Capitolo 11

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Dylan's pov

"Sveglia!" Le tirai il mio cuscino dritto in testa.

"Mh... Lasciami dormire Lore... Cinque minuti..." La voce era roca e teneva ancora gli occhi chiusi.

Quando pronunciò quel nome mi si spezzò il cuore. Smisi di sorridere e mi sedetti sul letto, abbassando lo sguardo.

Ieri mi sono svegliato con le sue labbra attaccate alle mie. Non mi sono mai sentito così bene e a mio agio in vita mia. Restammo su quella poltrona tutta la notte a lasciarci piccoli e umidi baci sui nostri corpi. Dio se la volevo mia...

Ma ogni volta che stava dormendo o non era molto lucida rovinava ogni cosa dicendo il nome del suo "ragazzo".

Se fosse davvero il suo ragazzo non mi avrebbe baciato. E sinceramente non so se crederle o no, nel fatto che stesse vivendo due realtà diverse.

"Dylan?" Era ancora sotto le coperte con il viso schiacciato sul cuscino, era tenera.

"Mh?" Rialzai lo sguardo verso di lei.

"Ti ho chiamato Lore, non è vero?"

"Si..." Riabbassai lo sguardo distrutto. Non credevo potesse farmi così male una ragazza esile come lei.

"Scusa... Non volevo è che mi svegliavo solo con lui quindi non sono abituata a dire altri nomi la mattina..."

"Tranquilla, non è importante."

"Non è importante? Stai scherzando spero."

Alzó di scatto la testa per guardarmi dritto negli occhi.

"So che lo ami quindi... È inutile."
Mi facevo del male da solo adesso.

"Dylan..." I suoi occhi si addolcirono.

"Puoi dire tutto quello che vuoi su di me, su di noi, su di lui. Ma non dire che non lo ami perché tanto so che non è vero. Lo accetto, okay."
Ma perché non riuscivo stare zitto almeno qualche volta? Cercavo di convincermi ma mi facevo soltanto del male emotivo.

"È vero, lo amo. Ma... Dylan... Tu mi piaci. Ecco l'ho ammesso, sei contento ora?"

Si mise seduta e fece una faccia un po' disgustata e imbarazzata. Mi fece sorridere, non solo l'espressione ovviamente, ma il fatto che avesse detto 'Dylan tu mi piaci'.

Solo contento? Le vorrei dire questo ma non voglio sembrare troppo diretto.

"Quindi io ti piaccio?" Volevo sentirglielo dire di nuovo.

E non solo: volevo che mi baciasse, che mi spogliasse, che mi permettesse di farla mia una volta per tutte.

Si alzò dal letto e venne verso di me. Si sedette a cavalcioni su di me e le strinsi i fianchi per paura che se ne andasse via pochi secondi dopo.

"Tu mi piaci, molto." Teneva gli occhi puntati sui miei, mi stava scavando dentro.

Passai lo sguardo sulle sue labbra socchiuse. Erano rosa e carnose, ma screpolate e tagliate a causa dello stress che accumulava e liberava morsicandole.

Deglutii a fatica e rumorosamente.

Ripresi a contemplare quei pezzi di oceano chiari, quei lapislazzuli incastonati nel suo pallido viso.

Mi avvicinai al suo orecchio per poi sussurrale: "dimostramelo."

Mi allontanai e notai che il sorriso malizioso, comparso sul mio volto, comparve anche a lei.

Le sue labbra sfiorarono il mio collo teso, mentre le mie mani si insinuavano sotto la maglia.

Iniziò a lasciare baci sul collo per cercare un punto dove lasciare un succhiotto. Morse e succhiò avidamente la pelle, mentre nei miei boxer l'erezione cresceva sempre di più.

Quando finì con il mio collo attaccai le sue labbra. Erano morbide e gustose.
Mi sdraiai all'indietro sul letto e la trascinai con me.

Staccammo le nostre labbra per poter levare le maglie di entrambi.

La mia bocca scivoló lentamente sul collo dove lasciai anche io vari succhiotti, per poi scendere ancora fino al seno destro.

Mi girai portandola sotto di me e scesi ancora lasciando una scia di baci che passava in mezzo alla sua pancia. Arrivai all'orlo dei suoi pantaloncini.

Glieli sfilai mentre lei inarcò la schiena sia per aiutarmi a toglierli, sia per il piacere che stava provando.

Le baciai la sua intimità da sopra le mutande. Si lasciò sfuggire un gemito, e quello per me era il via.

Alzó la testa e mi attirò a se per poi togliermi i pantaloni.

La portai con me sotto il lenzuolo e la privai anche degli ultimi indumenti. Lei fece lo stesso con me per poi baciarmi con foga.

Dopo aver infilato il preservativo mi avvicinai alla sua entrata.
Riniziai a baciarla per poi entrare in lei.

Iniziai a spingere delicatamente per poi aumentare sempre di più.

"Dylan..."
I suoi occhi erano chiusi e la sua bocca aperta.

Le baciai il collo tenendola con una mano per un fianco, mentre con l'altra mi reggevo.

Le spinte erano sempre più forti e andai sempre più in profondità.

Le sue unghie mi graffiarono la schiena mentre i miei denti le divoravano le labbra e il collo.

Mi sentivo bene e lei non sa nemmeno da quanto aspetto questo momento, anche se ci consociamo da poco.
Ma la prima volta che l'ho vista, mentre stava aspettando che si liberasse lo studio, l'ho immaginata tra le mie braccia.

Attorcigliò le gambe sul mio bacino per farmi andare ancora più infondo.

Sentii i muscoli irrigidirsi mentre le piccole goccioline di sudore marcavano la pelle di entrambi.

Emettemmo un lungo gemito prima venire entrambi. Uscii da lei e mi accomodai accanto a lei.

Le sorrisi e le baciai il piccolo naso bianco che si ritrovava. Sorrise anche lei e si accoccolò meglio sul mio petto, iniziando a lasciare piccoli baci.

Il mio braccio era appoggiato sopra la sua vita, mentre la mano le stringeva delicatamente il sedere, portandola più vicina a me.

Coprii con il lenzuolo entrambi i nostri corpi nudi prima di lasciarmi andare alla pace più totale assieme ai suoi teneri baci.

"Ora sei convinto che tu mi piaci?"

"Mmh... Non so..."

Mi diede un bacio casto sulle labbra per poi sorridermi e guardarmi negli occhi.

"Si."

Le sorrisi anche io, riprendendo il bacio a stampo che mi aveva dato pochi secondi prima, rendendolo più passionale.

Restammo così tutta la mattinata, saltando anche colazione.

Mi ero fottutamente innamorato di lei. Ero un uomo morto.

Psycho 2//LorenzoOstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora