Capitolo 1

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07:13 a.m

Mi alzo dal letto barcollando un pó dal troppo sonno.
Mi dirigo verso il bagno sciacquandomi la faccia,rabbrividisco al contatto della mia pelle con l'acqua fredda,facendomi venire la pelle d'oca.
Vado verso il mio armadio mettendomi una tuta grigia,una maglietta nera e la felpa abbinata alla tuta.
Prendo lo zaino sopra la sedia di camera mia e saluto velocemente mio fratello che era intento a sistemarsi la cravatta.
Esco di casa facendomi avvolgere dalla brezza primaverile che gira nell'aria delle strade di Manhattan.
Corro incontro ad un taxi entrandoci dentro.
«Per favore si diriga alla European Bartender School»
Dico al taxista gentilmente.
Dopo esattamente 20 minuti di ritardo arrivo nell'enorme edificio.
Pago il taxista.
Entro dentro la scuola.
E mi dirigo verso la classe,ma a quanto pare alla professoressa non va bene il mio ritardo,infatti mi manda dal preside.
Sbuffo passando da corridoio a corridoio.
Quando arrivo davanti alla segreteria,vedo un ragazzo che non ho mai visto.
Mi dava le spalle e allora lo osservo.
«Ok,benvenuto alla European Bartender School giovanotto»
Disse Rosa,la segretaria.
Appena mi vide, mi sorrise.
«Ti serve qualcosa Abby?»
Sbuffo nuovamente ruotando gli occhi al cielo.
«La professoressa Jhonson mi ha mandato dal preside perchè sono arrivata in ritardo»
La vecchietta si sistema gli occhiali dal naso mettendosi le mani sui fianchi e sospirando.
«Sempre la solita»
Poi mi fa un cenno con la testa verso la porta del preside Brown.
«Vai»
Annuisco e mi dirigo verso la "porta maledetta" come la chiamiamo noi studenti,ma non dopo aver notato che il nuovo ragazzo mi stava fissando.
Busso e dopo aver sentito un lieve "avanti" da parte dell'uomo all'interno del piccolo ufficio,entro con cautela.
«Smith che ci fa di nuovo qua?»
Domanda levandosi gli occhiali e appoggiandoli sopra la scrivania accanto ad una pila di cartelle messe l'una sopra l'altra.
«Sono arrivata in ritardo,ma ho avuto un contrattempo preside,mi deve credere,il fatto è che la professoressa Jhonson mi odia»
Chiedo implorandolo con gli occhi di non chiamare mio fratello.
«Smith con lei è sempre la stessa storia»
Dopo un lieve sospiro esclama
«E va bene! Per questa volta non le daró nessuna punizione,ma che non succeda mai più!»
Annuisco freneticamente
«Ok,preside Brown. Mi scusi ancora»
Dico rivolgendogli un timido sorriso e scomparendo dietro la porta.
Quando esco dalla segreteria dopo aver salutato Rosa,suona la campanella indicando che sta per iniziare la seconda ora.
Vado verso la classe di scienze cercando con lo sguardo la mia migliore amica,Sarah.
Quando la vedo all'ultimo banco della fila a destra,la raggiungo.
Mi siedo accanto a lei.
Quest'ultima mi ignora.
«Senti,mi dispiace»
Dico girandomi totalmente verso di lei e guardandola mordendomi il labbro inferiore.
«Dici sempre così,ma alla fine li fai sempre gli stessi errori»
«Lo sai come sono fatta,sono una ragazza che fa continuamente errori,è inevitabile,neanche me ne accorgo di quando li faccio.»
«Ok...»
Dice girandosi e guardandomi anche lei
«...ma solo per questa volta ti perdono»
Sfoggio un sorriso che mi va da orecchio ad orecchio.
L'abbraccio e in quel esatto momento arriva il professor Rodriguez.
Ci stacchiamo.
Prendo l'astuccio e il libro dallo zaino e li metto sopra il banco.
«Buongiorno ragazzi»
«Giorno»
Rispondiamo in coro
«Oggi iniziamo con ...»
Smisi di ascoltarlo.
Mi girai verso la finestra osservando gli uccellini che canticchiavano sopra i rami degli alberi.
Quest'ultimi dondolavano per il poco di vento che c'era.
Odio stare rinchiusa dentro la classe,quando fuori c'è un sole così splendente,ti viene di mandare a fanculo i professori e uscire dall'aula correndo per tutto il corridoio e arrivando al giardino e buttandoti per terra sopra l'erba morbida.

Chiudo l'armadietto dopo aver messo i libri dentro di esso.
Mi dirigo verso la mensa e noto che il ragazzo nuovo è seduto al tavolo con i miei amici.
Mi avvicino anche io e saluto tutti con un sorriso.
Quando con lo sguardo mi fermo su di lui lo squadro da capo a piedi e lui fa lo stesso con me.
«E tu sei?»
Domando
«Christian ma mi puoi chiamare Chris e tu come ti chiami Miss Laggard?»
«Abigail ma puoi chiamarmi Abby»
Dico in tono aspro.
Lui annuisce.
«Bhè?»
Guardo confusa David
«Cosa?»
«Siediti scema»
Ridacchio annuendo
Mi siedo e cominciamo a parlare del più e del meno con:
Sarah,David e Chris
Scopro tante cose di quest'ultimo:
Ama giocare a basket,abitava in Florida ma si è trasferito a causa del lavoro di suo padre e sua madre e la cosa che mia ha colpito di più è,che gli è morta la sorella di soli 10 anni,per colpa di un incidente con la bicicletta perchè un ubriaco l'aveva investita.
Suona la campanella
«Bhè ragazzi io vado,è stata piacevole la vostra compagnia»
Dice Chris alzandosi.
I miei amici gli sorridono,ma io no.

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