Quel maledettissimo stronzo gli aveva completamente rovinato la serata! Più ci pensava e più sentiva l'urgente bisogno di alzarsi, prendere un coltello e piantarglielo dritto al centro del petto! Anzi no, quella sarebbe stata una morte veloce, lui doveva soffrire le pene dell'inferno invece!
E pensare che stava procedendo tutto così bene. Aveva trascorso delle piacevolissime ore in compagnia di un ragazzo che era semplicemente fantastico, gentile e comprensivo. Poi era arrivato quel cretino e aveva per forza dovuto rovinare tutto!
Matt sbuffò sonoramente per la millesima volta da quando aveva posato il capo sul cuscino, rigirandosi ancora una volta fra le lenzuola azzurre stropicciate incapace di prendere sonno.
Che significato avevano quelle parole? E quel gesto? Doveva aspettarsi qualcosa da lui o era semplicemente un altro tentativo per rovinargli l'esistenza ancora una volta? Ma, cosa più importante, perché riusciva ancora ad avere tutto quel potere su di lui? Era bastato un semplice contatto, averlo vicino più di quanto fosse appropriato per mandarlo completamente in confusione e di tutto questo non riusciva proprio a capacitarsene. Più ci pensava e più si convinceva che aveva troppe domande a cui non riusciva a trovare una risposta intelligente e che gli stavano facendo salire l'ansia, oltre che l'istinto omicida, a livelli esorbitanti. Lo sapeva che quella storia sarebbe andata a finire male, se lo sentiva, ma poi aveva deciso di ignorare tutto per il bene di Steve e per non rovinare il loro rapporto. Sapeva perfettamente quanto l'amico fosse legato a Damian per questo alla fine aveva ceduto e acconsentito ad ospitarlo senza opporsi ulteriormente, anche se la sua testa gli imponeva di continuare la battaglia. Ad avere a che fare con quello si finiva sempre sconfitti e scottati, senza eccezioni di sorta. Il vero problema sarebbe stato quello di riuscire ad ignorarlo il mattino seguente facendo finta di niente. E se lui avesse tirato fuori l'argomento? Avrebbe dovuto rispondere? Dissimulare? Emigrare in un altro continente?
«Ok, ora basta!» sbuffò a bassa voce scoprendosi del tutto restando a braccia e gambe divaricate mentre osservava il soffitto bianco. Almeno per il momento era inutile continuare a rimuginare, l'indomani a mente fresca ci avrebbe pensato. Ora voleva solo dormire e togliersi dalla mente la sensazione delle labbra di Damian sul suo collo.
Con l'intenzione di conciliare il sonno, che faticava ad arrivare nonostante l'orario, si alzò dal letto dirigendosi verso la scrivania ubicata proprio sotto la finestra, dalla quale filtrava abbondante la luce della luna e dei lampioni in strada. Recuperato l'iPod si fermò a lanciare un'occhiata alla parete di destra ricoperta da un mosaico di fotografie ed i suoi occhi vennero inevitabilmente attirati dall'unica immagine, fra le mille attaccate, che aveva conservato di lui in compagnia del moro. Era così intima e bella che non se l'era proprio sentita di stracciarla e gettarla nella pattumiera. In quel ricordo immortalato sembravano entrambi felicissimi, lui girato verso l'obiettivo e Damian con le labbra sorridenti appoggiate sulla sua guancia sinistra. Aveva una carica nostalgica talmente forte da sembrare quasi palpabile. Istintivamente si avvicinò di più perdendosi nel ricordo della giornata in cui avevano scattato quell'istantanea. Quel pomeriggio era stato molto speciale anche se non era successo nulla di estremamente particolare. Dopo aver passato una pessima mattinata a scuola e aver litigato con la sua migliore amica Amy per colpa di uno stupido sms, poco dopo pranzo il più piccolo sentì bussare alla porta e quando aprì si trovò inaspettatamente davanti Damian con in mano un film ed un sacchetto di orsacchiotti gommosi colorati. Avevano passato tutto il tempo a parlare e a farsi foro stupide con il telefono del maggiore stesi sul letto nascosti sotto una coperta di pile enorme, ignorando completamente il film che avevano messo in riproduzione, finendo poi per addormentarsi. Erano stati attimi leggeri e spensierati, in più Matt aveva trovato in Damian un ottimo ascoltatore ed un buon dispensatore di consigli, nonostante le apparenze. Lui era rimasto infatti zitto e buono a sentire i suoi sproloqui per più di un'ora, accarezzandogli le braccia o la fronte, coccolandolo e lasciandogli il tempo di sfogarsi su quelle che al tempo erano tragedie, ma che in realtà altro non erano che cretinate adolescenziali. Fu esattamente nel momento in cui girò la testa sul cuscino per incontrare gli occhi scuri del compagno cercandovi un segno di comprensione che capì di essersi innamorato perdutamente e di sentirsi estremamente completo quando era con lui.
«Non ti preoccupare.» gli aveva sussurrato Damian, senza smettere di passare le dita leggere sulla sua fronte «Vedrai che chiarirete. Ora siete solo arrabbiati e non vi rendete conto che partendo da una stupidaggine avete finito col tirare in ballo cose che in realtà non c'entrano niente.»
«Lo credi sul serio?»
L'altro sorrise «Se è vero che siete migliori amici e che tenete sul serio l'uno all'altra, allora sì.»
Ed ecco che poi nell'attimo seguente venne scattata quella foto che ora il ragazzo fissava perso, sentendo un nodo formarsi all'altezza della gola.
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My Lovely Enemy
ChickLitMatthew Evans è al secondo anno di università e lavora come cameriere nel sempre affollato "King's Cross" pub. Vive in una modesta casetta assieme al suo migliore amico fin dai tempi del liceo, Steven Cooper più grande di un anno, che invece studia...