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Lidia non voleva tornare da Daniel in ospedale,non voleva dargli quella soddisfazione,soprattutto dopo essersi comportato in quel modo con lei;ma Lidia non voleva neanche far vincere il suo orgoglio,voleva essere più matura. Una parte di sè le diceva di allontanarsi da Daniel,l'altra le diceva di godersi ogni istante con lui anche se si fosse trattato solo di amicizia.

Le due parti di Lidia erano continuamente in lotta. "Si." pensò Lidia "mi allontano costantemente dalle persone per il semplice gusto di farlo." Lidia,in realtà,sapeva perchè si allontanava dalle persone,e se non era lei ad allontanarsi,faceva in modo che le altre si allontanassero da lei. Non dipendeva da nessuno e non voleva iniziare a farlo proprio ora. 

Allora perchè era in ospedale dietro la stanza di Daniel? E perchè era rimasta male dopo aver saputo che Daniel era andato via da due giorni senza dirle niente? 
A quanto pare anche lui era una di quelle persone che aveva fatto allontanare Lidia,eppure,lei aveva quasi creduto che lui potesse distruggere il suo muro.

Lidia si sentiva svuotata,letteralmente svuotata. Non riusciva ad essere felice e non riusciva neanche a piangere. Sentiva solo un enorme vuoto nel petto e grande confusione in testa,e soprattutto,si sentiva una stupida. E si sentiva innamorata,anche tanto. E dopo aver constato ciò si sentiva ancora più stupida. Non lo conosceva neanche in fondo,lui neanche la calcolava più di tanto. Era come essersi innamorata... del nulla. Esattamente,del nulla. Lo "conosceva" da pochi mesi e lei era già innamorata.
"NO,IO NON SONO INNAMORATA" si ripeteva. Più se lo ripeteva e più sentiva crescere la paura imminente della verità: Lidia aveva iniziato a dipendere da una persona,si sentiva male per colpa di quella persona,non riusciva a trovare attraenti altri ragazzi per colpa di quella persona,non riusciva a concentrarsi sullo studio per colpa di quella persona. E quella persona era il nulla.
Bello essersi innamorati del nulla. 
La cosa che le faceva ancora più paura era pensare al futuro,semmai ce ne fosse stato uno,pensare a quando conoscerà meglio quella persona. E se lei era innamorata adesso,che neanche lo conosceva,quando lo avrebbe fatto ne sarebbe stata catturata.

Lidia era anche molto incazzata,soprattutto con sè stessa,per essersi permessa una cazzata del genere. "Tanto ha deciso di allontanarsi,quindi tutto è risolto,lo dimenticherò." Doveva autoconvincersi e credere a quelle parole. Si sentì ancora più male. Non voleva perderlo,ma non voleva cedere. Odiava sè stessa tanto quanto amava quel ragazzo.
Lidia aveva un altro problema oltre al fatto di innamorarsi a caso del nulla;non sapeva gestire la rabbia. Era in una vera e propria crisi,voleva presentarsi alla sua porta e chiedergli perchè la stesse ignorando soprattutto dopo che lei gli aveva salvato la vita,e non l'aveva lasciato mai,neanche un secondo. 
E così fece,si presentò alla sua porta con i pugni stretti e un macigno sul cuore e nella gola,ma quando lui aprì la porta,ogni tentativo di restargli lontano o lontano si polverizzarono. 
"Ehm...ciao." Le disse lui più sconvolto del dovuto,aveva provato ad evitarla così tanto.
"Vedo che stai meglio."
"Abbastanza."
"Potevi avvisarmi,sono stata in ospedale oggi...a proposito ho voluto ridarti questo,non mi serve più." Gli consegnò il libro che aveva trovato dietro la porta un mese prima. Non voleva ridarglielo in realtà,più che altro voleva fargli capire che si era accorta del suo allontanamento. Era fatta così,se tu ti allontanavi di 5 metri,lei si allontanava di 50 metri, era una continua sfida starle accanto.
"Sai che puoi tenerlo,è un regalo."
"Si ma..."
"Lidia,devo dirti una cosa."
"So già cosa vuoi dirmi,solo...non capisco il perchè."
"Perchè voglio rimanere solo."
"Non sembrava così due giorni fa in ospedale."
"Ho le idee confuse."
"Su cosa?"
"Riguardo il mio patrigno,scusa,non c'entri tu,voglio solo dedicarmi un po' a me stesso,dico davvero. Se hai bisogno sai dove trovarmi."
Voleva urlargli contro una bestemmia,dirgli che era un egoista o che lei aveva bisogno di lui. E ovviamente non fece niente di tutto ciò. Gli disse solo "Va bene,se hai bisogno sai dove trovarmi."
Appena Daniel chiuse la porta Lidia sentì già la sua mancanza.

Appena Daniel chiuse la porta sentì già la mancanza di Lidia. Era un vigliacco,ecco cosa era,non voleva lasciare il suo cuore in mano a nessuna, o avere il cuore di Lidia nelle proprie mani. Riaprì la porta,cercando di rimediare allo sbaglio appena fatto,ma Lidia non c'era più,anche se lui sapeva che l'avrebbe trovata ovunque:negli occhi di un passante,nel sorriso riflesso nello specchio,nella camminata sinuosa di un'altra ragazza...l'avrebbe trovata ovunque per ricordargli l'enorme errore che aveva commesso. 

Lidia dopo due settimane di silenzio era scesa di 4kg,non aveva fame,e se ne aveva non mangiava mai abbastanza. Ogni volta che lo pensava le si chiudeva lo stomaco,aveva quella voglia di dormire e non svegliarsi mai più,solo farla finita. E si era ridotta così per un ragazzo. O forse Daniel era solo una scusa,aveva tanti problemi con sua madre e le mancava suo padre,le mancava una persona che non aveva mai conosciuto.
Lidia non era triste,stava per entrare in un turbine di malessere infinito che si sarebbe prolungato per il resto della sua adolescenza. E cosa ancora più strana e dolorosa:nessuno se ne accorgeva,e se lo facevano non chiedevano, forse sapevano che Lidia non avrebbe risposto o avrebbe inventato una scusa pietosa.
Cosa poteva rispondere?Tanto tutti sono troppo presi dai propri problemi per non accorgersi di quelli degli altri. Figuratevi se si potevano accorgere della depressione di una sedicenne in crisi premestruale. La verità è che Lidia ne aveva viste e sopportate molte,cose che qualcuno non riuscirebbe a concepire e vedere nel corso intero della propria vita,Lidia le aveva vissute sulla propria pelle,e ne era uscita non illesa,spezzata,ma ancora forte.
Forse per il suo forte masochismo chiese a sua madre quella sera perchè si fossero trasferiti da un giorno all'altro.
"Non sono fatti tuoi tesoro."
"Sono più che fatti miei."
"L'importante è che tu sia felice quì."
"Il punto è che non lo sono." Lidia pronunciò quelle parole quasi come un sussurro,la madre le sentì e la trattò con sufficienza.
"Ma siamo al sicuro."
"Al sicuro da cosa?"
La discussione terminò lì,la madre voleva mantenere il suo segreto,era convinta di poterlo fare,ci stava riuscendo,ma aveva dimenticato un piccolo grande dettaglio:bruciare le vecchie lettere.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 21, 2016 ⏰

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