capitolo 5 - il mio piccolo mondo

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Fu un primo giorno di scuola carico di emozioni, prima quel ragazzo carino, poi la signora Carter e infine Caleb, e Jace con quella strana faccenda del taglio.
Tornai a casa a piedi.
Spesso i miei genitori lavoravano e mia sorella aveva qualcosa da fare in città, o con il suo ragazzo.
Non mi dispiaceva affatto passare del tempo sola in casa, non avevo paura, insomma a Noon Hill non succedeva mai niente.
Aggressioni e morti erano cose da grandi città, come Boston, ma in una piccola cittadina come Noon Hill, dove quasi tutti si conoscevano, soprattutto gli anziani, non accadevano certe cose.
Restare sola mi faceva sentire bene.
Per una ragazza timida e sempre pronta a qualsiasi tipo di figuraccia, come me, isolarsi per evitare un po' di imbarazzo era come rinchiudersi in un piccolo angolo di paradiso, a bere tè e leggere un buon libro.
Ed era così che passavo il mio tempo libero, serie TV e libri, urban fantasy per lo più.
Così avevo trascorso anche l'intera estate, rimproverata continuamente dalla mia amica, fanatica della vita sociale, Kristy Cook, per aver "sprecato l'estate", secondo lei.
Ma a me sembrava tutt'altro che sprecata: tra un libro e l'altro avevo iniziato a scrivere, mi piaceva creare qualcosa di mio, il mio piccolo mondo, nel quale poter controllare e decidere tutto quello che accadeva: se farlo andare bene o male, se una cosa è giusta o sbagliata, metterci anche un pizzico di verità, di vita reale, cambiando alcune cose, per rendere migliore quello che era successo... ma questa, è un altra storia.

"Domani sera festa a casa mia per inizio anno! Ci sei vero? "

"Non lo so... Devo chiedere ai miei, ti faccio sapere stasera "

Risposi così al messaggio di Kelsie, anche se andavo incontro a un' occhiataccia di mia madre, Rose, e un' espressione severa di mio padre, Bill, sarei andata alla festa.
I miei genitori non erano molto contenti della mia amicizia con Kelsie.
- È una ragazza diversa da te - aveva detto mia madre, mentre papà si era semplicemente espresso con un : - secondo me si droga -
Kelsie poteva dare l'impressione: vestita sempre di scuro, grosse occhiaie, accentuate dal pesante trucco nero colato, occhi a palla, capelli sempre scompigliati.
Nonostante lei non fosse molto bella, esile, circa un metro e sessantacinque,
faceva comunque colpo sui ragazzi, cosa che invece a me riusciva difficile, molto difficile.
Non avevo mai avuto un ragazzo, neanche le storie da dieci minuti dell'asilo o quelle di un giorno delle elementari.
Niente.
Il primo ragazzo, a piacermi seriamente, fu il migliore amico di Kelsie, Christopher Hale, chiamato Chris dagli amici.
Mi era piaciuto per tutta l'estate, ma a lui ovviamente non interessava una ragazza come me.
Me ne ero fatta una ragione ormai.
- Niente ragazzi fino al diploma! - Avevo detto ad Elle e Kelsie e volevo davvero mantenere la promessa, ma ora qualcosa era cambiato, quel ragazzo, quello nuovo, non i perfetti Caleb e Jace, non loro, ma l'altro, "Moose", il ragazzo misterioso, sì, lui aveva cambiato le cose.

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