Piccole Cose.

Prologo

Gennaio 2015
"Non so quale anima coraggiosa si sia impossessata di me e ti stia scrivendo queste poche righe.
Non so cosa mi abbia spinto a fare questo.
Forse ogni tuo sguardo,ogni tuo sorriso,ogni tuo passo dentro quel corridoio pieno di gente,mi ha spinto a fare ciò. Mi ha spinto a prendere una penna in mano,cercando invano di scrivere parole sensate che ti facciano capire abbastanza quello che tu sei per me. Quello che io provo per te. E sono sicura che non ci riuscirò pienamente,perché il sentimento che provo per te è molto più profondo di quello che scriverò nelle prossime righe. E sono sicura che le parole più belle e più vere non riuscirò a tirarle fuori e resteranno dentro questa penna che sto tenendo nelle mie mani tremolanti.
Era una gelida mattina di gennaio quando ti ho visto per la prima volta. Una di quelle mattine in cui alzarsi dal letto è un'impresa impossibile e impensabile. Una di quelle mattine in cui vorresti bere una tazza di cioccolata calda e guardare dalla finestra il temporale che incombe.
Da quella mattina non riesco più a sorseggiare il mio caffè senza che tu mi attraversi la mente. Senza che il tuo sorriso invada i miei pensieri. Ed è strano che io reagisca così per un sorriso che non è rivolto a me. Per degli occhi non mi sfiorano. Per delle mani che non mi accarezzano. Per delle labbra che non mi curano. Per un cuore che non batte per me e per un'anima che non mi conosce più.
Per una persona che non è mia.
E da quella gelida mattina di gennaio,non posso far altro che amarti da lontano,immobile,inerme,senza batter ciglio e senza emettere alcun fiato.
Amandoti a distanza."

Dopo aver scritto queste parole,Lidia decide di buttare la lettera. L'ennesima.
Avrebbe dovuto rispondere alle sue domande prima.
"Perché ti sei innamorata di me? Quando ti sei innamorata di me?"
Ma il tempo è passato. Loro sono passati.
Forse dovrebbe solo bussare alla sua porta e basta.
In fondo, è da lì che è iniziato tutto.