Capitolo 3 Un'altra sparizione

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Erano le 23:00 un giovane passeggiava tra le stradine della città, avvolta nel silenzio; stava rincasando, mancavano pochi isolati per tornare a casa, ma d'improvviso dalla fitta nebbia si diradò una folata di vento.

Il giovane di nome Nicolas, vide una sagoma femminile di fronte a lui a poca distanza, era una bella ragazza dai lunghi capelli castani, e occhi verdi. Il volto roseo e tondo le donava una bellezza disarmante. Nicolas incredulo di vedere una così bella ragazza da sola per strada, le si avvicinò, e chiese, «Mi scusi signorina, potrei accompagnarla a casa? Dove abita?»  La giovane si aggiustò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e con un sorriso rispose, «Siete gentile signore, la ringrazio. Abito alla villa dei Canterville, la conosce?» Il ragazzo così l'accompagnò verso la villa dei Canterville.

Giunsero vicino alla casa, era una villa maestosa ma appariva in pessime condizioni, come se fosse disabitata. «Vi ringrazio. Siete stato gentilissimo, posso offrirle qualcosa da bere? Fa freddo qui fuori, entrate...» Chiosò la donna con voce gentile.

Il giovane era sorpreso, una così bella ragazza lo aveva offerto qualcosa da bere, iniziò a piovere più incessantemente, il giovane con un sorriso rispose, «Grazie signorina, io sono Nicolas e lei?» Chiese incuriosito, era ammaliato dalla bellezza della ragazza, lei guardandolo negli occhi. «Mi chiamo Lucy piacere. Venga con me le offro del tè caldo...» Sussurrò con un misterioso sorriso.

Il giovane non riusciva a resistere a quello sguardo penetrante della giovane, che lo baciò e lo incitò a entrare in casa, scortò il giovane in camera sua. «Dove mi stai portando? Ehi! Cosa stai facendo?» Biascicò incredulo.
La giovane infatti gli stava baciando il collo. «Ti voglio. Mi piaci, baciami», sussurrò al suo orecchio.

Il giovane era come ipnotizzato da quella ragazza, come una marionetta mossa dai fili invisibili. Il giovane iniziò a baciarla.

Lei sorridendo gli sfiorò i capelli e d'improvviso, sentì un dolore lancinante al collo, Lucy l'aveva morso.

Gridò di dolore e in quell'istante vide davanti a sè la vera essenza della giovane; un demone vampiro, la pelle pallida e gli occhi rosso sangue. Urlò, «Stammi lontana! Aiuto, qualcuno mi aiuti!!» Riuscì solo a urlare, ma  nessuno udì le sue grida. Non c'era anima viva nei dintorni. Quella villa era in un posto isolato, Nicolas sentì un peso sopra di lui, Lucy gli era saltata addosso e lo aggredì, il giovane in lacrime comprese che era giunta la sua fine.

Lucy si nutriva della linfa vitale del giovane fino a stroncare la sua vita,  lo aveva dissanguato. E cosa più peggiore il corpo del giovane sparì nel nulla in quella notte silenziosa.

Il mattino seguente Lucas si svegliò ai primi raggi dell'alba, erano le 07:10 ancora assonnato scostò le coperte, scese dal letto, si avvicinò allo specchio, immerse le mani nel catino colmo d'acqua, si lavò il viso. L'acqua era così fredda che rabbrividì, si asciugò il volto con un asciugamano.

Sistemò il letto e si vestì indossò un abito elegante, comprendeva un gilet nero, pantaloni neri e camicia bianca la cravatta nera. Uscì dalla stanza Scese le scale entrò nel salone, non c'era ancora nessun cliente poiché era mattina presto. Volse lo sguardo a sinistra e lì vicino al tavolo c'era Helen che spazzava il pavimento con una scopa, Lucas pensò, “ Siamo soli.. Provo a parlarle. Speriamo bene ”, le si avvicinò e con un tono gentile iniziò a parlare. «Buongiorno Helen, ecco, io...»

Helen ripose la scopa nello sgabuzzino, era così assorta nei suoi pensieri che non aveva udito la voce del giovane, ma appena volse lo sguardo verso di lui, lo vide così bello con indosso quell'abito elegante, incontrò il suo sguardo; quegli occhi azzurri dal colore acquamarina.

La guardava con dolcezza, ma questa volta nel suo sguardo aleggiava un senso di tristezza, il giovane disse, «Mi dispiace per ieri notte, ti chiedo scusa. Mi ero preoccupato per te, ho notato che sei sempre triste. E ieri mi fissavi in continuazione, pensavo forse ti ricordo qualcuno a te caro?» Helen scostò il capo e con un sorriso rispose, «Veramente sono io che ti devo chiedere scusa, ti ho risposto in un modo maleducato. Scusami ma non volevo. La verità è che mi ricordi molto il mio fidanzato Jonathan. Che sparì misteriosamente tre anni fa», rispose con gli occhi lucidi.

Lucas udendo ciò restò addolorato, «Mi dispiace molto. Non so che dire. Io non volevo rattristarti facendoti ricordare la scomparsa del tuo ragazzo scusami», sussurrò con lo sguardo bassi. Helen abbassò tristemente lo sguardo. «Adesso ascoltami, sono un agente di polizia. Sono qui per indagare su queste misteriose sparizioni di giovani ragazzi. È così strano come è possibile che scompaiono senza lasciare alcuna traccia? Non capisco. Questa volta non si tratta di un assassino psicopatico come Jack lo squartatore; che torturava ed uccideva giovani prostitute, qui è tutto diverso. C'è qualcosa che non mi convince», asserì Lucas convinto.  “Sicuramente ci sarà qualcosa di soprannaturale dietro a queste sparizioni ”, aggrottò la fronte, poi disse «Indagherò da solo. Andrò per le strade della città in cerca d'informazioni. Helen ti ringrazio, mi sei stata d'aiuto! Allora io vado», volse le spalle alla ragazza con la valigia in mano e avanzò di un paio di passi.

Quando all'improvviso Helen lo afferrò per un braccio con l'intento di fermarlo. «Aspetta, Lucas, non andare. Non vuoi fare colazione? Ho preparato i biscotti e il caffè latte, vuoi assaggiarli? Li ho fatti con le mie mani.»
«Se insisti tanto, li assaggerò contenta?» Riferì il giovane e poggiò la valigia ai piedi del tavolo e si accomodò sulla sedia, dopo pochi minuti Helen lo raggiunse con la colazione; biscotti e caffè latte, poggiò il vassoio con la colazione sul tavolo, si sedette di fronte a Lucas e insieme fecero colazione. Lucas sgranocchiò i biscotti e sorseggiò il caffè latte, Helen consumò la colazione e alla fine gli chiese «Ti piacciono?»

«Sì, molto, davvero squisiti. Complimenti.» Rispose Lucas.
Helen notò che il giovane aveva lo sguardo sfuggente.

«Adesso scusami, ma devo proprio andare! Ci vediamo! Tornerò in pomeriggio, ciao» e, detto ciò la salutò con la mano e uscì dalla locanda.

Quando Lucas chiuse la porta alle sue spalle, a Helen le sembrò che il mondo si fosse incupito di colpo.
Con lo sguardo basso guardava quella porta che Lucas aveva varcato.
Non desiderava altro di rivederlo al più presto, si era resa conto che per quel ragazzo, stava provando un sentimento molto più profondo dell'amicizia.

ᴜɴ  ᴍɪsᴛᴇʀɪᴏsᴏ  ᴄᴀsᴏ ᴀ ɴᴏᴛᴛɪɴɢʜᴀᴍ  #completa✅Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora