capitolo 9.

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Mi fermo nel vialetto di casa dei miei genitori, non ci vengo da un po' ma loro mi hanno raggiunto in qualche tappa, non mi scorderò mai Parigi con mamma.
"Eccoci qui allora" sospiro e seguo i ragazzi che corrono per aprire la porta, di solito non la tengono mai aperta.
"Piccola di papà!" urla l'uomo sul divano, prima che si possa alzare gli salto addosso, scoppiando in una fragorosa risata quando finisco per terra.
"Non sei più piccola Laur, ti farai male" dice mia madre sorridendo e vado verso di lei per abbracciarla.
Ci sediamo tutti quanti nelle poltrone messe a mezzo cerchio vicino al tavolino che le separa dal mobile con la tv.
"Allora, come sta andando il tour? E cosa più importante, come va con Camila?" adoro il fatto che approvino la mia relazione con lei, sono così felice di averli dalla mia parte.
"Tutto bene tutte e due le cose, grazie per avermelo chiesto, è importante per me avervi dalla mia parte, questo lavoro è molto pressante e quindi grazie, siete tutta la mia forza" rispondo e sorridiamo tutti, anche le due pesti.
Mi è sempre piaciuto parlare con la mia famiglia, alcuni hanno la preferenza tra madre e padre, noi siamo come una cosa sola, ci siamo sempre tutti per tutti.

È arrivata l'ora di tornare a casa, saluto tutti abbracciandoli e li invito domani a casa mia, so che fa piacere a Camila e le dirò di invitare anche la sua famiglia per cenare tutti insieme, sarà una serata pesante domani.

Entro in casa e subito noto che non c'è Camila, le luci sono tutte spente, non c'è il suo profumo e neanche la giacca sull'appendiabiti, dove appoggio la mia.
Entro in cucina, la luce in questa stanza è bassa, forse troppo, diciamo sempre che dobbiamo cambiarla ma non lo facciamo mai.
apro il frigo e prendo una birra, mi rilassa sedermi sul terrazzo e berne una, lo faccio almeno una volta ogni tre mesi, non ho neanche il tempo di respirare in questo periodo, questa pausa è la prima dall'inizio del tour.

Stappo la bottiglia aiutamentandomi con l'anello nel dito medio, buttando subito giù il liquido freddo e dissetante.
Non ci sono stelle nel cielo che accompagnano la grande luna questa sera, è rilassante stare qui, il terrazzo è collegato alla stanza da letto, non è tanto grande, ma è abbastanza spazioso per un tavolo, un'amaca (che abbiamo preso per ricordare X-Factor) e una griglia che usiamo quando invitiamo i nostri genitori a mangiare, infatti i nostri padri pensano a cucinare.
Sento il suono del messaggio e tiro fuori il cellulare.
<Sto tornando, se sei a casa so già dove trovarti, aspettami lì. Ti amo x> sorrido e poggio il telefono di fianco a me, non vedo l'ora di averla qui.
Quando siamo qua tutto scompare e rimaniamo solo io e lei, Camila e Lauren, sembra come avere una vita normale, peccato che tra una settimana finirà la pausa e si ritornerà alla vita di sempre.

È appena entrata, sento i suoi passi sulle scale, mi giro verso la porta finestra e in due secondi è qua.
"Buonasera" dice sedendosi di fianco a me, rubandomi l'ultimo sorso di birra.
"Ciao piccola" rispondo e mi lascia un bacio sulla guancia.
Guardiamo tutte e due il cielo: "Come stanno i tuoi?" chiedo e sbuffa, diciamo che i suoi genitori non approvano troppo la nostra relazione e pensano che io non lo sappia, visto che non voglio metterla in una posizione scomoda tra me e loro.
"Tutto bene, Sofi non vede l'ora di vederti, continuava a chiedermi come stai, ti adora" con la coda dell'occhio la vedo girarsi verso di me.
"L'adoro anch'io, a proposito, ho invitato i miei qui domani e mi hanno detto di invitare la tua famiglia, domani ci dobbiamo ricordare di dirglielo, facciamo una grigliata" rispondo e mi sdraio sul pavimento, incrociando le dita dietro alla testa.
"Perfetto, i tuoi come stanno?" inizia a giocare con l'estremità della mia maglietta stropicciandola un po'.
"Stanno molto bene" rispondo semplicemente per non parlare dei miei fratelli, mi fa male ed è normale.
Passano i muniti e li passiamo a guardarci negli occhi, nulla è noioso con lei.
"Inizia a fare freddo" dico e mi siedo, portando il mio braccio sul suo fianco per abbracciarla.
"Stavo pensando ad una cosa" inizia a parlare, continuando solo ora che la sto guardando: "Stavo pensando a quanto sei bella con la luce della luna che ti illumina, dovresti vedere i tuoi occhi o i tuoi lineamenti, sei sempre bellissima, ma con questa luce sembri una dea" sussurra l'ultima parte accarezzandomi una guancia, poi appoggia la testa sulla mia spalla.
Lascio un bacio tra la sua chioma castano scuro, guardando il suo corpo esile vicino al mio, certe volte sembra così delicata che ho paura di romperlo in mille pezzettini, come quando maneggi male qualcosa di vetro e ti cade per terra.
"Ti amo così tanto" aggiunge con un filo di voce: "Ti amo anch'io mia Camz" rispondo e alza il capo così per far scontrare le nostre labbra in un dolce bacio casto.

