Capitolo 15

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Ora sono più incasinata di prima.

Sono stupida, lo so. Ma la cosa peggiore è che questa volta non ero affatto costretta, anzi, l'ho voluto io.

E mi faccio schifo per questo. Ma non solo: mi sono sentita, e mi sento, bene con lui, anche adesso che mi sono appena svegliata abbracciata a lui.

Ma non mi sposto, sto comoda, sto bene, mi sento al sicuro tra le sue braccia.

Dovrebbe essere sbagliato, ma in questo momento non ho voglia di pensare a cosa sia giusto da fare e cosa no.

"Buongiorno."

Mi sorrise con gli occhi semichiusi, ancora assonnati.

Gli sorrisi e lasciai un tenero bacio sul suo mento.

"'Giorno."

"Ci alziamo?"

Ecco. Una semplice domanda ironica per lui, una decisione importantissima per me.

Mi alzo e scelgo Lorenzo, o resto e scelgo Dylan?

Amo il modo in cui il mio corpo combacia con quello di Dylan, ma amo Lorenzo.

"Okay, dai che ho fame."

Mi alzai velocemente dal letto, stranamente piena di energia, e uscii dalla stanza in una corsetta leggera seguita dalle lunghe gambe del ragazzo.

Sorseggiai il caffè ormai divenuto tiepido, mentre osservavo l'ambiente che mi circondava.

Non so il vero motivo, ma oggi ero felice, insolitamente felice.

"Vieni, andiamo a fare una passeggiata in cortile."
Il sorriso contagioso del moro mi avvolse mentre strinse la mia piccola mano nella sua. Mi alzai ed uscimmo dalla mensa.

Oggi era il giorno di prova per Dylan. E per adesso ha fatto passi da gigante.

Ci sedemmo su una panchina riscaldata dai tiepidi raggi primaverili della mattina, godendoci la nascita dei piccoli fiori bianchi e rosa che sbucavano tra le foglie degli alberi e tra i fili d'erba.

C'era calma, silenzio, pace attorno a noi.

Dylan mi fece accomodare tra le sue braccia, stesi le gambe e appoggiai la testa sul suo petto, me tre lui era a gambe aperte, disetese sulla panchina, per far si che rimanessi più vicino possibile a lui.

Guardammo il cielo. C'erano poche nuvole bianche, vidi anche tre rondini volar alte in quella distesa azzurra, mentre dei piccoli passeri cinguettavano accovaciati tra i rami degli alberi di fronte a noi.

"A che pensi?"

Il moro ruppe il silenzio che si era creato.

Sorrisi con ancora gli occhi rivolti al cielo.
"A niente, mi sento libera qui con te. Anche se..."

Sbuffai ripensando allo sguardo distrutto di Lorenzo. Mi faceva male anche se Dylan mi consolava.

"Anche se?" Mi strinse di più a se.

"Ho litigato con Lorenzo, ma ora non importa. Voglio rilassarmi con te."

Psycho 2//LorenzoOstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora