Ero in fila allo Starbucks come ormai ogni mattina, tonnellate di caffè e dolci volteggiavano intorno a me nelle mani di persone inusuali.
Ordinai il solito e mi sedetti ad uno dei pochi tavoli rimasti liberi, purtroppo capitai vicino l'entrata del w.c. e la cosa non mi entusiasmava più di tanto.
Portai la bevanda alle labbra e mugolai a bassa voce dato che era bollente.
Mi guardai attorno mentre aspettavo Lauren, sarebbe dovuta venire da un momento all'altro.
Ed infatti dopo circa tre soli minuti notai i suoi capelli neri muoversi tra la fila e raggiungermi al tavolo.
Mi lasciò un delicato bacio sulla guancia e si sedette di fronte a me, con un meraviglioso sorriso stampato sul volto.
-Ciao amore.- sussurrò.
Sembrava quasi arrossita.
Era la prima volta che la sentivo chiamarmi così, e la cosa non mi dispiaceva affatto.
Si, ci eravamo messe insieme, da ben 2 giorni, 17 ore e, beh, qualche minuto.
Risposi al suo saluto con un sorriso timido sul volto.
-Tutto bene? Hai ancora gli incubi?-
-Sono due giorni che non li ho, chissà perché.- misi enfasi nelle ultime due parole sperando che riuscisse a captare ciò che volevo farle capire.
L'ampio sorriso sul suo volto me ne diede la conferma.
-Beh quindi è grazie a me no? Merito un regalo.- disse spavalda e con espressività sul viso.
-Che tipo di regalo?- chiesi curiosa mentre portavo nuovamente il bicchiere di cartone alle labbra.
-Un invito a cena? Paghi tu ovviamente.- alzò le spalle sorridente.
-Beh, constatando che mi porti fuori a cena sempre tu e non mi fai mai pagare, ci sto.- finii la mia bevanda calda e mi alzai dalla sedia, recuperando la borsa che avevo appeso ad essa e mi avvicinai alla ragazza a passo lento, piegandomi per sussurrarle una frase all'orecchio.
-Poi però voglio anch'io il mio regalo dopo cena.-
Scosse il capo sorridendo imbarazzata per poi uscire con me dalla caffetteria.
-Hai fatto l'iscrizione per l'università?- la voce di Lauren mi spinse a voltarmi verso di lei e togliere lo sguardo dalla TV.
Sospirai pesantemente a quella domanda per poi riportare l'attenzione sullo schermo.
-Non credo di volerlo fare.-
-Cosa? Camz ma è sempre stato il tuo sogno!-
-Prima, ora credo di no, cioè non sono sicura più.-
-Sei certa di questo?-
-Non sono certa di niente, solo che ti amo ed ora voglio pensare a noi due. Ho già trovato un lavoretto come cameriera, tranquilla prima o poi capirò cosa vorrò.- dissi tutto insieme cercando perlomeno di rassicurarla.
Ricevetti in risposta un bacio sul naso e poi uno sulle labbra, ed un altro ancora sul mento.
-L'importante che tu sia felice piccola.-
-Lo sono, con te lo sono Lauren.-
Stavo indossando il vestito più bello che avessi mai visto, me lo aveva regalato mia madre, qualche giorno prima, e quello era il momento giusto per metterlo.
Mi faceva le curve e mi alzava il seno, che nonostante fosse piccolo, si notava molto di più.
Indossai le scarpe nere col tacco e diedi un ultimo sguardo allo specchio di fronte a me.
Ero davvero sexy, ovviamente non quanto poteva esserlo Lauren, ma quella sera ero davvero formidabile ed anche un po' modesto, aggiungerei.
Scesi le scale facendo attenzione a non perdere l'equilibrio ed una Sinu fin troppo apprensiva mi aspettava alla porta.
-Sei bellissima Mila, Lauren è proprio fortunata.-
-Mamma sono io quella fortunata.- aggiunsi donandole un sorriso sincero.
-Beh, siete fortunate entrambe.-
-Dov'è papà?- chiedi guardandomi attorno.
-Oh l'hanno chiamato dalla caserma, sembra che un latitante sia ancora in giro nonostante si pensasse fosse morto, sempre le solite storie.-
Ridacchiai all'ultima frase di mia madre e poi afferrai la borsetta posta sul tavolino dell'ingresso.
-Beh sai com'è papà, il lavoro prima di tutto, poi è un poliziotto, ama ciò che fa.-
Mi mise una mano sulla guancia mentre intravidi i suoi occhi brillare.
-Sei cresciuta così tanto, sono fiera di te.- mi posò un bacio sulla fronte e mi lasciò andare gridando un 'divertiti' mentre mi precipitavo verso l'auto di Lauren parcheggiata davanti il cancello di casa mia.
-Mio dio.- gli occhi della ragazza di fianco a me stavano perlustrando tutto il mio corpo mentre le labbra ora si trovavano fra i suoi denti.
-Cosa?- domandai accennando una risatina.
-Sei...sei uno spettacolo, sei così sexy, cazzo Camila mi bagno solo a guardarti.-
Spalancai gli occhi del tutto imbarazzata alla sua affermazione.
-Lauren!- esclamai dandole una leggera pacca sulla spalla.
-Okay okay, scusa, troppo diretta.- rispose alzando le mani in aria per poi subito dopo mettere in moto l'auto e partire, salutando con una mano mia madre ancora in piedi davanti il portone.
-Queste patatine sono buonissime!- esclamai mentre ne masticavo due e mi leccavo le dita.
-Sei proprio una golosona Camz.- ridacchiò la ragazza davanti a me con una cannuccia tra le labbra.
-Sai che amo le patate.- affermai per poi subito arrossire notando il doppio senso nella mia frase.
Dopo circa un'ora e dopo aver finito di mangiare sentii il telefono squillare.
-Pronto mamma! Non ti sento. Cosa?- alzai il tono della voce per farmi sentire meglio ma invano.
-Amore esco un attimo che qui non prende!- le dissi ricevendo un cenno di conferma come risposta.
Una volta fuori dal locale finalmente riesco a captare bene le parole di mia madre.
-Mila, tornate a casa immediatamente, il ragazzo di cui ti parlavo prima che la polizia sta cerca-
Non riuscii a sentire le sue ultime parole perché una mano afferrò il mio telefono e lo buttò a terra, facendolo rompere in mille pezzi.
Non feci in tempo a girarmi perché due grandi mani si posarono sulle mie labbra per zittirmi, cercavo di urlare, ma nessuno poteva sentirmi.