Mi sveglio grazie a delle urla, che cazzo sta succedendo? Mi stiracchio tra le coperte del letto e noto che non c'è Camila.
Da questo urlo che ho sentito ho capito chi c'è, mi sono dimenticata della presenza della mia e della sua famiglia.
Mi alzo e vado verso l'armadio per prendere il cambio, so che mi hanno vista visto che loro sono nel terrazzo e la porta è aperta.
Do un'occhiata e noto la mia ragazza guardarmi, non ho i pantaloni del pigiama, le mimo un 'vieni con me' e sparisco nel corridoio per andare in bagno.
Tolgo tutti i vestiti e inizio a cambiarmi, ho deciso di mettermi dei pantaloni della tuta leggeri, quelli con scritto il mio cognome sopra e una maglietta che conoscono tutti, di Bob Marley.
Vedo dallo specchio davanti a me Camila, le sue dita scivolano dentro la mia maglietta iniziando a fare dei piccoli cerchi immaginari sul mio addome.
Mi giro tra le sue braccia e le rubo il primo bacio della giornata, c'è un filo sottilissimo tra il casto e il famelico e tutte e due preferiamo rimanerci sopra con difficoltà.
"Buongiorno" dice appena ci spariamo, ricambiando il mio sorriso soddisfatto.
"Buongiorno" rispondo semplicemente e le faccio segno di uscire dal bagno per raggiungere la sua famiglia. "Sì, adesso vado" esclama dandomi un altro piccolo bacio prima di uscire.
Siamo riuniti tutti adesso, Mike e Alejandro stanno discutendo con una birra in mano del tour, mentre Clara e Sinuhe stanno sicuramente parlando di noi.
Io sono sdraiata sull'amaca con Sofi, ha insistito molto per stare con me e l'ho accontentata, alla fine è piccola.
"Allora, come stai Lolò?" lei mi chiama così, dice che è simile a come mi chiama Camila ma allo stesso tempo diverso, mi piace comunque.
"Sto bene Sofi, molto bene, tu come stai? Hai trovato il principino?" la stuzzico e scoppia a ridere, da quando sua sorella è diventata famosa non le sono rimasti molti amici, solo i soliti cinque, questi mi ha raccontato l'altra volta.
Ci pensa un attimo per poi scoppiare a ridere: "No, non ancora e sì sto benissimo, non vedo come possa andarmi male a quest'età!" esclama e faccio un finto broncio, è abbastanza matura per essere così piccola.
"Ehy voi due, è pronto!" la voce sinuosa di mia madre ci avvisa di alzarmi e andare a mangiare e così facciamo.
Ci sono così tante cose che non so da dove iniziare.
"Allora, cosa farete in questa settimana?" chiede mia sorella prendendo un pezzo di salsiccia sul grande piatto contenente tutta la carne.
"Non lo sappiamo, io dopodomani forse andrò ad una festa con Taylor Swift e le altre" risponde Camila e mi giro verso di lei, mi guarda anche lei e mi fa capire che ne parleremo dopo.
"È tu Laur? Non vai a nessuna festa con gente famosa? Camila mi faresti dare un autografo? Perfavore!" spara come una mitraglietta Chris, è un grande fan della ragazza, certe volte quando si parla della bionda sembra che il loro rapporto vada alla perfezione.
Camz ridacchia: "Te lo farò fare" risponde poi e il ragazzo diventa rosso per la felicità, lo fa sempre.
"Comunque io non so che farò, contatterò Lucy" appena dico quel nome esplode il silenzio, anche i nostri genitori che stavano parlando animatamente tra di loro, si sono zittiti.
"No, tu con quella non esci" guardo la ragazza di fianco a me.
"È una mia amica, tu puoi uscire benissimo con la Swift e la sua gang!" alzo un po' la voce, sbattendo le mani sul tavolo.
"Lascia stare le mie amiche che almeno non ci provano con me" ribatte alzandosi dalla sedia, i suoi occhi sono pieni di rabbia.
"Neanche Lucy ci prova con me, è la mia migliore amica e ne abbiamo già parlato" abbasso un po' la voce, iniziando a torturare il labbro con i denti.
"Ah già, non ci prova con te? Ma per favore, apri gli occhi per una fottuta volta! Ma fa niente, farò finta di nulla come ogni volta che esci con lei!" entra in casa più arrabbiata che mai, voglio seguirla ma una mano stretta sul mio polso non mi permette di farlo.
"Fai andare a me" dice sua madre per poi entrare in casa.

Scusate se ci sono errori.

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