Lidia aveva la sensazione che dovesse succedere qualcosa dopo quello stupido gioco.
Non può non parlargli,soprattutto se resterà la sua compagna di viaggio fino alla fine della scuola, o la sua vicina di casa per molti anni ancora. Daniel le passa davanti in mensa,sembra passata un eternità dalla terza ora. Vuole solo sentire la campanella che suona e precipitarsi in autobus a leggere il libro con Daniel. Non vede l'ora di finire il libro, chissà, forse come in un club del libro Daniel gliene porterà un altro.Daniel è il primo ad arrivare sul pullman e si siede al suo posto. Lidia lo raggiunge poco dopo. Ha l'esigente bisogno di dirle qualcosa, avrebbe potuto dirle "Figo oggi a filosofia." o "Te la cavi con le mani."
Entrambe le opzioni gli avrebbero procurato un pugno in faccia, decisamente.
Lei prende il libro dallo zaino,mettono le mani al solito posto e iniziano a leggere. Mancano pochi capitoli alla fine del libro,senza qualcosa da leggere come sarebbe stato viaggiare con lei?
Il pullman si ferma di fronte il loro condominio non lasciandogli il tempo di finire quei due capitoli, Daniel avrebbe voluto divorare quel libro in santa pace a casa,ma non poteva non leggerlo con lei.
Escono a insieme dall'autobus e a passo lento raggiungono il portone. A quel punto Daniel affretta il passo, tutto calcolato. Arriva prima a lui alla porta e quasi come per scusarsi le tiene il portone aperto mentre la guarda negli occhi.
"Scusa per il livido."Lidia non aveva notato il livido che aveva sulla spalla. Fu lui a farglielo notare quel giorno. Lidia stava per ripondergli "Quale livido?" ma lui mosse un dito,cauto, quasi a chiederle il permesso e le pigiò lentamente sulla macchia viola che aveva sulla spalla.
Lidia vuole rispondergli che si, era stato proprio uno stronzo. Oppure "Vattene,cazzo" facendo riferimento alla prima mattina nell'autobus. In condizioni normale avrebbe risposto così, o anche peggio. Forse è per questo che non ho amici, pensa Lidia.
Basta guardargli gli occhi azzurri e il dito ancora ad accarezzare il livido che ferma Lidia. Rispondergli male...forse lui non l'avrebbe parlata più. E Lidia vuole che lui le parli.
Così lei si prende la colpa di tutto,piuttosto che far del male a Daniel, in qualche modo, decide di pestare il suo orgoglio che le tiene alta la testa.
"No, ehm, è colpa mia, sono io che non ho visto il portone che si chiudeva."Daniel ritrae la mano dalla sua spalla,si accorge ora di aver superato il limite.
Vuole continuare a parlarle ma non sa cosa dire,così si dirige a casa sua senza salutarla e né niente.
Può sentire il movimento degli occhi di Lidia roteare al cielo e poi dire "Dio mio" a mò di seccatura.Forse la colpa era di entrambi,essersi incontrati in un momento della loro vita così fragile. Forse loro non si sarebbero dovuti incontrare,o parlare. Avrebbero dovuto restare lì a sfiorarsi con gli occhi.
Non avrebbero dovuto correre il rischio di conoscersi per poi piacersi.Lidia scocciata entra in casa. Non sopporta gli sbalzi di umore di Daniel, un momento prima la odia e il momento dopo le chiede scusa. Eppure sono questi cambi di umore che rendono Daniel così interessante.
Dopo aver fatto i compiti si butta letteralmente sul letto e sprofonda in un sonno profondo.La mattina seguente Lidia non prova nemmeno a coprirsi le lentiggini. Tanto si vedono comunque. Prova a legarsi i capelli, ma non si piace. Non si piace mai.
In effetti Lidia non è poi così bella,pensa Daniel guardandola scendere dalle scale. Ma è interessante,e diversa dalle altre. A lui non piaceva la musica commerciale, e Lidia non era commerciale.
Dovrei salutarla, si, dovrei proprio. Pensa Daniel. Ma il pullman arriva facendolo distrarre.Si siedono al solito posto, le mani si sfiorano e iniziano a leggere.
L'autista prende una buca che fa rotolare Lidia letteralmente sopra Daniel.
Lidia si ritrae di scatto e farfuglia uno "scusa." in realtà Lidia non era dispiaciuta per niente. E sorride fra sé e sé.
Lidia ha già finito la pagina e guarda di sottecchi Daniel mentre legge. Sembra concentrato, con due rughe fra le due sopracciglia. Vorrebbe distendergli la fronte con due dita, quasi accarezzarla. Ma ovviamente, non lo fa.Daniel ha già finito la pagina e guarda di sottecchi Lidia mentre legge. Di scatto lei si gira e per non farsi cogliere distratto fa finta di leggere. Lui sa che Lidia lo sta guardando,e mette tutte le sue forze per non farlo anche lui. Ha paura di quello che potrebbe succedere guardandola negli occhi.
Dopo un paio di secondi Lidia gira pagina e Daniel riprende a guardarla leggere. Era come spiare una donna bellissima fare il bagno.Finiscono il libro. È il libro preferito di Daniel e vuole proprio sapere ciò che pensa Lidia. Ma vederla sorridere a fine pagina con gli occhi lucidi non ha prezzo. Così decide di farsi bastare quelle fossette con le lentiggini più evidenti del solito.
Lidia arriva a scuola e non fa altro che pensare come sarà il viaggio di ritorno senza niente da leggere. Sarebbe stata l'occasione giusta per parlargli. Il libro le è piaciuto così tanto, vuole ringraziarlo.
Ma Daniel al viaggio di ritorno non c'è. Lidia aspetta impaziente. Forse si è sentito male ed è uscito prima da scuola, pensa.
L'idea di comprare il sequel gli aveva sfiorato la mente qualche volta, ma a lui piaceva quel finale.
Daniel è uscito da scuola prima per comprare a Lidia il sequel del famoso libro,come aveva constatato, spiarla e vederla ridere non aveva prezzo.Lidia era praticamente in pigiama quando la madre fece capolino alla sua porta "Qualcuno ti cerca!" disse con sorriso malizioso e alzando la sopracciglia dell'occhio verde.
"È una persona inutile come papà o devo rendermi presentabile?" rispose Lidia con fare sarcastico.
"Io se fossi in te mi renderei più che presentabile." Chloe era così,si era imposta vivamente di essere la migliore amica della figlia, ma a tratti si rendeva opprimente e ridicola quando cercava di essere come la figlia. Dai vestiti, ai trucchi. Voleva essere giovane, diceva.Lidia scese dal letto e stuffata si mise un paio di jeans e una felpa maschile blu. Nah ah, non aveva proprio voglia di rendersi presentabile.
Ma quando andò alla porta avrebbe voluto essere molto più che presentabile, per la prima volta, sua madre aveva ragione.Invece che trovare solo il libro, stavolta trova anche lui.
"Ti va di leggere?"
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Piccole Cose.
Romance"Perché ti sei innamorata di me?" "Perché non avrei dovuto esserlo?" "Perché non sono come gli altri." "Infatti a me gli altri non piacciono." "Perché ti sei innamorata di me?" "Io...non lo so." "Allora...quando ti sei innamorata di me?" "Io...non l...