Capitolo 7

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"Ancora pillole nuove? Davvero?" Sbuffai.

Mi potevo ritenere una brava attrice.

Lo psicologo Maccagni mi aveva rifilato un altro tipo di pillole da prendere. Che, come le altre, sarebbero finite in qualche posto sperduto al di là della recinzione del Torino's House.

"Eleonora. Hai più problemi di quanto credi. La tua malattia sta peggiorando, eliminando piano piano parti del cervello essenziali per restare nel mondo reale."

Corrugai la fronte. Voleva dirmi che stavo confondendo la realtà?

"E con questo che cosa intende dire?"

"Potresti fare dei sogni e non ti accorgeresti neppure che sono sogni. O incubi."

Quasi mi si fermò il cuore. Aveva capito che stavo vivendo due realtà? E che quindi voleva farmi credere ancora una volta che Lorenzo non esisteva?

Non gli avrei permesso di dire che lui era solo un'immagine creata dalla mia mente.
Ma non potevo fargli cedere che forse stavo vivendo esattamente ciò che lui stava dicendo.

"Oh. Per adesso non è successo. Comunque... A che gusto sono le pillole?"

Stranamente mi sorrise compiaciuto. Scrisse qualcosa sul suo taccuino e poi si alzò per andare a prendere il solito contenitore giallognolo con il tappo bianco, uguale a tutti gli altri, dove c'erano le mie prossime pillole da buttare.

"Sono buone tranquilla. Se ci sono dei problemi vieni pure a cercarmi e dimmi tutto."

Annuii e mi alzai dalla sedia per poter uscire dallo studio, ma mi ricordai di una cosa.

"In realtà un problema ci sarebbe..."

"Oh, davvero? Quale?"

"Perchè sono in stanza con Dylan?"

"Perché hanno deciso così." Rispose ovvio.

Sbuffai silenziosamente portando gli occhi al cielo. Mi dava sui nervi questa persona, in un modo assurdo.

Era l'una e avevo una fame incredibile. Andai in mensa con tutti gli altri e presi un vassoio con del cibo, se così si può definire, e mi sedetti ad un tavolo in un angolo della sala.

Sentii lo stridere delle gambe della sedia che venivano trascinate a terra e in un secondo Dylan era accanto a me.

Roteai gli occhi e cercai di concentrarmi solo sul mio pasto.

Stranamente non proferì parola, si limitò solo a osservarmi ogni tanto con la coda dell'occhio credendo non lo avessi visto.

"Dopo... Non so..."

Mi girai verso di lui. Era ansioso e la sua voce tremava. Era imbarazzato?

"Si?"

"Vuoi fare un giro sul retro...con me?"

Sollevò finalmente lo sguardo fino a incastrarlo nel mio. Io cercavo di capire cosa ci fosse sotto, ma sembrava innocente e un po' bambino in quel momento.

"Giuro che non proverò a baciarti." Riprese poi, mettendosi una mano sul cuore mentre l'altra la sollevò.

Mi misi a ridere seguita da lui. Aveva una risata cristallina e un sorriso bellissimo.

Ma a cosa sto pensando?

"Se tieni a bada le tue labbra e i tuoi ormoni allora accetto."

Psycho 2//LorenzoOstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora