La giornata a scuola andò anche peggio del previsto.
Presi una nota disciplinare per il ritardo E un'altra per aver dimenticato il libro di inglese a casa (quella era la mia convinzione ormai).
Senza contare che odoravo di gatto ed erba appena tagliata e che persino Melanie fu costretta a stare a debita distanza di sicurezza per evitare che il suo profumo allo zucchero filato venisse infettato da quell'odore nauseabondo.
Decisi di evitare il supplizio della mia presenza anche agli altri membri del mio gruppo scolastico, e rimasi tutto il tempo a stretto contatto con la finestra con il rischio di prendermi la polmonite.
Se qualcuno fosse stato curioso di come mi fossi ridotta in quello stato, non l'ho mai saputo. Probabilmente la gente che mi conosceva era talmente abituata alle mie stranezze che pensò che questa fosse solo una delle tante, o forse le persone preferivano chiedere informazioni direttamente a Melanie senza rischiare di morire asfissiati per soddisfare i propri dubbi.
Come previsto fui interrogata. La lezione del giorno era un testo di Salvatore Quasimodo, "Ed è subito sera", che ancora oggi ho serie difficoltà ad interpretare. Avevo studiato, ma come al solito tutte le informazioni sull'argomento sembravano mescolarsi nella mia testa senza essere in grado di formare un discorso logico.
"Credo ... che l'autore volesse esprimere la gioia di trascorrere una giornata in solitudine" risposi con molta incertezza. I versi avevano preso a ballare sulla pagina non appena avevo cominciato a parlare. Sembrava volessero mandarmi un messaggio che io non ero proprio in grado di cogliere.
"In realtà è EVIDENTE come l'autore esprima tristezza per la caducità della vita, signorina Hallow" disse semplicemente la mia insegnante fra le risatine dei miei compagni. "Credo che lei non abbia proprio presente il tema centrale dell'opera"
"Come al solito, d'altronde" pensai, ma ovviamente sorrisi e feci finta di aver capito.
Evito di scendere nei particolari, ma il resto dell'interrogazione andò più o meno allo stesso modo.
La cosa peggiore della giornata fu il fatto che non riuscii a levarmi dalla testa quei maledetti occhi neri che avevo deciso essere frutto della mia immaginazione, ed ero quindi ancora meno attenta del solito.
La settima volta che feci cadere l'astuccio dal tavolo, lanciai addirittura un grido perché pensai di aver intravisto di nuovo un'ombra alla finestra, e fui mandata inevitabilmente dalla preside.
Non che anche questa fosse una novità, ma di solito finivo in presidenza una volta al mese al massimo, mentre questa era già la terza soltanto a Maggio.
La preside mi lasciò libera dopo appena tre minuti dicendo che avrebbe mandato una lettera ai miei genitori, ma aveva capito che ero senza alcuna speranza.
Al termine delle lezioni mi fiondai fuori da scuola senza dare nemmeno a Melanie il tempo di salutarmi.
Stava per cominciare a piovere, ma pensavo che se mi fossi sbrigata sarei riuscita a tornare a casa asciutta.
Ovviamente, mi sbagliavo.
Cominciò a diluviare non appena misi piede fuori dall'edificio, ed io (non avendo l'ombrello), non avevo altra scelta se non correre verso casa.
Ciò che non avevo considerato era che le mie Converse nere non offrissero proprio un ottimo piano d'appoggio sul terreno bagnato, e scivolai direttamente in una pozzanghera alta almeno venti cm sbattendo la parte posteriore del mio bacino violentemente per terra.
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The Masterpiece - Il viaggio attraverso i mondi
Adventure#1 in Avventura! "Benvenuti nel vostro mondo, un mondo che voi stessi state contribuendo a distruggere" L'umanitá è costantemente ad un passo dalla propria autodistruzione. Che sia per inquinamento o per armi di distruzione di massa, l'uomo è sem...