Ore 17:23
ANONIMO
Christian esce da una casa a me sconosciuta con una ragazza mentre ridono.
Pff ... stupidi ragazzini.
«Signore io sento che un giorno di questi ci scopriranno»
«Sta zitto Luke!»
Dico all'uomo che si stava mordendo il labbro nervosamente.
Mi correggo non è un uomo è soltanto uno stupido.
Li seguiamo nascondendoci da un muro a un cespuglio a una panchina e addirittura dietro alle persone ma quest'ultime sembrano non accorgersene.
I due ragazzi entrano dentro lo Starbucks.
Entriamo anche noi sempre facendo attenzione a non farci vedere.
Si siedono al bancone e noi qualche sedia più in là tenendoli d'occhio.
La ragazza sorride mentre Chris gesticola sorridendo anche lui.
Presto vedremo chi sorriderà per primo.
Faccio un ghigno.ABBY
Passare del tempo con Chris è molto piacevole.
Mi sta facendo ridere e divertire davvero tanto.
«Quindi ... ricapitolando ,tu hai picchiato tuo cugino con l'ombrello?»
Dico guardandolo seriamente per poi scoppiare a ridere seguita subito dopo da lui.
«Tu sei pazzo!»
«L'ho fatto per un buon motivo»
Si difende alzando il busto e allargando le braccia.
«Il motivo era sempre quello stupido robot»
«Jhonny»
Dice lui
«Come?»
«Si chiamava Jhonny»
Scoppio a ridere un'altra volta
«Mi prendi in giro?»
«Perchè dovrei prenderti in giro?»
«Ripeto ... tu sei pazzo»
Ridacchia
Dopo aver sgranocchiato qualche cosa paghiamo e usciamo dal bar.
Mi sento tremendamente osservata.
«Non ti senti osservato anche tu?»
Chiedo a Chris.
Quest'ultimo mi guarda con le sopracciglia aggrottate scuotendo la testa in segno di negazione.
Faccio spallucce.Sarà sicuramente una tua impressione.
-
«Sarah sul serio ... »
Prendo un sorso dalla granita fatta da me
« ... non mi va proprio di andare a casa di David»
«Non stiamo uscendo come una volta,mi vuoi dire quello che ti sta succedendo?»
Sbuffo perchè questa è la milionesima volta che me lo chiede da quando mi ha chiamata.
«Cosa dovrei avere?»
«Non lo so dimmelo tu»
Sospiro spazientita
«È tutto apposto Sarah»
La rassicuro
«Ok,ci vediamo domani a scuola»
Dice fredda
Tuuu ... tuuu ... tuuu
Cazzo!Sei sempre la solita
Il mio modo di essere distaccata dalle persone deve finire.
Fai in modo che finisca
Non ci riesco.
Sono diventata fredda e distaccata con Sarah esattamente dopo la morte dei miei genitori.
Litighiamo più spesso a causa mia.
Le abitudini che avevamo prima in un certo senso mi infastidiscono adesso.«Dimostra sempre quanto vuoi bene ad una persona se gliene vuoi davvero. Fai di tutto pur di non farla soffrire e anche se sembra strano avrai dentro una soddisfazione in mensa quando la vedrai sorridere,perchè saprai sempre che è grazie a te se ha il sorriso stampato in faccia»
Le parole di mia madre riaccheggiano nella mia mente.
Me l'ha detto il giorno prima che morisse.
Mi manca tanto.«Sei una fannullona,una poco di buono»
Un bruciore lancianante mi arriva alla guancia.
Le lacrime scendono senza il mio permesso facendomi mordere il labbro.È brutto pensarlo ma ... ricorderò sempre mio padre come l'uomo che mi picchiava,come l'uomo che mi considerava uno sbaglio,uno scherzo della natura,come l'uomo che mi diceva che non dovevo e non meritavo di nascere.
Avevo mia madre,lei era l'unica che mi capiva.
Ed è morta soltanto perchè quello stronzo di mio padre era ubriaco.
Do un pugno sul tavolo facendo cadere il bicchiere e rovesciando la granita sul legno marrone.
Faccio un grugnito di rabbia.
Mi squilla di nuovo il telefono ma questa volta è un numero sconosciuto.
