Road

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"Sai vorrei raccontarti che ho imparato a non cadere, a non farmi del male e a volere solo bene"

Quando ascolto questa canzone mi viene in mente la Beatrice di tanti anni fa. La Beatrice ragazzina, sedicenne che avrebbe voluto pronunciare queste parole in modo fiero, ma che purtroppo non poteva. Non poteva perché per lei il mondo era tutto nero, non aveva via di scampo ed era continuamente messa alla prova. Avrebbe realmente voluto imparare a non cadere e a non farsi del male ma non le è stato permesso.

No, Beatrice non era una ragazza autolesionista, perlomeno non fisicamente. Era una ragazza che non reagiva, che sopravviveva, che predicava bene e razzolava male. Diceva agli altri:"Vivi con positività e vedi che qualcosa ti tornerà indietro" "La ruota gira, tranquillo" quando invece lei era la prima a non credere a tutto questo. Non ci credeva perché aveva smesso di aspettare un qualcosa che secondo lei non sarebbe mai arrivato.

Poi però ha scoperto Roma e da allora tutto è cambiato.

Non voleva più vivere lì dove è nata e cresciuta; non è mai stata tanto legata alla sua famiglia.

Ha aspettato con molta ansia e frenesia la fine del liceo, la maturità, per andare all'università e soprattutto per vivere nella città che le aveva permesso di dare una svolta alla sua vita.

"Non credo di far crescere un figlio in un posto in cui manco mi riconosco"
Briga aveva capito tutto di lei senza nemmeno conoscerla, per questo si era aggrappata a quella voce come se fosse la sua ultima possibilità.

L:"A che pensi Bea?"
B:"Penso che La strada verso casa mi sta sur cazzo"
L:"Non è vero. Dimmi un po' cosa c'è che non va"
B:"È una storia lunga Le', nun te preoccupa. Mo però dobbiamo andare altrimenti Filippo ci ammazza"
L:"Va bene va bene, mi tiro indietro"
Detto questo ci indirizziamo verso la macchina e poco dopo arriviamo fuori dal bar.

L:"Piccoletta parcheggi tu? Così inizio a parlare con Fil e a chiedergli i giorni per il viaggio"
Io e Lele avevamo deciso di partire per staccare un po' da tutto. Non faremo chissà cosa: avevamo intenzione di fare un coast to coast arrivando fino a Napoli, così lui mi avrebbe presentato la sua famiglia, per poi salire in Lombardia e tornare dai miei per la festa di mia mamma.
B:"Va bene..."
Dopo diverse manovre riesco a parcheggiare ...Si Bea, diciamo che le manovre non sono la cosa che riesci a fare meglio eh...
Entro nel bar e vedo Fil dietro al bancone
F:"Ciao Bea!"
B:"Ehi Fil come stai?"
F:"Bene tu? Come è andato l'esame venerdi?"
B:"Oh bene bene. Ma Lele?"
F:"Ah non lo so io. Dovresti saperlo tu"
B:"Ma come? Mi ha detto che sarebbe venuto dentro a chiederti dei giorni"
F:"Come dei giorni? Ma adesso dov'è?"
B:"Posso andare a vedere?"
F:"Vai vai, basta che stai attenta"

Esco di corsa dal bar e cerco di pensare.
La mia mente è annebbiata.
Lo chiamo al telefono e non risponde.
Non è entrato nel bar, ma l'ho visto dirigersi nella via.
Deve essere qui da qualche parte.

Giro l'angolo.
Vedo Lele e un ragazzo di spalle.
Cristiano.
L:"Cristiano lasciami perdere"
C:"Ma come? Fai tanto il duro, il ragazzo vissuto e poi manco mi guardi in faccia?"
Lele si gira di colpo.
L:"Ti ho detto di lasciarmi perdere. Non ho intenzione di menarti se é quello che intendi. Hai baciato Bea, e non so con quale forza io mi stia trattenendo, ma lasciami perdere e vai via"
C:"Forse mamma non ti ha dato il permesso?"
Cristiano viene afferrato per le spalle e sbattuto contro al muro.
C:"Oh oh, mo si è svegliato"
Corro nella loro direzione.
B:"Lele lascialo perdere!"
C:"Ehi ragazzina, che me racconti?"
B:"Che sei un coglione ecco cosa. Dai Le' torniamo a lavoro che Fil ci aspetta"
Detto questo il ragazzo si stacca da Cristiano.
Decido di prendergli la mano.
B:"Andiamo"

MAD WORLD/Lele Esposito/Cristiano CosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora