4.

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Casa dolce casa.

Dio finalmente.

La puzza di ospedale era scomparsa anche se potevo benissimo sentirmela ancora addosso.

Sistemai le mie cose in camera e subito dopo decisi di farmi un bagno caldo facendo attenzione alla grande cicatrice che avevo sul petto.

Mi guardai allo specchio sbuffando, quell'enorme ferita era orribile.

Mi sentivo orribile.

Tirai su col naso cercando di non piangere e mi allungai dentro la vasca.

Relax era tutto ciò che mi serviva al momento.

O forse Lauren era tutto ciò che mi serviva.

Scansai il pensiero scrollando il capo.
Dovevo smetterla di pensare ad una mia amica 24 ore su 24.


Dopo due ore passate in bagno iniziai a vestirmi e truccarmi, fra qualche ora sarebbero arrivati tutti.

Invitai diversi miei amici dell'università, Dinah, Normani e Ally, Austin ovviamente, i miei cugini, altri parenti e ovviamente Lauren.

Mamma appese un cartellone sopra le scale con scritto 'Bentornata a casa' mentre mio padre sistemava le cose da bere e da mangiare.

Il campanello suonò e subito mi fiondai alla porta, sistemandomi qualche attimo prima i capelli.

Erano i miei cugini, insieme ad i miei parenti venuti tutti insieme, proveniente da un paesino poco lontano da casa mia.

Dopo qualche minuto anche i miei amici dell'Università fecero capolino in casa.

Abbracciai tutti e iniziammo a parlare del più e del meno.

Nessuno però accennava l'argomento dell'incidente, nessuno voleva parlarne o forse nessuno poteva parlarne.

Di nuovo il campanello suonò e in cuor mio speravo fosse Lauren.

Non la vedevo da un giorno e già mi mancava da morire.

Non c'era una spiegazione ben precisa a tutto questo, sapevo solo che ogni qual volta sentivo il campanello suonare il mio cuore faceva un piccolo salto con la speranza che ci fosse lei dietro il portone.

-Austin finalmente!- esclamai ricordandomi che avevo invitato anche lui.

Mi abbracciò stringendomi forte a se e poi entrò in casa.

Dopo che anche le altre tre ragazze si presentarono diedi il via alla festa.

Erano le 21 e Lauren ancora arrivava.

Le inviai diversi messaggi ma non ricevetti nessuna risposta.

Controllavo costantemente la porta, l'orologio, fuori dalla finestra.

Ero nervosa e volevo così tanto abbracciarla.

-Cami tutto bene?- mi chiese Austin notando il mio stato.

-Si Camila sei strana, sicura di stare bene?- si intromise la ragazza di colore con una espressione impaurita sul volto.

-Sisi, sto bene è che sto aspettando una persona.-

-Lauren? Oh stasera doveva vedersi con Madison, non so se riuscirà a venire.-

Strinsi i pugni puntando lo sguardo fisso su Normani.

Chi diavolo è Madison?

-Madison?- domandai cercando di essere il più tranquilla possibile.

Let my body to the work 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora