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Daniel non sa neanche perché si trova lì,davanti a Lidia. La sua idea era quella di suonare il campanello e lasciarle il libro sul tappeto,come aveva fatto la prima volta.
Invece restò lì immobile,e le prime parole che gli vennero in mente furono "Ti va di leggere?"
Tiene ancora il libro nelle mani aspettando la risposta di Lidia avvolta in una felpa più grande di lei.

Lidia annuisce,non riesce mai a parlare con lui. Avvisa la madre che tornerà per cena, o forse prima,in fondo non sa come si svilupperanno le cose. Sull'autobus avevano 20 minuti per leggere all'andata e 15 al ritorno perché alcune corse venivano tagliate. Lei non sapeva neanche come comportarsi, Daniel voleva leggere l'intero libro oggi pomeriggio? Lei non poteva saperlo,aveva provato alcune volte a decifrare i suoi occhi color ghiaccio,ma erano sempre freddi e distanti. L'unico modo per saperlo era seguirlo.
Lidia chiude la porta alle sue spalle.
Guarda Daniel con fare quasi interrogativo.

Daniel sale un paio di scale e si dirige all'ultimo piano,andava sempre lì quando voleva leggere, o quando il padre iniziava a picchiare la madre, o comunque quando voleva rimanere solo. Si mise a ridere,voleva stare solo con lei ecco perché l'aveva portata lì.
Si siedono sull'ultimo gradino, e senza dire niente, come è solito loro fare,avvicinano le mani e iniziano a leggere. O fare finta di leggere. Avere il libro fra le mani era solo un occasione per guardarsi meglio e di nascosto,senza che l'altro se ne accorgesse. In realtà Lidia sentiva lo sguardo di Daniel su di lei, e Daniel sentiva lo sguardo di Lidia su di lui. Solo che entrambi erano così codardi per chiudere il libro e dire "Okay,guardami ora." O almeno pensavano di non avere un coraggio del genere.
Arrivati al sesto capitolo,ormai stavano facendo finta di leggere da quasi un ora e mezza.

Daniel prese coraggio "Così,ehm, ti è piaciuto il primo libro?" disse mettendosi dritto e guardandola.
"Si." rispose Lidia,guardando a terra.
"Forte allora."
"Già."
"Senti...sono stato un pezzo di merda,scusami."
"Per...?"
"Per averti trattato di merda il primo giorno nel pullman."
"Ah...si, sei stato veramente uno stronzo." Per la prima volta Lidia è sincera con Daniel,niente filtri o moine.
"Posso farmi perdonare?"
"Farmi leggere i tuoi libri è già un modo di farti perdonare."
Daniel annuisce,non sa più cosa dire. Ma vuole continuare a parlare con lei.

"Così, ehm, che musica ti piace?" le domanda.
"Oh, musica non commerciale. Tipo Coez o Amber Run."
"Hai mai ascoltato gli Imagine Dragons?"
"No."
"Allora dovresti."
"È che non so dove procurarmi le cassette."
"Non preoccuparti per questo." Daniel sorride, Lidia pure, non sanno cosa dire, cosa fare, come comportarsi. Allora fanno la cosa più semplice e scontata di tutte, riprendono il libro e continuano a sfiorarsi con lo sguardo.

"Alloooora! Chi era quello?" le domanda la madre appena ritorna a casa.
"Il nostro vicino di casa (?)"
"Sai cosa intendo."
"E tu sai cosa intendo io."
"Dai Lidia! Ti piace?"
"Ma neanche lo conosco."
"Allora tu piaci a lui."
"Ma neanche mi conosce."
"Già... Lo dicevo anche io e poi sbaam,mi sono ritrovata a 17 anni incinta."
"Io non sono te mamma." E Lidia odia non essere come la madre.

Stamattina Daniel è nervoso,incazzato, irrequieto. Svegliandosi ha trovato la madre piena di lividi e tutta quella rabbia non riesce a gestirla. Si precipita alla fermata dell'autobus e quando vede Lidia ricorda che nella fretta di allontanarsi dal suo patrigno, e tutti gli altri, ha dimenticato il libro a casa.
Il pullman arriva e corre al suo posto.

Lidia si accorge che qualcosa in Daniel non va,lo capisce dal fatto che non ha ancora preso il libro,che invece che guardare il finestrino guarda per terra,che invece che poggiare la mano al solito posto la mette sul ginocchio che trema.

Daniel trema di rabbia. Come al solito non riesce a fare niente. Sa che Lidia lo sta guardando,e non come sempre. Lo guarda come se avesse paura. Non paura di lui, ma paura per lui.
A Daniel non piace tutta quella attenzione,così apre lo zaino e tira fuori una cassetta che ha preparato per Lidia la sera prima. Gliela consegna senza neanche guardarla.

Lidia legge sulla targhetta "Per Lidia.Imagine Dragons."
Daniel è stato uno stronzo ma in questi giorni la sta trattando veramente bene, e qualsiasi cosa stia passando non la merita.
Lidia prende fiato, si fa coraggio.

Daniel sente prendersi la mano tremolante. Si gira "Va tutto bene?"
No. Non va bene niente.
Ma avere la mano di Lidia nella sua lo aiuta a calmarsi. Quasi con forza la avvicina a sé, le prende entrambe le mani come durante l'ora di filosofia, e inizia a giocare con il braccialetto di stoffa.
"Si, va tutto bene."

Lidia è imbarazzata, solo lei si accorge che tutti li stanno guardando, prova a ritirare le mani, ma Daniel gliele stringe e non vuole lasciarla per nessun motivo.
"Si, va tutto bene." sa che sta mentendo, ma lei non è nessuno per costringerlo a farsi dire la verità. Così lascia perdere,per il momento, e lo lascia giocare con le sue mani ancora un po'.

Le ore a scuola non sembrano passare mai. Daniel ha solo bisogno di calmarsi ma non ci riesce e deve aspettare il viaggio di ritorno per stare ancora con lei.

Il viaggio di ritorno lo passano come quello di andata, mano nella mano e questa volta si guardano anche negli occhi senza dire niente.
Scendono dall'autobus e Daniel tiene il portone aperto per Lidia.
Nessuno dei due vuole tornare a casa, lui vuole ancora stare con lei, e lei vuole essere l'ancora di lui.
"Prendo il lettore cassette e torno,ci vediamo sopra." commenta Lidia.

Dopo aver preso il lettore,Lidia va all'ultimo piano, come ieri.
Trova Daniel già lì appoggiato al muro. Gli tende una cuffia e lei indossa l'altra, infila la cassetta che Daniel le ha preparato, anche lei si appoggia al muro e intreccia la sua mano a quella di Daniel, è quello che basta per farlo calmare.

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