Capitolo 3

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Ero appena uscita dalla stanza dello psicologo, ovviamente non gli avevo raccontato niente del sogno. Sempre se era stato solo un sogno.

Stavo andando nella mensa quando la testa iniziò a farmi male, molto male. Mi appoggiai al muro per sostenermi, ma scivolai piano a terra.

Tenni la testa nelle mani mentre stringevo i denti e mi lamentavo per il dolore.

Un'infermiera passò davanti a me e si fermò per vedere se avevo qualche problema. Poco dopo venni trasportata in infermeria per vedere meglio la causa del mio dolore.

Faceva malissimo, non mi era mai successo. Mi dimenavo per farlo smettere ma il male aumentava sempre di più. Poco dopo mi abbandonai al dolore e svenni, aiutata anche dai sedativi che mi avevano sparato nel mio corpo tramite le varie siringhe.

Quando riaprii gli occhi mi ritroviai in una stanza bianca. Ero sdraiata su un lettino, come quelli dell'ospedale. Non era la solita infermeria, o almeno non me la ricordavo così.
Mi alzai cautamente ma una mano si posò sulla mia spalla.

"Sophie, stai giù. Non fare fatica."

Scattai in avanti appena sentii quella voce. Quel dolce suono attraversó le mie orecchie come un allarme, che mi avverte quando sono finalmente al sicuro.

"Lore... Che sta succedendo?"

Iniziai a singhiozzare senza motivo.
Anzi, un motivo c'era: qual era la realtà? E quale era solo frutto della mia immaginazione?

"Sei svenuta, ti ho portata in infermeria. Hai dormito per un giorno intero, ma ora stai meglio."

"No, non sto meglio."

Mi guardò preoccupato. Il mio sguardo bruciava i suoi occhi, sembrava come che ce l'avessi con lui, anche se non era così.

"Soph, dimmi tutto."

Il mio aguardo si addolcì sotto i suoi occhi scuri e penetranti. Gli presi una mano e alcune gocce fredde scesero sulle mie guance, finendo su lenzuolo, bagnandolo.

"Sto vivendo un sogno continuo. Due realtà diverse mi stanno facendo impazzire. Non so più se io, tutto questo o tu... Sia reale."

Le mie parole vennero spezzate dai singhiozzi. Le braccia di Lorenzo circondarono le mie spalle attirandomi verso di lui. Iniziai a piangere più forte sull'incavo della sua spalla, mentre stringevo tra le dita la sua maglietta nera.

"Sono reale. Questo è reale. E anche tu sei reale. Stai solo facendo degli incubi. Devi parlarne con Mr White."

Annuii leggermente ancora appoggiata a lui.

"Ti prometto che qualunque cosa accada, io ci sarò. Più reale che mai."

Sorrisi impercettibilmente contro il tessuto della maglia. Mi rialzai e mi sdraiai di nuovo sul lettino. Lore mi sorrise e appoggiò una mano sulla mia.

Mi sentivo bene, mi sentivo a casa. Quello, anche se era un manicomio orribile, era la mia vera casa.

"Quando potrò ritornare in camera?"

"Anche adesso, se vuoi."

Annuii decisa e staccai il tubicino trasparente collegato alla flebo. L'ago uscì dal mio braccio e dei brividi mi percorsero la schiena, mi aveva sempre impressionata vedere un'ago uscire o entrare in un braccio.

"Non intendevo così, ma... Ormai è troppo tardi." Sbuffò una risata vedendomi intenta ad allontanare tutti i macchinari da me.

Mi lasciai scappare una risata per poi incamminarmi con Lore per mano verso la mia stanza.

Eravamo sdraiati sul letto impegnati nel guardare il soffitto grigio e nel capire cosa mi stesse succedendo.

"Quindi stai vivendo come due realtà diverse?"

"Si, credo."

Non sembrava sorpreso, spaventato, colpito dal mio racconto. Il suo sguardo era impassibile e il suo corpo non accennava ad un movimento se non quello del petto che si alzava e si abbassava mentre respirava.

"E nell'altra realtà chi sei?"

"Mi chiamo Eleonora. Sono in un manicomio a Torino e dicono che te sei stato solo un sogno mentre ero in coma."

"In un manicomio?"

"Si."

"Devi stare simpatica a questi edifici se in due realtà diverse sei sempre rinchiusa in un manicomio."

Ridemmo entrambi mentre gli tirai uno schiaffo scherzoso sulla pancia.

"E quindi sono solo un sogno mentre eri in coma... Quanto sei stata in coma?"

"Quasi tre mesi."

"Wow, è tanto..."

Annuii mordicchiandomi il labbro inferiore.

Sentii le dita di Lore intrecciarsi con le mie e subito dopo mi ritrovai a cavalcioni sopra di lui. Il suo braccio mi aveva portata sopra di lui e ora le sue mani stringevano la mia vita.

Si avvicinò al mio orecchio e iniziò a lasciare baci bagnati sul collo per poi salire e attaccare le sue labbra sul lobo dell'orecchio.

"Ma se sono solo un sogno... Come faccio a fare questo?"

La sua mano passò sotto la maglietta e iniziò a baciarmi con foga e passione, si sentiva che mi voleva.

Portai le mai sul suo petto e gli sfilai la maglia. Mi era mancato.
Riprendemmo a baciarci con ancora più passione. Le sue mani armeggiavano con i gancetti del reggiseno per slacciarlo ancora prima di aver tolto la mia maglietta, mentre le mie dita giocavano con l'orlo dei suoi pantaloni.

Il suo bacino spingeva contro il mio, in modo da sentire la sua erezione contro la mia pancia, dove un calore disumano si sprigionò facendomi gemere.

Le sue dita passarono sul bordo della mia maglia, intente a lanciarla via.

Staccammo le nostre labbra per permettergli di sfilarmi la maglia, diventata ormai di troppo.

Passó davanti ai miei occhi ma appena riuscii a vedere di nuovo non trovai il viso eccitato di Lore.

Ero sul letto della 128, impregnata di sudore dentro alla felpa grigia.

Mi alzai di scatto per guardarmi attorno e per tranquillizzare il battito cardiaco. Il respiro veloce si fece sempre più calmo, fino a tornare normale.

Era solo un altro fottuto sogno.

Appoggiai i gomiti sulle ginocchia e affondai il viso tra le mani. Dei singhiozzi leggeri interrupppero il silenzio creatosi nella stanza.

Perché mi stavo facendo del male da sola? Perché continuo a fare questi sogni?

Sentivo ancora le emozioni che avevo provato fino a pochi istanti prima. Involontariamente portai una mano sul ventre. Sentivo ancora il calore che solo Lorenzo riusciva a procurarmi, mentre i capelli erano scompigliati come quando Lore ci passava le mani mentre mi baciava con foga.

Passai la mano sul collo e sentii una parte un po' umida. Mi ricordai che aveva fatto un succhiotto in quella zona.

Forse non era stato solo un sogno.

Psycho 2//LorenzoOstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora