Capitolo 14.

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Abbiamo ricevuto notizie su Dinah.

Sembra che il tempo si sia fermato, ma non come quando fai matematica a scuola e ti annoi così tanto che un'ora sembra non passare più.
Quando il tempo si ferma come in questo istante il dolore invade il tuo corpo e il tuo cervello sembra non elaborare più niente, troppo concentrato a procrearti ancora più male con i ricordi.

E non si tratta del passato.
No, a torturarmi è il presente. Sono io, adesso. Io senza di lei.
Il tempo si è fermato nell'esatto momento in cui mi hanno dato la notizia.
Sono confusa, disperata.
So di essere in ospedale, le altre sono accanto a me, eppure non sento niente.
Non sento niente a livello sensoriale ma la cosa peggiore è non avvertire altro che vuoto... dentro.
Sono sola. Dinah mi ha abbandonata.
Voglio piangere, sfogarmi, buttare fuori tutto il risentimento che alberga e si agita al solo pensiero della sua scomparsa, ma non posso.
Il dolore va oltre le lacrime.
Sono arida, non riesco a far emergere nessuna emozione.
Non ho rabbia, non ho tristezza.
Non sono più io non sono più nulla, mi sono persa.
Non so come è potuto succedere, non ho idea della strada che ho percorso per arrivare e perdermi in questo limbo.
Mi giro verso l'unica persona che mi conosce come mi conosceva Dinah, ho la faccia nascosta fra le mani mentre piange, quanto vorrei che tutto questo non fosse reale.

Il giorno seguente.

Sento delle voci nella stanza e mi alzo, non capisco ancora che cosa stiano dicendo.
Mi alzo dal letto stropicciandomi gli occhi e vado in bagno, la mia faccia è quasi irriconoscibile.
La doccia non sortisce alcun effetto, riesco solo a concentrarmi su un ricordo in particolare di Dinah: la prima volta che l'ho vista.
Mentre l'acqua mi bagna i capelli penso al suo volto dall'espressione diffidente, nonostante il suo sorriso che ho imparato a riconoscere fra mille.
Era tirato, lo vedo come se lo stessi rivivendo proprio adesso. Aveva il vizio di coprirlo, lo nascondeva dietro ad una mano.
Sento i miei occhi riempirsi di lacrime. Perché te ne sei andata? Perché mi hai lasciato da sola, Dinah. Avevi promesso di restare!
Mi accascio nel vano della doccia, con il getto che mi colpisce la schiena.
Ho le mani intorpidite, le gambe pesanti ma non mi interessa.
Senti solo il dolore, qualche ora fa pregavo per far tornare qualche emozione in superficie e adesso rimpiango quel desiderio.
Non riesco ad alzarmi, non posso realizzare di essere davvero al mondo senza di lei.

Mi trascino in accappatoio nella stanza di prima, non c'è più nessuna voce, però noto Lauren seduta sul divanetto davanti alla TV.
Indosso piano l'intimo e mi siedo sulle sue gambe, girando il busto per baciarla, le sue labbra sembrano curare il male che sto provando.
È un bacio delicato, tutte e due ne abbiamo bisogno, mi mancava come l'aria un suo contatto.
"Ti amo" sussurro sulle sue labbra, lei sorride, finalmente.
"Anch'io" risponde solamente e mi stringe nelle sue braccia.
Passiamo il pomeriggio tra baci, abbracci e carezze. Tutte e due ne avevamo bisogno.

Esco dalla mia camera seguita da Lauren, dobbiamo incontrarci con i manager, vogliono parlare con tutte noi.
"Ciao" dico appena vedo Normani e Ally, appena mi salutano anche loro camminando verso l'uscita dell'hotel.

Pov Lauren.

Provo odio verso i paparazzi, non li sopporto proprio, non ci lasciano stare neanche un secondo.
Stringo la mano di Camila mentre mi fermo a guardarli, guardo ogni flash che mi stordisce e questa volta non starò zitta.
"Volete finirla?" urlo e le luci diminuiscono: "Non avete tatto, siete persone che vivono per farsi gli affari degli altri, volete lo scoop? Eccome se lo volete, ve lo leggo negli occhi" mi fermo solo perché le ragazze mi tirano dentro l'auto che ci sta aspettando.
La macchina parte subito, lasciando tutti quelli alle spalle con la bocca asciutta.
"Che cazzo volevi fare?" mi chiede Normani fissandomi.
"Niente" dico secca e guardo fuori dal finestrino, non aggiungono più niente.
Cosa stavo facendo? Ho perso la testa, stavo per dire a tutti di me e Camila, chissà che sarebbe successo.

Ci fermiamo davanti ad un grattacielo altissimo, è incredibile quanti palazzi abbia la Maverick in tutto il mondo.
Entriamo e una donna ci dice di salire con l'ascensore fino al settimo piano, così facciamo.
"Chissà che cosa hanno da dirci, spero non qualcosa di brutto, dopo tutto il dolore che sto provando non voglio aggiungerne altro" esclama Ally portandosi per pochi secondi una mano sul cuore.
"Noi siamo qui ragazze, dobbiamo sostenerci a vicenda" commenta Normani e siamo arrivate.
Ci fanno entrare subito in un grande ufficio, forse il più grande che abbia mai visto, una parete è completamente fatta di vetro, la vista regala una vista mozzafiato su tutto il lato ovest della città.
Seduti ad un tavolo ci sono almeno dieci persone che ci stanno salutando, non le conosco tutte, noto Billy Gerd, Paul Trecastle e altre persone del team.
Mi siedo con le altre nelle uniche quattro sedie libere e l'uomo a capotavola inizia a parlare.
Ha detto di chiamarsi Sam Patris, è uno di quelli con più potere tra le persone alla Maverick.
"Vi ho fatte venire qui per parlare dei concerti, voglio darvi anche le mie più sentite condoglianze" fa una pausa sistemandosi la cravatta al collo: "Prima di tutto una domanda, voi siete disposte a esibirvi senza Dinah Jane?" chiede e guardo le altre, sono pensierose però guardano tutte Sam.
"Io credo che non c'è la farei" risponde la più bassa, torturandosi le mani.
Non ho neanche avuto il tempo di pensare a questa cosa.
Cantare le sue parti, non avere la sua energia sul palco, non so come farei.
"Concordo con Ally" rispondo a mia volta e le altre fanno scena muta.
"Bene, volete un bicchier d'acqua? Del tempo per pensarci?" domanda una donna seduta poco prima di noi.
Camila accetta l'acqua, anche Normani.

Abbiamo preso una decisione, è stata dura ma è la cosa più giusta da fare.

Torniamo in hotel, dobbiamo offre le valige, domani partiremo per la California più precisamente per Santa Ana, la città natale di Dinah.
"Buonanotte ragazze" salutiamo così Normani e Ally, uscendo dall'ascensore.
"Voglio parlarti Lauren" dice Camila appena apre la porta della nostra camera.
"Vuoi farlo adesso?" le chiedo, non so cosa vuole dirmi e un pizzico di curiosità si impossessa di me.
"Sì, mettiamoci sul letto" sorride e mi da un bacio a stampo veloce, poi si sdraia sul letto lanciandomi la sua giacca.
"Okay" commento il tutto, iniziando a spogliarmi per la notte.

Mi sdraio vicino a lei e ci abbracciamo subito.
"Sai Lolo, nel tragitto verso casa stavo pensando ad alcune parole di Dinah, eravamo in aereo verso Amsterdam e mi ha detto che quando mi sentirò triste o comunque male lei sarà sempre con me, se non fisicamente con il pensiero e con il cuore" dice e alza lo sguardo per incontrare il mio: "Mi sei venuta in mente te dopo questo ricordo, tu ci sei fisicamente e vorrei che tu ci fossi per sempre" si tira su e va a prendere la sua borsa.
La guardo e quando si siede ai piedi del letto mi tiro su anch'io.
"Io ci sarò sempre Camz" rispondo e mi avvicino a lei, sorride leggermente mentre le sue guance si colorano di un leggero rosso.
"Tu vuoi sposarmi Lauren Jauregui? Tu vuoi sopportarmi ogni giorno della tua vita? Vuoi passare tutta la mia vita al mio fianco?" chiede e apre una scatoletta, mostrando un anello tempestato di diamanti.
"Io, sì Camila, voglio sposarti" sento le lacrime scendere sulle mie gote, questa volta di felicità.
Mi salta addosso abbracciandomi, riempiendo il mio viso di baci.
"Tra tre giorni le Fifth Harmony saranno solo un ricordo, resterà la nostra musica, la gente si ricorderà il nostro percorso e noi possiamo finalmente vivere insieme, fammi decidere una cosa però" dice e la guardo.
"Tutto ciò che vuoi" rispondo.
"Adotteremo una bambina e la chiameremo Dinah, voglio che nostra figlia porti il nome di una delle persone più importanti per noi che ora non c'è più, sai tipo il figlio di Harry e Ginny" annuisco alle sue parole e infila l'anello al mio dito.
Adesso ci concediamo un po' di riposo, domani partiremo per Santa Ana dove dopodomani faremo un concerto gratis per tutti gli harmonizers, l'ultimo come tributo alla nostra amica.

Spazio autrice.

Ciao a tutti.
Avevo tolto questo capitolo perché faceva pena come l'avevo scritto, spero che questa volta sia scritto bene.
Non so quando aggiornerò, però stati sicuri che non lo farò tardi.
Al prossimo capitolo.

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