2.

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Sono stata in ospedale per un mese intero quasi, oggi finalmente posso tornare a casa.

Durante queste settimane mi sono venute a trovare diverse persone, tra cui tre ragazze di cui però non ricordavo l'esistenza, ma evidentemente è dovuto alla perdita di memoria dato che mi hanno detto essere amiche di Lauren.

Sembravano al quanto sconvolte da questa situazione.

Inoltre sono venuta a sapere che il pazzo che mi ha sparato si è ucciso proprio due giorni fa, roba da non credere.

Dicono si chiami Brad e che era l'ex fidanzato di Lauren.
Lei lo ha lasciato e lui, preso da un raptus nervoso e di pazzia voleva vendicarsi, uccidendola.

Questo è quello che mi hanno detto.

Sono così contenta di averle salvato la vita.
Lauren sembra una così bella e buona ragazza.

Soprattutto bella.

Si okay ritengo Lauren davvero una bellissima ragazza, ma d'altronde chi non lo penserebbe guardandola?

È venuta ogni giorno in ospedale.

Mi ha aiutata in tutto, è così dolce.

Anche se ieri, mi sembrava parecchio agitata.

Il giorno precedente.

-Allora Camila, sei contenta di tornare a casa domani?- mi domanda Lauren con il suo solito sorriso ampio stampato sul volto.

-Non sai quanto, sono stufa di stare rinchiusa dentro queste quattro mura.- sbuffo irritata per poi comunque sorriderle teneramente.

-Beh ma comunque non potrai uscire di casa per altre due settimane, già hai dimenticato cosa ha detto il medico?-

-Certo che non l'ho dimenticato, solo che stare a casa sarà sicuramente meglio, soprattutto perché potrai dormire nel mio letto con me e non su quella sedia scomodissima.-

-Nel tuo letto?- domanda con viso sorpreso mentre porta il labbro inferiore tra i denti.

Adoravo quando lo faceva.

-Beh si, non vorrai mica dormire su una sedia anche a casa mia?-

-Veramente io, cioè non pensavo di ecco..venire da te ecco.- continua a torturarsi il labbro e a me si forma un peso sullo stomaco.

-Ah.- rispondo semplicemente accentuando il mio dispiacere.

-Voglio dire, hai la tua famiglia, la tua sorellina, non vedo cosa c'entro io in tutto questo.- dice con un tono di amarezza nella frase.

-Beh ma sei tu che mi hai tenuto compagnia tutti i giorni per tutto il giorno.-

-Camila, mi hai salvato la vita, è il minimo che io posso fare per te sinceramente.-

Sento la gola bruciarmi e gli occhi gonfiarsi.

-Quindi è per questo che sei qui? Per ripagarmi del favore? Cos'è ti faccio pena?- domando alzando di poco la voce, del tutto infuriata.

-No Camz, cosa dici, non è per questo, ti prego non rendere tutto più difficile.- la sento sussurrare, anche lei con voce roca segno che stesse sul punto di piangere.

-Tutto più difficile Lauren? Ma ti senti? E ti prego non chiamarmi in quel modo.- tiro su col naso mentre una lacrima mi riga il viso percorrendo la mia guancia pallida.

Avvicina il pollice al mio viso per asciugarla e già mi sento meglio.

Il suo tocco mi infuoca la pelle e mi provoca brividi in quella zona del viso.

Non so cosa stia succedendo ma io chiudo gli occhi per un momento e mi rilasso al muoversi delle sue dita che ora mi stanno accarezzando.

-Camila...non piangere, ti prego.-

Riapro immediatamente gli occhi e mi ritrovo il viso di Lauren a pochi centimetri.

Poggia la fronte sulla mia delicatamente e da quella vicinanza posso notare i suoi occhi rossi che rendono il suo sguardo magnetico, ancor più meraviglioso.

Continua a mantenere la mano sulla mia guancia e mi sorride.

È normale non riuscire a respirare?

Sento il cuore esplodermi nel petto per chissà quale motivo e il mio viso andare a fuoco.

-Stai arrossendo Camz.- sussurra poi ed io non riesco a spostare gli occhi dalle sue labbra.

-Ti ho detto di non chiamarmi così.- cerco di dire tentennando.

Continua a sorridere e poi si allontana, lasciandomi un tenero bacio sul naso.

Il suo profumo mi entra dentro lasciandomi assuefatta e interdetta.

Già mi manca il suo tocco e il respiro sulla mia pelle.

Devo essere pazza.

-Dobbiamo preparare le cose per domani, ti prometto che verrò a trovarti tutti i giorni.-

Ed io sorrido a quella frase.

Mi alzo molto lentamente tenendomi al mobiletto di fianco al letto.
Sono ancora molto debole.

-Ti prendo le cose che hai nel bagno, non fare casini.- sghignazza per poi sparire nel wc.

Prendo tutto ciò che non mi servirà fino a domani e lo sistemo dentro la valigia, già aperta.

Sento poi Lauren tornare nella stanza.

-Pensi che queste mi serviranno questa no- mi giro e mi blocco.

I passi che avevo appena sentito non appartenevano a Lauren, ma a lui.

Let my body to the work 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora