-Mila stai calma, non è niente.- la voce calma e rassicurante di mia madre riesce ad alleviare il mio dolore alla testa.
Avevo passato tutta la notte sveglia mentre varie immagini offuscate occupavano la mia mente.
Non capivo nulla di ciò che stavo vedendo, all'inizio credevo di star sognando ma poi quelle scene continuavano a ripetersi e a ripetersi, fino a diventare sempre più chiare.
-Mi sta scoppiando la testa mamma, dammi le medicine del dottore!-
Si alza in piedi lasciandomi una dolce carezza sul viso per poi recarsi nella cucina.
Sento il rumore del medicinale aprirsi e lo scorrere dell'acqua dal rubinetto.
-Tieni.- mi dice subito dopo essere tornata.
Afferrò il bicchiere e mando giù la pillola, sperando che quel dolore lancinante cessasse al più presto.
-Dimmi cosa vedi.-
-Delle immagini di me e Lauren, non capisco però, siamo in una villa con due bambini. Mamma aiutami...sono stufa di non poter ricordare praticamente nulla.- una piccola e salata lacrima mi riga il viso.
-Amore non lo vedi? Stai facendo progressi, ogni giorno, presto ricorderai tutto.- mi posa un bacio colmo di amore sulla fronte ed un sorriso le compare sul volto magro.
Tiro su con il naso mentre le tempie continuavano a pulsare incontrollabili.
Poi la vedo.
Lauren vestita di bianco, un vestito da sposa, che si avvicina all'altare e mi guarda.
Lauren è sposata?
Un momento, sta piantando in asso il suo futuro sposo.
Era Brad?
Stringo i punti mentre tento di ricordare qualcosa di più.
Ma niente, buio totale dopo quelle immagini.
-Rispondimi figlia mia, cos'hai?-
-Credo di aver...aver ricordato un'altra cosa. Lauren stava per sposarsi, ma non l'ha fatto, stava per sposare Brad!- esclama accentuando l'enfasi sull'ultima parola.
-Amore mio, vieni qui.- apre le braccia facendomi cenno di abbracciarla e così faccio, appoggiando il mio capo sul suo petto e restando così per un bel po'.
-E quindi Lauren non si è sposata.-
Annuisco alla donna seduta davanti a me senza però rivolgerle lo sguardo.
Dopo la pessima mattina che avevo passato ci mancava solamente la seduta dalla psichiatra.
Bella giornata di merda!
-Questa è la penultima seduta Camila, forse per te sembrerà niente, ma hai fatto enormi progressi durante questo mese.-
Alzo gli occhi ed un piccolo sorriso spunta spontaneo sul mio volto.
La donna dai capelli rossi guarda il suo orologio e posa il suo quadernetto sul tavolino di lato.
-Bene, credo sia ora, siamo rimaste anche dieci minuti in più.- si alza dalla poltrona e mi sorride.
Faccio altrettanto e dopo diversi minuti mi ritrovo nei marciapiedi della gelida Miami.
-La mia principessa è libera per una pizza?-
Salto in aria presa alla sprovvista e mi tocco il petto.
-Gesu santo Lauren ma sei pazza! Sai che il mio cuore è debole.- dico mentre posso sentire i battiti accelerare per poi rilassarsi attimi dopo.
Si avvicina per lasciarmi un bacio veloce sulla guancia.
-Scusami, non volevo spaventarti piccola.-
Al sentire quel nomignolo lo stomaco fa una piccola capriola.
Arriccio il naso e poi mordo il labbro.
I suoi capelli si muovono al vento e i suoi occhi verdi di poco socchiusi mi stanno divorando le labbra.
-Beh, è ancora valido l'appuntamento?-
-Chi ha detto che era un appuntamento?- chiede con voce ironica.
-Beh, accetto l'invito solo se paghi tu e se paghi tu vuol dire che è un appuntamento, anche perché non ho soldi con me.-
-Camila, sei una tirchiona.-*
Scoppio a ridere e lei insieme a me.
Ma cos'è la sua risata?
-Si ma ora andiamo che mi si gela il naso.- le afferro la mano e ci incamminiamo verso la pizzeria più vicina.
È stata una delle serate più belle in tutta la mia vita, se non fosse per il fatto che qualcuno ci stava seguendo.
Dentro il locale dove eravamo entrate per bere, sentivo lo sguardo di qualcuno su di me.
Lauren mi fece notare la stessa cosa è così decidemmo di uscire da lì.
Ci avviammo a piedi verso casa ma questa strana presenza dietro di noi continuava ad assillarci.
Velocizzammo il passo cercando di sviare nelle strade secondarie per tornare prima ed una volta giunte sul porticato della mia di casa salutai la ragazza, con un lungo e lento bacio sulle labbra.
Mi chiese se avevo paura ma io negai.
Così se ne andò via a passo veloce e non appena arrivata nella sua stanza, non molto lontana da casa mia, mi mandò un messaggio per rassicurarmi.
Sorrisi nel leggere il testo e mi affacciai dalla finestra.
Notai un'ombra dietro uno dei tanti alberi piantati nel marciapiede di fronte ed una figura, molto probabilmente di sesso maschile, che mi fissava.
Sentivo il cuore a tremila per la paura e l'inquietudine, così mi abbassai a terra per sviare dal suo sguardo.
Non ricordo bene ciò che avevo visto, forse era solo frutto della mia immaginazione, forse erano le paranoie, tutto ciò che ricordo erano dei capelli ricci che uscivano dal cappuccio della sua felpa, solo questo.