Capitolo 27

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Stavo aspettando da circa cinque minuti cosa mi dovesse raccontare la mia migliore amica.
Poi si decise.
Lea: "in pratica avevi visto un ragazzo che assomigliava a Benji che si trovava dall'altra parte del marciapiede ma molto lontano, stavi correndo verso di lui e non ti sei resa conto che stava passando un'auto, ti avevo gridato di ritornare indietro e che non era Ben perchè qualche minuto prima aveva pubblicato una foto e alle spalle si vedeva il duomo di Milano... " prese un bel respiro per continuare "...tu non mi hai dato ascolto e il ragazzo in auto stava anche correndo e quindi ti ha investita, hai sbattuto la testa e sei finita qui in ospedale. Sono tre giorni e siccome non davi miglioramenti, i dottori volevano staccarti la spina proprio oggi ma li ho chiesto se si poteva ancora aspettare un altro giorno. Mi hanno dato retta ed ora ti sei svegliata, adesso dovrei andare a dirlo all'infermiere"
Io: "ok"
Mi abbracciò ed uscì dalla camera.

Entrò nella stanza un ragazzo, che forse aveva trent'anni, seguito da Lea.
Lessi sul cartellino il nome Riccardo.
Dottore: "mi dica signorina come si sente?"
Io: "un pò di mal di testa"
Dottore: "le fa male da qualche altra parte come il braccio?"
Io: "no, solo la testa"
Dottore: "va bene, domani le faremo qualche controllo per vedere se è tutto apposto e poi potrà uscire, non fare sforzi per oggi tanto c'è la sua amica"
Io: "certo"
Se ne uscì e Lea mi domandò: "vuoi qualcosa da mangiare?"
Io: "un pacco di kit kat"
Lea: "della serie stai super bene" e si mise a ridere e di conseguenza anche io.

Ritornò con quello che avevo chiesto e lo mangiai.
Io: "mio padre e mia madre dove sono?"
Lea: "hanno chiesto ai loro capi se potevano avere qualche giorno libero ma non glielo hanno dato, ma hanno detto che per domani vengono"
Io: "va bene, sai Lea ho voglia di ascoltare un pò di musica, qui c'è troppo silenzio"
Lea: "sono le 14 e la gente qui a quest'ora dorme"
Io: "ma mica dobbiamo alzare il volume al massimo da farci sentire anche dall'altra parte dell'Italia"
Lea: "eccoti accontentata"
Prese il suo Iphone, cliccò riproduzione casuale e ascoltammo tutte le canzoni che aveva scaricato la mia amica.

Il giorno dopo fui svegliata presto dai dottori pronti per i controlli.
Non avevo niente: nessuna lesione, niente fratture e il mal di testa era anche terminato.
Il pomeriggio mi avrebbero fatta uscire.
Ritornai a casa con i miei genitori che si scusarono per non avermi raggiunto prima, ma sapevo che la vera colpa era dei loro capi e i miei non c'entrano nulla.
Lea più tardi mi raggiunse a casa tutta euforica e un pò arrabbiata.
Lea: "signorina la prossima volta deve rispondere al telefono quando la chiamano, intesi?"
Io: "scusa Lea ma non ho badato per niente al cellulare e credo che sia ancora spento"
Lea: "stavolta sei perdonata, comunque volevo dirti che fra due settimane Benji e Fede verranno qui alla Feltrinelli per l'autografo dell'album"
Io: "oddio, veramente?"
Lea: "si e siccome è di mercoledi salteremo la scuola e non provare a ribattere che ci vorresti andare dopo, altrimenti ti porto fin lì con la forza"
Io: "ok, passami il telefono è nella valigia"
Lea: "agli ordini"
Andai sui social e trovai la notifica del post dei ragazzi con su scritto le prossime date.
Esitai un momento e poi lo dissi ai miei che hanno risposto con "non fa niente se per un giorno salti la scuola, tanto tu non fai mai assenze" e li sono saltata praticamente sopra.
Continua..

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