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Daniel sale le scale e posa il libro sul tappeto. Perché lo sto facendo? Pensa.
Dopo aver bussato alla porta di lei rientra a casa sua.
Subito dopo si pente della scelta che ha fatto. Domani avrebbe dovuto parlarle? Lui non sa cosa dirle, in fondo. E poi ha paura. Ogni volta che conosce le persone finisce con l'odiarle. Le persone gli piacciono quando stanno in silenzio, riservate. È strano che abbia paura di conoscerla,ha paura che lei dopo aver parlato non le possa piacere più. A lui non dispiace la sua compagnia. Non le piace in quel senso.
Come con Giorgia, anche se più piccola di lui, non gli dispiaceva scambiare piccole parole. Poi lei è diventata così...lei. Si è fatta conoscere e lui ha iniziato ad odiarla. Più conoscono le persone,più mi fanno schifo. Pensa.

Lidia raccoglie il libro da terra.
"Chi è?" urla la madre dall'altra stanza.
"Stranamente non c'è nessuno." corre a chiudersi in stanza con il libro fra le mani.
Un capitolo dopo l'altro decide di fermarsi. Non le piace più. Allora perché prima le piaceva così tanto?
Leggerlo con lui è tutta un'altra storia. Pensa. Infila il libro nello zaino, lo avrebbe letto domani nell'autobus riprendendo dal capitolo che aveva lasciato insieme a Daniel.
Poi pensa, dovrei ringraziarlo domani? Lui non mi parla mai. Forse è meglio così.

Stamattina Lidia si sente strana, ha il bisogno urgente di sembrare carina. Non ci riesce un granché, o almeno lei non si sente carina. Nella nuova scuola ognuno ha un suo stile, tutti sono così particolari ed intriganti, come Daniel.
Lei no, invece. Odio sentirmi così normale. Pensa. Forse dovrei fare qualcosa ai capelli.
"Non potevo prendere gli occhi di mamma?" bisbiglia allo specchio.
Esce da casa e si dirige alla fermata dell'autobus. Lui è già lì. Di spalle. Indossa jeans neri e la felpa grigia che indossava quando ha aperto la porta di casa sua ,l'altro giorno, facendola entrare con la madre. Dalle scritte che ha sullo zaino capisce che ama il rock.
Un altro tipo particolare, pensa. Beato lui.

Daniel sente dei passi dietro di sé, continua a guardare avanti anche se vuole osservarla meglio. Capire di che colore ha gli occhi,forse conoscerla di più. Lei si affianca a lui e non dice una parola.
Poteva chiederle qualcosa sul libro ma non lo fece.
Il pullman arriva ed entrambi salgono mettendosi allo stesso posto di ieri. Lei lo aspetta in modo che Daniel si possa mettere dalla parte del finestrino.
Daniel nota che una ragazza del suo gruppo si è fatta un paio di piercing sul viso. Vogliono essere particolari solo per farsi notare, pensa.
Nota uno spostamento della mano e lei che si china per prendere il libro. Si meraviglia scoprendo che non lo ha continuato, così anche lui inizia a leggerlo di nascosto, anche se lei sa benissimo quello che Daniel sta facendo. Lo lascia fare, in fondo le piace e il libro sembra più bello di ieri.

Il professore della terza ora manca, sono costretti a dividere i ragazzi in altre classi.
Lidia è in ansia,spera di capitare in un primo e non in una classe dove la gente è più grande di lei. Passarei inosservata comunque,pensa.
Lei, Giorgia e altre tre ragazze vengono portate in un quinto. Anzi IL quinto.
Mentre Lidia e Giorgia stanno per occupare le sedie vuote nota Daniel dall'altro capo della stanza.
"Devo registrare i nomi, lei è?" domanda il professore indicandola.
"Lidia Forest."

Daniel si gira quando il professore le domanda come si chiama. Può notare che i suoi occhi sono neri,un tutt'uno con la pupilla. E i capelli sono più lunghi di quanto ricordasse. Le lentiggini da lontano non si notano tantissimo.
Lidia. Ripete questo nome. È un nome che le sta bene, pensa. Non può far altro che non notarla. La sua faccia non è ricoperta da piercing, i suoi capelli non hanno un taglio strano né tantomeno sono tinti di quei colori che si portano ora.È così normale,pensa.Così semplice. Indossa dei jeans chiari e una maglietta a maniche lunghe che però lascia scoperte le spalle. Ha un livido su una di quelle.
Ripercorre con la mente la scena del portone. Forse è colpa sua. Sono uno stronzo...pensa.
Il professore di filosofia è sempre stato strano, ma non pensava potesse arrivare fino a questo punto. Inizia a parlare dell'arte del desiderio,della lussuria,e per far capire meglio ai ragazzi di quello che sta parlando,decide di formulare un gioco.
E si serve anche di Giorgia e Lidia.
Forma delle coppie, ognuno dovrà guardarsi negli occhi, poi chiuderli e lasciarsi andare al tatto.
Cambieranno compagno due volte.

Daniel inizia il gioco con Giorgia,lei gli sorride, poi chiude gli occhi e gli tocca il petto,i capelli il viso. Daniel si infastidisce un po', non gli è mai piaciuto essere toccato.

Lidia è in ansia. Costantemente in ansia. Dopo Giorgia sarà il suo turno,ma Giorgia è così coraggiosa. Lidia non riuscirà di certo a fare quello che sta facendo lei, in pratica sta facendo perdere a testa a tutti i ragazzi.

"Signorina Forest, tocca a lei." spero che il prossimo anno non sia il mio professore,pensa.
Si avvicina a Daniel. Nessuno dei due ha il coraggio di guardarsi negli occhi. Tengono lo sguardo basso. Il professore arriva e gli fa alzare la testa facendoli guardare negli occhi.
"Desiderio e lussuria." ripete.
I suoi occhi sono così celesti e la imbarazzano così tanto. Ma sono così belli.

I suoi occhi sono così neri, quasi impassibili. Le sue lentiggini gli piacciono così tanto.

Dopo di ché, chiudono gli occhi e si lasciano trasportare dal tatto.
Ti prego, non rovinare tutto adesso. Pensa Daniel. Non essere come Giorgia.
Ma lei non è Giorgia. Lidia è completamente diversa da lei.
Invece che toccargli il petto, i capelli, il viso, lei gli prende le mani. Gli accarezza dito dopo dito, si sofferma su ogni minimo particolare,dalle pellicine alle vene che percorrono il dorso della mano.
Intreccia le sue mani alle sue. Daniel fa un passo avanti guidato dall'istinto. Lidia fa lo stesso.
Lui bassa la testa e lei la alza. Si ritrovano con la mani intrecciate, le punte delle scarpe che si toccano e fronte e fronte.
E come lo sfogliare delle pagine anche il loro respiro si adegua e si abitua a un ritmo.

Lidia avrebbe voluto toccargli il petto, i capelli, il viso. Ma non era così coraggiosa. Avrebbe voluto mettere le sue mani sulle sue spalle e percorrerle tutte.
Dio,si sarà stufato di me. Pensa. Anche se le piaceva tenere le sue mani piccole nelle sue grandi. Lui fa un passo verso di lei e non sapendo come sono in perfetta sintonia.

Aprono gli occhi insieme e tutto l'imbarazzo di prima non c'è più.
Il professore fa sedere tutti.
"Desiderio e lussuria...per me è esattamente ciò che ha fatto la signorina Giorgia. Voi che ne pensate?" domanda il professore ai suoi alunni.
Lidia guarda Giorgia che sorride. "Vorrei essere coraggiosa come te."

Uno ad uno gli alunni si accordano con il professore tranne Daniel "Io non sono d'accordo. Il desiderio e la lussuria si possono provare in diversi modi, non solo palpeggiando l'intero corpo di una persona."
"Vuol dire che ha provato più desiderio e lussuria stringendo solo delle mani signor Daniel?"
Gli altri avevano visto solo uno sfiorarsi di mani. Ma Lidia e Daniel in quei pochi minuti avevano fatto molto di più.
"Assolutamente si." risponde Daniel guardando Lidia.

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