Rispondo.
«Pronto?»
Una voce ridacchia e attacca.
Allontano il cellulare dal mio orecchio.
«Ma che cazz...?»Sarà sicuramente qualche stupido ragazzino o meglio bambino che fa scherzi telefonici.
Forse hai ragione.
Ho sempre ragione mia cara.
Ignoro la mia coscienza che continua a vantarsi e vado in salotto.
Mi poggio sul divano e mi addormento a causa della testa diventata all'improvviso pesante.«Non dovevo esistere!»
Urlo piangendo
«Abby non dirlo»
Mi dice in tono dolce mio fratello abbracciandomi e accarezzandomi la testa.
Mi lascia un bacio in fronte.
Ad un tratto lui scompare e quasi cado quando non sento più il suo corpo vicino al mio.
Alzo la testa e mi guardo in torno.
Una stanza bianca.
Ma cosa?
«C'è qualcuno?»
Nessuno risponde.
Si sente solo l'eco della mia voce.
«Mi dispiace davvero tanto bambina mia»
No,non di nuovo quelle parole.
In un'attimo mi ritrovo in mezzo all'autostrada con una macchina che va a fuoco ormai capovolta.
La macchina dei miei genitori.
«Mamma,non te ne andare ti prego»
Mi giro per guardarla almeno un'ultima volta ma... è scomparsa!
«NO!»«NO!»
«Abby?»
La voce di Chris mi arriva alle orecchie.
Mi metto una mano sul petto.Sempre la stessa fottuta storia!
«Shhh ... è stato solo un incubo»
Dice abbracciandomi e facendo appoggiare la mia testa sul suo petto.
Respiro affannoso,sudore,caldo.
Tutte cose che provo ormai da due anni.
Mi stacco da lui e mi alzo dal divano.
Vado dove c'è la foto di mia mamma appesa come se fosse un quadro.
Mi metto sotto essa seduta a terra.
Guardo un punto vuoto e mi porto le ginocchia al petto dondolando come sotto shock.CHRIS
«Macchina ...»
Comincia a dire mentre il suo respiro si fa più affannoso ed irregolare.
«Cosa?»
Domando confuso
«Fuoco...»
Il suo petto si alza e si abbassa velocemente.
«Incidente ...»
Deglutisce.
«Morte!»
Urla mettendosi le mani tra i capelli.
Indietreggio spaventato dalla voce dolorosa e arrabbiata di Abby.
Deglutisco.
«A-Abby?»
La chiamo balbettando
Alza lo sguardo verso di me e per un'attimo temo volesse uccidermi.
Si alza lentamente e viene verso di me con altrettanta lentezza.
Mi costringo mentalmente a non indietreggiare nuovamente ma è inevitabile.
«È solo colpa sua!»
Urla fermandosi di botto,fortunatamente lontano da me.
«Colpa di chi?»
Domando.
Mi prendo di coraggio e mi avvicino a lei.
«Colpa di Mark Smith»
«Chi è Mark Smith»
«Mio padre»
Sghignazza amaramente.
«Non lo consideravo e non lo consideró mai un padre a dire la verità. Neanche adesso che è morto!»
Urla l'ultima frase.
Le vado incontro e le prendo il suo viso tra le mie mani.
La mia pelle abbronzata è in contrasto con la sua pelle lattea.
«Ci sono io,ok?»
Mi guarda negli occhi.
Ma non riesco a decifrare nessuna emozione.
Come la prima volta che mi ha guardato.
I suoi occhi diventano più scuri.
«Voglio morire»
Dice con disprezzo.
Contraggo la mascella.
«Non dirlo!»
Dico levando ogni contatto che c'era un'attimo prima tra di noi.
«Anche io volevo morire quando ho scoperto che mia sorella era morta. Ma questo lo sai cosa vuol dire?»
Le chiedo.
Scuote il capo lentamente.
«Vuol dire arrendersi. Farla vinta a chi l'ha uccisa. E io non lo farò mai,ammazzerò con le mie stesse mani il bastardo che me l'ha portata via»
Si avvicina a me e mi abbraccia circondandomi il collo con le sue braccia minute.
Sospiro e le circondo la vita avvicinandola di più al mio corpo.
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