevo bene, davvero tanto.-
-Sento che ti conosco da una vita, quindi eravamo amiche?- chiedo curiosa.
Fa passare qualche minuto e poi sospira.
-Si Camila, eravamo amiche.-