Sua sorella continuava a lanciare gridolini di sorpresa ogni volta che il ragazzo poggiava la penna sul foglio.
La bimba canticchiava felice e saltava qui e lì per arrivare a prendere le lettere luminose che volteggiavano nell'aria.
Sapeva perfettamente che non doveva toccarle o si sarebbe fatta male, ma ciò non le impediva di volerle almeno sfiorare con le dita e sentire il calore che esse irradiavano.
Per Katherine era tutto un gioco, ma il ragazzo temeva che qualcosa potesse andare storto. Non c'era pericolo che la bambina si potesse ferire mentre lui scriveva, lo avevano fatto tante volte, ma non poteva lui non poteva smettere di pensare che quello che stava facendo fosse sbagliato.
Immerso nei suoi pensieri aveva improvvisamente messo di scrivere, ed ora Katherine lo guardava con occhi scontenti e la bocca all'ingiù.
"Nicco crivi!" diceva a ripetizione. Aveva cominciato a battere i piedi per terra.
Il ragazzo non poté evitare di sorridere al malcontento della sorellina.
"Direi che per oggi abbiamo giocato a sufficienza non credi?" le chiese dolcemente. "Che ne dici di andare a vedere come sta mamma?"
Il sorriso tornò immediatamente sul volto di Katherine. Afferrò il libro su cui lui stava scrivendo poco prima e si diresse quanto più velocemente poteva verso l'interno della casa.
"Mamma mamma" gridava mentre saliva le scale.
La casa era piccola ed accogliente, ed il ragazzo non poté fare a meno di sorridere non appena respirò l'odore di quel luogo che lo aveva accompagnato per tutta l'infanzia.
Anche se suo padre non c'era più da un anno ormai, il segno che lui fosse vissuto in quei luoghi era evidente.
I mobili in legno erano stati tutti decorati rigorosamente a mano dal padrone di casa, e le pareti erano ricoperte di fotografie e ritratti della famiglia.
Il ragazzo si mosse verso la cucina e prese un bicchiere di limonata per la madre di sopra, senza spillarne nemmeno una goccia.
Non erano esattamente in condizioni di ristrettezze economiche, ma in tempi come quelli non potevano certo permettersi sprechi.
Salì le scale seguendo la voce di Katherine che ridacchiava ancora felice per il suo arrivo.
Bussò delicatamente alla porta della camera della mamma ed aspettò che lei gli facesse segno di entrare.
Una volta le porte delle stanze rimanevano sempre aperte, ma negli ultimi tempi la mamma aveva insistito su questa piccola tradizione del bussare.
Lei non aveva voluto dare spiegazioni, ma il ragazzo aveva capito che non voleva che la sorprendessero a farsi un'iniezione o a prendere una pasticca. Odiava che la vedessero malata. Voleva essere forte fino alla fine.
"Entra pure tesoro" disse con un filo di voce.
Il ragazzo aprì la porta e vide la madre distesa nel letto intenta ad ascoltare Katherine e le sue avventure scolastiche.
Era diventata sempre più bianca con il passare dei mesi, e due occhiaie profonde le circondavano quelli che una volta erano stati dei bellissimi occhi azzurri. Il suo sguardo era pieno di dolore, ma allo stesso tempo era felice perché i suoi bambini erano finalmente insieme con lei.
"Ciao mamma" disse il ragazzo con un sorriso finto. "Ti vedo meglio oggi"
Mentire non aveva senso. Entrambi sapevano che la malattia era incurabile e l'avrebbe portata via nel giro di meno di un anno, ma non c'era motivo per cui anche Katherine dovesse soffrire.
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The Masterpiece - Il viaggio attraverso i mondi
Adventure#1 in Avventura! "Benvenuti nel vostro mondo, un mondo che voi stessi state contribuendo a distruggere" L'umanitá è costantemente ad un passo dalla propria autodistruzione. Che sia per inquinamento o per armi di distruzione di massa, l'uomo è sem...