La loro famiglia? In che senso? Insomma il cognome di Jace era Wayland, mentre quello di Caleb era White, quindi, come potevano fare parte della stessa famiglia? Forse uno dei due era stato adottato dalla famiglia dell'altro, ma perché?
- Può lavorare con me prof! - la voce squillante di Kelsie sovrastò i miei pensieri, riportandomi alla realtà.
- Sei una traditrice Kelsie! - Le sussurrai sorridendo.
Di solito facevamo coppia nei lavori, ma era ovvio che, se le si presentava un occasione del genere, non ci avrebbe di certo rinunciato, insomma un ragazzo affascinante aveva bisogno di un compagno di laboratorio!
Presi Elle come compagna, non era brava in architettura perciò lasciava a me la maggior parte del lavoro e in quella lezione si limitò a parlare di quanto fossero carini i ragazzi nuovi.
Jace in effetti era davvero attraente. Era alto e aveva soffici capelli biondi che gli arrivavano appena alle spalle.
La sua carnagione bianca faceva risaltare gli occhi grigi penetranti e la sua voce calda e profonda era un sogno.
Caleb, aveva un fisico impeccabile, braccia muscolose messe in evidenza dalla carnagione scura, capelli fino alle spalle, neri corvini. Gli occhi dorati, a volte si scurivano, diventando quasi neri.
Pensai che fosse la luce a cambiarli in quel modo...Non potevo certamente immaginare la verità.
- Non la invidi nemmeno un po'? -
- Di chi parli Elle? - dissi mentre tentavo di tagliare una striscia di compensato.
- Di Kelsie... può lavorare con lui! -
- Guarda che potevi offrirti anche tu per essere la sua compagna -
Lanciai un'occhiata verso il tavolo di Kelsie. Jace era seduto accanto a lei con gli angoli della bocca appena sollevati a formare un sorriso, che rendeva ancora più angelico quel viso già troppo perfetto.
- Sì certo, per poi parlare di cosa? -
- Beh, di quanto sia affascinante l'architettura dei palazzi di Boston! - dissi scoppiando in una risata.
- Che idiota che sei! - commentò la ragazza.
- Dai! Avresti di sicuro trovato un argomento -
- Allora sentiamo, tu di cosa ci avresti parlato? -
Elle mi prese alla sprovvista
- Probabilmente gli avrei chiesto che corsi intendeva scegliere -
- Da brava secchiona quale sei! -
- Sì, diciamo che... ci tengo ad avere dei buoni risultati -
- Buoni risultati? - mi fece eco lei - L'anno scorso avevi la media più alta della classe! Tu ci vivi sui libri Isy -
Non aveva tutti i torti, studiare mi piaceva, soprattutto alcune materie che ritenevo più interessanti.
Scossi la testa e mi rimisi a lavorate. Avevo chiesto ad Elle di tagliare il legno per le pareti del nostro modellino, era un compito molto semplice, ma lei cercava di perdere tempo, dato che architettura era l'ultimo dei suoi pensieri.- Di cosa parlate? - chiese Jane avvicinandosi al nostro tavolo insieme a Clare.
Le due ragazze erano molto simili, entrambe erano esuberanti e gli piaceva essere fuori dal comune, anche se tendevano ad essere molto timide con chi non conoscevano.
Jane con il suo naso triangolare e gli occhi marrone acceso aspettava una mia risposta. Clare sembrava fare lo stesso da dietro i suoi occhiali da vista.
- Del fatto che Elle è troppo timida per parlare con i ragazzi nuovi - dissi abbassando di nuovo gli occhi sul compensato.
- Sarebbe a disagio chiunque, sono così carini! - disse Clare con tono sognante.
- Beh, magari sono quel genere di ragazzi che non hanno nulla in testa! - Alzai lo sguardo accorgendomi che Jace mi stava guardando e sorrideva, come se avesse ascoltato il nostro discorso.
Arrossii violentemente e distolsi lo sguardo, facendo finta di niente, lui, invece, rimase a fissarmi.
- Perché sei diventata rossa Isy? -
- Cosa? -
- Sei arrossita e vogliamo sapere perché! - Clare mi guardava curiosa.
- Emh... - stavo cercando una scusa plausibile, ma non ce ne fu bisogno perché il nostro discorso fu interrotto dalla voce acuta di Kelsie.
- Scusa Jace, non volevo! -
- Tranquilla non è successo niente! -
- Sono sempre la solita stupida, fammi vedere! -
- No, tranquilla non hai fatto niente! - il tono di Jace era calmo e credibile, ma si teneva il dorso della mano come se volesse nasconderla.
- Va tutto bene ragazzi? -
Kelsie stava per rispondere, ma Jace la precedette.
- Sì professore, Kelsie crede di avermi tagliato, ma guardi - disse mostrando la mano che fino a poco prima teneva coperta.
Quello che mostrò fu una mano affusolata, bianca come la neve, con un grande anello sul dito medio.
W, era la lettera realizzata con una pietra bianca incastonata tra l'argento.
Ma niente cenni di tagli o ferite.Kelsie sembrava confusa, non riusciva a spiegarsi quello che era successo, lei era convinta di aver ferito Jace.
Alla fine dell'ora, misi su uno scaffale il mio lavoro, non era proprio a buon punto, ma almeno era qualcosa.
Ero in piedi su una sedia per raggiungere lo scaffale più alto, gli altri ripiani erano pieni di progetti, alcuni più semplici, degli studenti del primo anno, altri invece più grandi ed elaborati.
Case con tanto di giardini, chiaramente opera degli studenti dell'ultimo anno.
- Potresti posare anche il mio? - la voce di Jace alle mie spalle mi fece sobbalzare, barcollai all'indietro e sarei caduta se Jace non mi avesse presa letteralmente al volo. - Scusa, non volevo spaventarti -
- Non preoccuparti - Mi voltai sorridendo, mentre lui mi aiutava a rimettermi in piedi sulla sedia.
- Grazie... - tesi il braccio per prendere il suo progetto, lui fece altrettanto per porgermelo.
Fu in quel momento che la notai: una piccola macchia sul polsino della sua maglia, era decisamente sangue!
Se non si era ferito perché aveva del sangue sulla manica? Cercai di fare finta di niente, anche se credo che Jace si accorse della mia reazione confusa.---------------------------------------------------------
Ciao a tutti! Questo capitolo è leggermente più lungo dei precedenti, spero vi piaccia questa nuova versione della storia! ❤👍
Se vi va fatemi sapere nei commenti, se vi piacciono di più i capitoli lunghi o quelli corti!
XOXO 😚
isobell_
STAI LEGGENDO
RED COLD BLOOD
Fanfiction-Stai cercando di mettermi paura ??- -non lo so , è paura quella che provi? - lo disse con voce fredda e dura , come se volesse farmi a pezzi di lì a poco. Non riuscii a dire altro , mi limitai ad annuire. - È proprio questo il tuo problema - disse...