Epilogo

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Era tutta mattina che Matt gironzolava per casa come una trottola, facendo incrociare gli occhi di Damian che, sfortunatamente, era obbligato ad assecondarlo in ogni delirio.
«Amore...» aveva provato a contraddirlo «se attacchiamo anche questo coso all'albero, va a finire che lo troviamo a terra, assieme a tutto il resto delle luci e delle palline.» osservò cauto.
Lo sguardo truce che si beccò lo fece però desistere dal dare nuovamente fiato alle corde vocali.
«Non è un coso!» precisò il compagno indispettito «è una pallina di polistirolo colorata che mi ha regalato il figlio di Patrick. Non mi va di tenerla nello scatolone... quel bimbo è così carino!» farfugliò ignorando il fatto che quel coso fosse brutto sul serio e che quel povero abete sintetico stesse chiedendo pietà.

Natale era finalmente arrivato e quell'anno Matt e Damian avrebbero ospitato in casa loro almeno una decina di invitati. Da quando si erano ufficialmente ritrovati, in quell'estate risalente ormai a due anni precedenti, di cose ne erano cambiate parecchie.
Dopo la laurea, Steve si era trasferito in pianta stabile da Amber a Greensboro, lasciando la casa nelle mani dei due neo piccioncini, felicissmi di intraprendere una convivenza a tutti gli effetti.
Damian aveva sistemato definitivamente le ultime cose nella sua vecchia casa, confermando ai genitori la sua decisione di ritrasferirsi, iniziando poi la sua carriera giornalistica nella redazione di Lynchburg. Matt, invece, aveva mantenuto il suo vecchio impiego al "'Cross", per continuare con gli studi e contribuire alle spese di casa, rendendo -fra le altre cose- felicissimo il gestore.
Il loro rapporto aveva finito col consolidarsi in maniera definitiva ed impeccabile, portando la complicità a livelli di coppie sposate da anni. Avevano imparato a conoscersi a fondo, senza mai però smettere di sorprendersi a vicenda e, cosa più importante, avevano imparato a comunicare alla perfezione. La lezione era bastata ad entrambi e, fortunatamente, questa li aveva indotti a cercare il dialogo in ogni situazione, piccola o importante che fosse. Senza pretendere di farsi carico di responsabilità e decisioni che spettavano ad entrambe le parti.
Ad ogni modo, i cambiamenti non c'erano stati solo per loro, ma anche per qualcun altro. Calvin, in primis, aveva rinunciato da qualche tempo ai capelli tinti, ai pearcing vistosi e all'atteggiamento da libertino strafottente, concentrandosi anima e corpo in una relazione -a dir poco stabile- con il pluritatuato amico di sempre. Ormai totalmente incapaci di vivere uno senza l'altro, lui e Dale avevano abbandonato la costa est per seguire i sogni de gloria di quest'ultimo, approdando felicemente in Canada. Senza però dimenticarsi di aver lasciato indietro qualche amico, dopotutto la promessa fatta a Matt era ancora valida!
Anche Lucas e Cedric si erano staccati dal resto delle loro conoscenze, eclissandosi nel loro piccolo mondo personale, permettendo ai vecchi feriti di archiviare in via definitiva anche quel capitolo.
Infine, ma non meno importante, Claire si era decisa -o meglio era stata costretta dal figlio- ad ufficializzare con la sua famiglia il rapporto con Keith, con il quale, fra l'altro, già si parlava di matrimonio.

Finito di agghindare ogni più recondito anfratto della casa, come se a fargli visita fossero esperti di arredamento di interni e non semplicemente i parenti, il più piccolo filò in cucina, dove Damian si stava assicurando di far trovare almeno qualcosa di commestibile.
Matt si avvicinò di più, abbracciando il compagno da dietro e spiando il suo operato. «Ti ho mai detto che sei sexy mentre cucini?» chiese muovendo lentamente le mani sul suo busto.
«Sì... più o meno sempre. Per questo non funzionerà!» lo ammonì il moro, senza però girarsi, continuando a mescolare il cibo in pentola.
L'altro restò leggermente deluso, ma non demorse di certo, spostando le mani da sopra a sotto la stoffa. «Posso convincerti in altro
modo?» mormorò con voce languida.
«No.» replicò l'altro convinto.
Matt a quel punto lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, allontanandosi di due passi. «Ti stai negando?» domandò preoccupato.
Damian si girò a guardarlo con fare annoiato, anche se sotto sotto era evidente che si stesse divertendo a vedere il più piccolo in quello stato d'ansia. «No, non mi sto lasciando comprare, che è diverso.»
L'altro si imbronciò, afferrando i lembi della sua maglia, tirandoli leggermente «Dai... dimmelo, ti prego!» piagnucolò insistente.
Il più grande afferrò quelle due manine che non ne volevano sapere di stare ferme, schioccando un bacio su ognuna. «Assolutamente no! E giusto perché tu lo sappia, non mi convincerai in alcun modo a lasciarti anche solo un indizio.»
«Ma non è giusto! Tu sei stato scorretto e hai sbirciato il mio regalo, quindi ora tu devi dirmi il tuo!» protestò il piccolo.
«Io non ho sbirciato un bel niente.» si difese.
«E allora come fai a sapere cosa ti ho regalato?» insistette il compagno, incrociando le braccia al petto.
«Ho ipotizzato e la tua faccia ha risposto al posto tuo. Tutto qua!» spiegò depositandogli un altro bacio in fronte. «Mi prometti di non pensarci più? Tanto fra poco lo scoprirai comunque.» aggiunse.
Matt alzò gli occhi al cielo, borbottando qualcosa di incomprensibile mentre si allontanava per aprire la porta, percependo comunque il moro soffocare una risata.

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