Gennaio 2005
A Lidia non dispiace aver lasciato la sua vecchia scuola,il suo piccolo paesino e la sua piccola stanzetta. A lei piace essere sfuggente, andare via quando ne ha voglia.
"Sarà una bella esperienza." Le dice sua madre convinta. Ha dei lunghi capelli rossi che incorniciano il suo viso delicato. A Lidia è sempre piaciuta la particolarità, e sua madre Chloe lo è. Ha un occhio verde e l'altro marrone. A differenza di Lidia è alta, con spalle larghe come una dea.
È così bella, pensa Lidia. Vorrei essere come lei.
Lidia non è come lei. I suoi capelli sono lunghi, ondulati e marroni. Ha occhi neri. È bassa e le sue spalle sono così fragili.
Sono così banale, pensa.
"Sarà una bella esperienza ricominciare tutto daccapo o portare gli scatoloni del trasloco su per le scale?"
Lidia fissa prima il palazzo davanti a lei, sembra decente, un condominio alquanto normale. Hm. Normale. Tutto nella sua vita è così normale.
"Entrambe le cose." La madre le sorride, prende due scatoloni ed entra nel palazzo.
È sempre così positiva, perché non sono come lei? Pensa Lidia. Ma si, avevamo bisogno entrambe di una svolta. Di un nuovo stimolo. Ho solo 17 anni, tutto andrà per il meglio, riuscirò a farmi dei nuovi amici. Ho bisogno di farmi nuovi amici.Sospira e prende due scatoloni. È così bassa che non le si vede la faccia, riesce a vedersi solo le scarpe. Va a tentoni verso il portone, il quale è stato bloccato prima dalla madre per farlo stare aperto.
Mentre lo attraversa, la porta le colpisce mezza spalla facendole male. A causa degli scatoloni non riesce a vedere bene, ma un ragazzo passando non le ha tenuto la porta lasciandolo sbattere contro di lei.
Lidia si gira, ma riesce a vedergli solo la nuca bionda, non le chiede nemmeno scusa e si dirige alla fermata dell'autobus.
"Stronzo." bisbiglia Lidia non facendosi sentire.Ma lui la sente. Fa finta di niente ignorandola. Non vuole avere problemi.
Però si, forse sono stato stronzo. Pensa."Sono distrutta." dice Lidia.
"Ci rimangono solo cinque scatoloni." controbatte Chloe.Mettono tutto a posto. Ognuno sistema il suo scatolone. Lidia pulisce la sua stanzetta lilla, e Chloe pulisce il resto. Non è così male.
Lidia si stende sul letto. Non le manca il suo passato. Sarà un nuovo inizio. Quello che le spaventa è la scuola. Non farsi nuovi amici.
"Andiamo a conoscere i vicini. Ho preparato un pezzo di ciambella per tutti!" La madre è davvero così piena di energia.
"Poverini." commenta Lidia.
"Perché?"
"Dovranno mangiarsi la tua ciambella."
"LIDIA!"
"Scusa, scusa. Due minuti e andiamo."Si alza dal letto a va verso lo specchio. Prende i suoi trucchi e cerca di coprire le sue lentiggini. Dio, non le piacciono per niente. Il trucco non copre niente. Sbruffa e va dalla madre. "Dopo che i vicini saranno morti di indigestione per la tua ciambella, e noi dovremo trasferirci, gli scatoloni li porterai tu." Oh Lidia, sempre così diretta.
Sono arrivate all'ultima porta. L'ultimo vicino.
"Daii, ho le mani occupate, bussa tu."
"Mamma..."
"Sei così pigra, muoviti."
Lidia manda gli occhi al cielo. Continua a sbruffare incrociando le braccia.
Sente dei passi e poi la porta si apre.
Appare un ragazzo biondo in jeans e felpa.
Lidia non sapendo perché,gira la faccia dall'altra parte.
"Siamo le nuove vicine. Abbiamo portato un pezzo di torta." Deve sempre parlare così tanto Chloe.
Il ragazzo non dice niente, apre solo le braccia e le lascia entrare.
Si accomodano sul divano e Lidia tiene gli occhi fissi sul tappeto.
Esce dalla cucina la madre del ragazzo. Si chiama Mary, è bionda come il ragazzo ma più gentile.
Mary e Chloe parlano, parlano, parlano.
E i due ragazzi fissano il tappeto e stanno zitti, zitti, zitti.
Si alzano contemporaneamente. "Posso andare in camera? Sono stanco."
"Posso tornare a casa? Sono stanca."
Entrambe le madre li fissano. Annuiscono.
Lui si avvia verso la stanza.
Lei va verso la porta, girandosi fissa per la prima volta il ragazzo che è di spalle. Riconosce quella nuca.
***
Ansia. Ansia. Ansia. Calmati Lidia.
Ok. Jeans. Maglione. Scarpe. Zaino. Ho tutto. Ce la posso fare. Entrerò e sorriderò a tutti. Mi farò degli amici. Ce la posso fare."Buona fortunaaa." Le grida la madre dalla cucina.
Scende di corsa le scale e si precipita alla fermata dell'autobus.
Sente dietro di sé dei passi. Le si affianca il ragazzo di ieri. Prendono la dovuta distanza e non si parlano. E neanche si guardano,se no di nascosto appena l'altro abbassa lo sguardo.
È carino, pensa Lidia. E si agita ancora di più.
Lui tira fuori dallo zaino un libro.
L'autobus arriva e Lidia entra. Si guarda intorno tutti i posti sono occupati.
"Signorina si sieda." le dice l'autista.
Ma l'autobus è pieno.
"Signorina!"
Continua a camminare e trova un posto libero.
"SIGNORINA SI SIEDA!"
Sta per sedersi al posto libero. "Siediti, cazzo"
Si gira. Il ragazzo biondo ha gli occhi sul libro e il posto accanto a lui è libero.
È stato lui a parlare? In fondo non ha mai sentito la sua voce.
Con l'attenzione ancora sul libro.
"Siediti, cazzo."
Lidia si siede accanto a lui. Quest'ultimo si mette dal lato del finestrino e mettono fra loro una debita distanza.
Ancora mi deve conoscere e già mi odia. Pensa Lidia. Si può odiare una persona senza neanche conoscerla?
Il ragazzo legge ancora il libro senza rivolgerle più la parola. Avrebbe dovuto salutarla. O chiederle scusa. In realtà voleva solo leggere il suo libro in santa pace senza sentire l'autista sbraitare. Certo, potevo essere più gentile, pensa.
Appoggia una mano sul sedile, affianco a quella della ragazza. Non si sfiorano, ma è come se lei fosse entrata nel suo spazio.La ragazza nota la sua mano, quelle vene, le dita lunghe. Si sporge leggermente e inizia a leggere il libro senza farsi accorgere. Il ragazzo gira le pagine troppo velocemente per il suo ritmo.
Lei prova a stargli dietro, non sapendo che proverà a farlo per il resto della sua vita.
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Piccole Cose.
Romance"Perché ti sei innamorata di me?" "Perché non avrei dovuto esserlo?" "Perché non sono come gli altri." "Infatti a me gli altri non piacciono." "Perché ti sei innamorata di me?" "Io...non lo so." "Allora...quando ti sei innamorata di me?" "Io...non l...