Capitolo 2 Ricordi del passato

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Era sera inoltrata, il salone all'interno della taverna si era svuotato. 

I clienti avevano cenato, si erano recati ovviamente nelle rispettive abitazioni. Lucas osservò l'orologio a pendolo che suonò i rintocchi delle 22:30 notò che era rimasto l'unico all'interno della sala.

Non c'era nessuno oltre lui, regnava un' atmosfera desolante. 

Il giovane era lì seduto al tavolo, attendeva la cena. Il gestore era occupato a lavare le stoviglie dietro al bancone, Helen giunse al suo tavolo, con un vassoio con una ciotola di terracotta, contenente il brasato ed il pane raffermo, in un altro piatto i cosciotti di pollo arrosto allo spiedo e funghi sott'olio. Li porse al giovane. «Ecco, prego... Spero sia di vostro gradimento», poggiò sul tavolo un boccale con del sidro di mele. Lucas con un sorriso la guardò e rispose «La ringrazio», ma vide che la giovane si allontanò con uno sguardo triste, i loro sguardi si erano incrociati per un breve istante, Lucas notò che negli occhi della giovane c'era tanta tristezza.

 "Chissà perché i suoi occhi sono così colmi di tristezza?" Mentre era immerso in questi pensieri, iniziò a tagliare la carne col coltello. 

Con modi garbati iniziò a gustarne a piccoli pezzetti e morse un po' di pane raffermo, un cosciotto di pollo e assaggiò i funghi. Dopo pochi secondi vide Helen che era intenta a sistemare il tavolo alla sua destra, quando ella finì di sparecchiare il tavolo, Lucas terminò di cenare.

Sorseggiò il sidro di mele, in piccoli sorsi, poggiò il boccale sul tavolo. 

Guardò verso la ragazza che intanto si avvicinava al suo tavolo. «Signorina, complimenti, la cena era squisita! Siete una brava cuoca!» pronunciò Lucas con un sorriso.

La giovane nel ricevere quel complimento arrossì, restò in silenzio per la timidezza. «La ringrazio.» 

Il padre della ragazza interruppe la breve conversazione dei due ragazzi, «Helen, è tardi accompagna questo giovane nella sua camera.»

 La giovane sorpresa rispose «Cosa? Devo accompagnarlo nella sua stanza? Va bene. Dunque, signore, mi segua», volse lo sguardo verso Lucas il quale sorrise, e la seguì su per le rampe di scale.

Il giovane aveva notato di nuovo quello sguardo malinconico negli occhi della ragazza, pensò "Perché mi guardava in quel modo? Forse assomiglio a qualche ragazzo che conosce? Chissà".

Era immerso in questi pensieri Helen, si fermò davanti a una porta di una camera. «Ecco, siamo arrivati, questa è la vostra camera. Spero vi piaccia», aprì la porta con la chiave, invitò Lucas ad entrare, il giovane indugiò sulla soglia per un istante. Poi entrò, si guardò intorno, la camera era ampia, comprendeva: un letto, un armadio ad ante e uno scrittoio in stile antico, c'era anche un camino.

 «Vi piace? Questa è la stanza più bella che disponiamo. Non resta che augurarvi buona notte, se avete bisogno di qualsiasi cosa chiedete senza problemi.» Asserì la giovane cordiale.

Lucas sorridendo replicò, «È splendida, comunque non è il caso di chiamarmi signore, in fondo ho solo ventisei anni, credo abbiamo la stessa età non è vero? Mi chiamo Lucas. Piacere», disse il giovane mentre le tese la mano, la giovane con timidezza gliela strinse. «Piacere mio. Helen», lasciò la mano del giovane, con un sorriso e il batticuore, si limitò a guardarlo in silenzio.

Mentre Lucas ignaro accese la lampada ad olio sul comodino e la regolava. Helen era lì vicino alla porta, continuava a guardarlo.

Lucas volse lo sguardo verso di lei, notò di nuovo nei suoi occhi quell'alone di tristezza, pensò "Non capisco, perché è sempre così triste e pensierosa? Cosa la può turbare così in quel modo? "

«Scusa, ma vorrei sapere una cosa, perché poco fa ho incontrato il tuo sguardo, nei tuoi occhi c'era tanta tristezza? Perché sei così triste? Qualcosa ti turba? Non so forse potrei esserti d'aiuto!» Chiese incuriosito.

Helen scosse il capo, e con freddezza rispose, «Non sono cose che ti riguardano! Adesso è meglio che ti lasci solo. Buonanotte», e detto ciò uscì dalla camera sbattendo la porta.

Lucas incredulo dal comportamento della giovane, abbassò lo sguardo e pensò "Credo che sia stato inopportuno, le ho detto cose indiscrete e lei si sarà sicuramente irritata, era agitata. Perché agitarsi in quel modo per una domanda qualsiasi? Volevo solo aiutarla! Forse soffre di crisi emotive, o forse le ricordo qualcuno che l'avrà fatta soffrire? "

Mentre era immerso in questi pensieri, si avvicinò alla finestra, delicatamente si sfilò dal collo il medaglione, con il portafoto dell'amata, con malinconia guardava la giovane raffigurata nella foto, era bellissima dai capelli castani lunghi ed occhi azzurri. Elisabeth era questo il nome della sua amata. Il giovane con gli occhi lucidi pensava al passato, ai bellissimi momenti trascorsi insieme, fino al tragico istante della morte della sua ragazza.

Lucas strinse nella mano il medaglione. « Elisabeth, amore mio. Vorrei che non mi avessi mai lasciato! Vorrei averti ancora qui, accanto a me!», posò il medaglione sul comodino, poi ripensava a suo fratello Ryan.

Da tempo Lucas gli nascondeva un segreto celato da anni, lo aveva allontanato da lui per proteggerlo. Per un valido motivo, aveva scelto di continuare a mantenere il suo segreto. Con un sorriso il giovane lesse la lettera scritta da suo fratello. 

Caro Lucas è da molto tempo che non ci vediamo, fratello. Ti ho scritto questa lettera, perché mi manchi. Voglio rivederti, e anche perché qui a Nottingham stanno accadendo strani sparizioni di ragazzi. Vorrei tanto indagare insieme. Incontriamoci domani pomeriggio alla Taverna dei Williams,  con affetto.
Ryan.

Lucas aveva accettato di andare a Nottingham proprio per rivedere suo fratello, gli mancava tanto aveva bisogno di parlargli. 
Erano stati lontani anni e per questo voleva riappacificarsi con suo fratello. Poiché si erano persi di vista si erano allontanati. Ma aveva un motivo valido per vederlo, aveva deciso di confessargli il suo segreto che nascondeva ormai da anni.

Era deciso ad affrontare insieme a suo fratello questa nuova indagine. 

Chiuse la lettera la ripose nella valigia si sedette sul letto, si sfilò gli stivali neri e la camicia, la appese sullo schienale della sedia, e si distese sul letto sotto le coperte, e con il capo sul morbido cuscino alzò lo sguardo al soffitto. «Sono così stanco», pensò, "Chissà cosa starà facendo Helen. Domani vorrei parlarle, spero si sia calmata, che mi rivolga almeno un saluto. Che potremo conversare con calma, proprio come prima che le chiedessi cose inopportune", si girò su un lato, spense la lampada a olio, chiuse gli occhi. All'esterno il temporale infuriava. Lucas era sotto le coperte al caldo. Era così stanco che si addormentò serenamente, senza che il tremendo frastuono dei tuoni lo turbasse da quel torpore.


ᴜɴ  ᴍɪsᴛᴇʀɪᴏsᴏ  ᴄᴀsᴏ ᴀ ɴᴏᴛᴛɪɴɢʜᴀᴍ  #completa✅Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora