Una settimana alla partenza di Harry
Harry's Pov:
Un rumore di un mazzo di chiavi e caotici passi lungo il parquet, mi svegliarono dal sonno. Aprii lentamente gli occhi e mi trovai sdraiato sul divano, da solo, con la coperta ormai a terra.
«Possibile che quando ne ho bisogno, non c'è mai?!» una voce non molto distinta proveniva dalla camera di Grace, o meglio, dalla stessa Grace.
Mi alzai a fatica dal divano, non esageratamente comodo, strusciando i piedi verso la sua camera.
«Hai bisogno di qualcosa?» domandai, stropicciandomi gli occhi con pollice ed indice.
«Ah, Harry.» esordì, più fredda che mai.
Mi appoggiai allo stipite della porta mentre lei si cimentava tra lucidalabbra e spazzola. Era piuttosto nervosa e di fretta, a tal punto da dimenticarsi di abbottonare tutta la camicetta che indossava. Smosse i capelli con le mani e prese di fretta i libri che stavano sulla scrivania, inserendoli nella borsa.
Non dissi neanche una parola. Il suo sguardo era lo stesso di ogni mattina fin dalla nascita, un misto di tensione e irritabilità che impedivano di parlarle con tranquillità prima di una certa ora. Lo so, detto così potrà sembrare frustrante (e in parte lo era), ma era anche una delle cose che mi piacevano di più: il suo broncio la rendeva tenera e quando cercava di nascondersi dietro una maschera da 'dura' era solo perché entrava in uno stato d'ansia che forse solo io, modestamente parlando, riuscivo a farle passare.
Mi allontanai solo nel momento in cui varcò la soglia della porta, non filandomi di pezza. Andò poi in cucina e prese giusto il necessario da portarsi dietro, in primis la sua borraccia dell'acqua: credeva che se non si fosse idratata abbastanza sarebbe invecchiata prematuramente... roba da donne insomma.
«Signorina White - la richiamai- le ripropongo la domanda, ha bisogno di aiuto?» domandai con tono ironico, nella speranza che non mi sbraitasse contro.
«No, signor Styles. Sono perfettamente in grado di gestirmela da sola» mi fece un sorriso tirato, cercando disperatamente le chiavi dell'auto.
«A me non sembra - presi una pausa- comunque, fai tu»
Presi del tè che Grace aveva già preparato e qualche biscotto mentre la vedevo dimenarsi per tutta casa, poi mi alzai pronto a farmi una bella doccia calda.
«Haz» mi girai, sentendo la voce di Grace alle mie spalle
«Aspetta.»
«Cosa, signorina tutto fare?»
«Non - espirò pesantemente- non trovo le chiavi della macchina. Devo stare in università tra venti minuti e sai che la metro non ferma molto vicina. Potresti darmi un passaggio? Per favore?»
«Non ho qui la mia auto, sono in pigiama e stamattina mi hai ignorato. Secondo quale logica dovrei farlo?»
«Se usciamo entro cinque minuti in altri cinque siamo a casa da te, prendiamo l'auto e fino all'uni sono dieci esatti.»
«Per favore» mi pregò, facendo il suo solito faccino dolce.«Non mi hai ancora dato una motivazione convincente ma... staccami il cellulare dal caricatore e prendi le chiavi di casa, arrivo subito» entrai in bagno e sentii un suo distratto "ti amo" in lontananza. Lo usava spesso quando sapeva che stavo facendo qualcosa per lei in quanto lei e non perché fosse giusto o necessario. Aveva il terribile difetto di sapere come prendermi, e io non sapevo dirle di no, quindi andava a finire sempre così.
Entrai in doccia e superai ogni tipo di record di velocità, riuscendo a lavarmi e vestirmi in meno di due minuti.
«Ho lasciato dei vestiti in una busta in camera tua, passo più tardi a prenderli» le dissi prima di chiudere la porta di casa.
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Knightsbridge↠HS
Genç Kurgu«Perchè tutte queste lettere, perchè non me ne hai mai parlato?» Sbatté un pugno sul muro, facendomi sobbalzare. «Perchè lo scritto nero su bianco rimane più impresso di una mia futile parola nel tuo cuore.» Harry Styles fanfiction by @sunsethaz An...