Capitolo 16

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Quel rumore mettallico l'ho sempre adorato, ma ora più che mai.

Mi alzai dal letto con ancora gli occhi chiusi.

"Buongiorno."

Sorrisi immediatamente. Quei piccoli cerchi in vetro marrone mi travolsero, ancora con l'aria assonnata.

Eravamo nel suo letto, abbracciati sotto le coperte.

Mi sentivo bene. Meglio di come mi sentivo tra le braccia di Dylan. Nessun rimorso, nessun rancore, nessuna emozione, tranne l'amore  che provavo per Lore, presero possesso del mio corpo.

Sentivo il calore che emanava, il suo profumo e, non appena le nostre bocche si incontrarono, anche il suo sapore. Così buono, così intenso.

Nessuno può immaginare come si sentii in quel momento.

Libera di ogni colpa, di ogni brutta emozione. C'eravamo solo noi, in quella stanza grigia con le pareti scrostate, sotto le coperte di quel letto traballante.

Finalmente andammo a fare colazione. Mi mancava il sapore amaron di quel caffè.

Finito di mangiare andai da Mr White. Volevo farla finita una volta per tutte.

Volevo vivere solo una vita: quella con Lorenzo. Lo amavo troppo e mi mancava troppo quando io ero nell'altro mondo.

"Sophie! Raccontami tutto quello che vuoi."

Mi accomodai nella solita poltrona davanti alla sua scrivania.

"Voglio farla finita."

Strabuzzò gli occhi e mi guardò impaurito. Lo guardai stranita per la sua espressione. Ma che avevo detto di male?

"Cosa?!"

Poi capii. I miei neuroni si accesero e saltai sulla sedia con gli occhi spalancati anche io.

"No, no, no. Non intendevo in quel senso. Cioè più o meno. Voglio restare solo in una realtà, senza essere sballottata da un mondo all'altro."

Si rilassò buttandosi a peso morto sulla sua poltrona enorme.

Sbuffò un sospiro di sollievo e rivolse gli occhi al soffitto portandosi una mano sul cuore.

"Sophie... non puoi farmi prendere questi colpi. Credevo volessi suicidarti."

Risi appena per poi ridiventare seria, quasi disperata.

"Come posso fare?"

"Non te lo posso dire ora, priam devo fare alcune ricerche che richiederanno del tempo."

Mise a posto alcuni fogli all'interno di un cassetto.

"Quanto tempo?" Inghiottii a fatica, impaurita dalla risposta che poteva darmi.

"Non lo so di preciso, può volerci una settimana o anche un anno."

"Un anno?" Mi mancò l'aria.

Non potevo farcela. Un anno era troppo. Io volevo passare la vita con Lorenzo ed essere sballottata da una realtà all'altra non aiutava di certo.

"La prego, lo scopra al più presto possibile."

Ringraziai lo psicologo ed uscii dallo studio.

Ritornai in camera sconcertata dove mi aspettava Lore.

Appena lo vidi seduto sul letto con il solito libro in mano sorrisi, allontanando tutte le preoccupazioni.

"Hei."

Mi avvicinai a lui e mi accoccolai al suo petto. Mi strinse tra le sue braccia e mi lasciò piccoli baci sulla testa, quelli che mi dava quando era felice e calmo. Quelli che mi sono mancati un casino.

Le ore passarono abbastanza in fretta, avevamo già finito di mangiare e ci stavamo facendo una piccola passeggiata tra i corridoi, mano nella mano.

Ad un certo punto un dolore improvviso e lancinante mi pugnalò allo stomaco. Feci fatica a respirare e tutto quello che avevo mangiato poco prima risalì nella mia gola.

Corsi e arrivai in bagno appena in tempo per vomitare. Iniziò a girarmi la testa e sentii la voce di Lorenzo dire il mio nome al di fuori del bagno, sempre più sfocata, più leggera.

Non volevo addormentarmi o svenire, avevo paura di risvegliarmi accanto a Dylan. Così mi alzai a fatica reggendomi sulle pareti del bagno.

Il dolore allo stomaco non cessava, ma la nausea era sparita.

Uscii lentamente dal bagno e mi aggrappai al corpo di Lore, davanti a me.

"Soph! Che succede?"

"Non... non lo so."

Mi portò subito in infermeria e mi distesi sul letto. Mi sentivo stanca e morente.

"Dormi piccola, devi riposarti."

Mi lasciò un bacio sulla fronte e si sedette su una sedia accanto al lettino.

"No, non posso... Lore non voglio."

Cercai invano la sua mano, facendo fuoriuscire il braccio dal letto. Non servì molto tempo per addormentarmi.

"Che cosa?! Ma... di quante settimane?"

Non sentivo nitidamente, ma riuscii a riconoscere la voce di Lore e quella femminile dell'infermiera.

"Di due settimane."

"Due settimane? Oh mio dio... può... può lasciarci soli, per favore?"

"Si, certo."

Sentii il tonfo causato dal corpo del moro sulla sedia. Poi uno sbuffo sonoro. Infine riuscii ad aprire gli occhi dopo vari tentativi.

"Lo-Lore..."

"Soph!"

Si avvicinò al mio viso e mi stampò un lungo bacio sulle labbra. Era visibilmente nervoso, quasi impaurito.

"Che mi è successo?"

Non mi guardava negli occhi, mi preoccupai. Solamente quando era dispiaciuto o c'era qualcosa che non andava non mi guardava negli occhi.

"Lore?"

Mi tirai su a sedere. Gli strinsi la forte la mano per dargli forza, era fredda, molto fredda.

"È complicato da spiegare... non... non prenderla male."

Mi preoccupai ancora di più. Il cuore mi batteva all'impazzata fino a farmi male, il petto si alzava e si abbassava velocemente e iniziai a sudare freddo.

"Lore ti prego, dillo e basta."

"Sophie... tu... tu..."

Alzò la testa per guardarmi negli occhi. Vidi una scintilla di preoccupazione mista a felicità.

Poi lo disse. Il mondo sotto ai miei piedi crollò e io caddi assimee a tutti i pezzi.

Le mani lasciarono quelle di Lore per poterlo abbracciare.

Non sapevo sinceramente se ero felice, preoccupata, triste.

Ero terrorizzata. Sentivo solo la paura. Paura causata da solo due semplici e corte parole.

"Sei incinta."

Psycho 2//LorenzoOstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora