XVII - Ostaggio

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Una settimana dopo, risalimmo sulla carrozza che ci aveva accompagnati all'inizio.

Al castello era in corso una vera e propria festa organizzata per accoglierci nel miglior modo possibile: il vino scorreva come un fiume nelle gole degli invitati, persino nel mio bicchiere, nonostante non fossi particolarmente abituata a bere.

Ma, se tutti ebbero modo di apprezzare la sua qualità, io fui l'unica a correre per vomitare. No, decisamente non ero un'amante delle bevande alcoliche.

Rientrai nella sala da ballo dopo essermi rinfrescata la bocca, cercando di stare il più lontano possibile dai bicchieri di vino sempre più numerosi.

I capelli biondi di Lynwood spuntarono all'istante da un drappello di signori appartenenti alle altre famiglie reali invitate, per poi sorridere quando incrociò il mio sguardo.

Accennai un sorriso per non sembrare scortese e gli andai accanto, offrendo la mano a chiunque me la stesse porgendo.

"Spero vi stiate divertendo", mormorai al limite della stanchezza, mentre un altro vassoio colmo di bicchieri di vino mi scorreva davanti. E mi costrinsi a reprimere il secondo conato di vomito che iniziò a lottare incessantemente contro di me per avere la meglio.

"Naturalmente", rispose una signora grassoccia e dai vivaci occhi grigi. Scoccò un sorriso deliziato in direzione di Lynwood. "Il re di Dalias è un ottimo intrattenitore".

Alla nausea dovuta alla vista del vino, si aggiunse il disgusto provato nel sentire i suoi tentativi di abbordaggio.

Giù le mani, la minacciai col pensiero, prendendo Lynwood per mano e appoggiandomi alla sua spalla con fare possessivo. Incrociai i suoi occhi verdi e sorrisi felicemente. "Oh, sì, lo so".

"Non mi sono ancora congratulato per la vostra unione", si intromise un signore alto e bruno. Mi porse per la prima volta la mano. "Mi scuso per il ritardo".

La strinsi calorosamente, ringraziandolo con lo sguardo per la sua sincerità. "Non preoccupatevi".

Il signore strinse quella di Lynwood e disse: "Congratulazioni per il vostro nuovo titolo di re di Dalias, Vostra Maestà".

"Grazie mille, signore", rispose lui, lasciando formalmente la sua mano.

Ormai la stanza sembrava essere diventata rossa per gli infiniti bicchieri di vino tra le mani degli invitati e sui vassoi dei camerieri.

"Vogliate scusarci", sussurrai con un sorriso, trascinando Lynwood fuori dal gruppo per potergli parlare senza essere udita da orecchie indiscrete.

Lo portai in uno dei salotti del castello, chiusi a chiave la porta e mi voltai preoccupata nella sua direzione. "Se ordinassi ai camerieri di non portare più del vino nella sala del trono, credi che ci faremmo una brutta reputazione?".

Lynwood aggrottò le sopracciglia. "Cosa succede?".

"Ne ho bevuto un po' una ventina di minuti fa, finendo col vomitarlo del tutto. Da allora ogni singolo bicchiere di vino che vedo mi provoca la nausea". Una strana e improvvisa illuminazione si fece largo tra i miei pensieri. "È possibile che la trasformazione in Cavaliere d'Argento c'entri qualcosa?".

"Penso di sì", rispose lui, incredibilmente pensieroso. "Non ho mai assistito ad eventi del genere, però credo di sapere come scoprirlo". Mi prese per le spalle, mi girò nella direzione opposta e iniziò a slacciare il lacci sulla schiena del mio vestito, abbassandolo all'altezza della vita e togliendo tutto ciò che gli ostacolava il contatto con la mia pelle. Le sue mani mi percorsero la schiena provocandomi all'istante dei brividi di piacere ed eccitazione, ma purtroppo il suo scopo era un altro.

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