Capitolo 11

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POV BUCKY

Che nottataccia. Sono andato a letto tardi e non ho chiuso occhio. Non ho fatto che pensare alla storia che ieri Steve e Nat ci hanno rivelato. È stato un colpo basso scoprire il passato che si cela dietro le capacità di Talia e i suoi veri genitori. Abbiamo scoperto che il suo vero padre, Kevin Cole, lavorava per lo S.H.I.E.L.D. ed è stato preso come cavia dall'Hydra per potenziarlo tramite esperimenti e farlo diventare un arma assassina. Ha subito le mie stesse atrocità. Kevin è stato poi ritrovato dallo S.H.I.E.L.D. e fatto ritornare alla normalità dopo anni di terapie; ma proprio quando tutto sembrava essere finito, qualche anno dopo l'Hydra ha fatto irruzione nella sua abitazione per catturarlo di nuovo, questa volta anche con Talia, nata con il DNA modificato e con delle abili capacità, che durante l'evento aveva solo tre anni. Kevin per proteggere sua figlia ci ha rimesso la vita, e la madre, Katherine Dolen, sapendo che la vita della piccola era in pericolo, la affidò alle uniche persone di fiducia che conoscevano: Bill e Martha, anche loro ex agenti dello S.H.I.E.L.D. che si sono presi cura di Talia. In tutto questo lei è stata adottata, la sua mamma biologica non si sa che fine abbia fatto, è all'oscuro del suo passato e dell'origine dei suoi poteri ed è ancora ricercata. Ho paura per lei, ma noi tutti ci siamo coalizzati per proteggerla. Se quei bastardi osano soltanto toccarla dovranno vedersela con me e passare sul mio corpo. Uff, sono distrutto. Mi siedo sul bordo del 'letto' e mi passo le mani tra i capelli. Devo cercare di non pensarci e di mantenere il controllo, ma si tratta di lei e non ci riesco. Mi alzo e guardo l'orario: sono le nove del mattino. Il salotto è ancora immerso nel buio e la casa è silenziosa. Non è una novità; ho il sonno leggero e sono sempre il primo a svegliarsi. Sono anni che non dormo come si deve. Faccio per dirigermi nel mio bagno, ma la mia stanza è al momento occupata da Talia, che starà sicuramente dormendo come tutti gli altri. Userò momentaneamente il bagno vicino la cucina.
Finito di fare quello che devo mi ricordo che io dormo solo con un pantalone della tuta. Ho sempre caldo, ma quando faccio colazione mi metto una maglietta per coprirmi il dorso. Non posso stare con la presenza di tutti a petto nudo, ma c'è un problema: dovrei andare a prendere la maglia che sta nell'armadio in camera. Cosa faccio? Da una parte vorrei andarci per vederla, per sentirmi più sicuro, e poi necessito di una maglietta; ma dall'altra parte mi dispiacerebbe svegliarla. Ma il mio istinto mi dice di andare, e non faccio in tempo a connettere il cervello ai movimenti che la mia gamba fa già il primo passo. Piede dopo piede mi ritrovo di fronte alla porta. Metto la mano sulla maniglia e la abbasso aprendola, facendo attenzione a non farla scricchiolare, e una volta dentro la richiudo. La stanza è leggermente inondata dalla luce del sole che filtra da una delle finestre rimasta con la serranda alzata. E lì, proprio sul mio letto, giace il corpo coperto e rannicchiato di Talia, che come pensavo dorme serenamente. Mi avvicino leggermente per osservarla un po' più da vicino: i raggi del sole illuminano il suo volto che sembra assomigliare ad un tenero cucciolo. Che spettacolo. Mi sento più rasserenato ora, e sorrido. Ma adesso meglio mantenere le distanze, non vorrei si sentisse osservata. Mi dirigo verso l'armadio e apro un'anta. Inizio a rovistare per cercare una maglietta da mettermi, e nel mentre che la cerco sento il rumore delle lenzuola strusciare e il materasso muoversi. Talia si sta per svegliare.


POV TALIA

Sento un calore inondare il mio viso. Mi sento riposata e in forma per poter affrontare al meglio questo nuovo giorno. Mi agito nel letto e mi strofino gli occhi. Faccio uno sbadiglio e lentamente mi siedo poggiando la schiena sul bordo del letto. Mi stiracchio bene e apro meglio gli occhi ancora appiccicati. Un momento...ma quello è per caso James a petto nudo?!? –O mio dio..- sussurro impanicata per non farmi sentire, ma nel mentre che mi agito do una gomitata al comodino –Ahi..merda...- impreco portandomi il gomito al petto e massaggiandolo con la mano.
–Buongiorno- mi saluta James con un sorriso accorgendosi del mio risveglio. Ok, prima figuraccia fatta, ma tu caro Bucky non puoi permetterti di farmi prendere un infarto di primo mattino presentandoti nella tua camera a petto nudo e con gli addominali in bella mostra e con quel sorriso che ogni volta mi uccide.
–Buongiorno- ricambio continuando ad imprecare mentalmente. Porca miseria che corpo scolpito...
-Em..che ci fai qui?-
–Fino a prova contraria è la mia stanza, e avevo bisogno di una maglietta-. Già, che domanda stupida. Ma per me la maglietta puoi anche non indossarla...oddio, cosa penso?
-Ah...si, giusto...bene- dico parlando a monosillabi.
–Ti sei fatta male?- Mi chiede indicandomi il gomito che ho ancora poggiato al petto. La mia faccia ricoperta da un ghigno di dolore parla da sola. Wow, quanto è bello...vorrei restasse fisso a contemplare l'armadio per ore senza mai trovare una maglietta. Ma il mio desiderio non viene ascoltato. Lui riesce purtroppo a trovare una t-shirt da indossare e richiude l'anta; ma prima di mettersela addosso e ricoprire quel suo corpo scolpito da bronzo di riace, mi lancia un occhiatina alzando un sopracciglio. Solo ora mi rendo conto di essere rimasta a fissarlo con le pupille dilatate e probabilmente con la bava alla bocca.
–Oh...em...io..credo di dover andare a prepararmi- svago molto impacciatamente.
–Guarda che gli allenamenti iniziano alle undici- mi ricorda mettendosi la maglietta con quei movimenti estremamente sexy e facendomi prendere fuoco. Decido dunque di guardare l'orario dalla sveglia posata sul quel maledetto comodino che poco prima mi ha ferita al gomito. –Merda..- sussurro nuovamente a bassa voce. Sono soltanto le nove e mezza. Cosa devo fare? Restare in questa stanza con LUI e continuare con le figuracce? Non che a me dispiaccia la sua compagnia...
-Em..bhe, noi donne richiediamo molto tempo per i preparativi...- dico mettendomi seduta. In qualche modo devo scappare da questa situazione che mi sta facendo venire la tachicardia.
–Non credo che tu abbia bisogno di due ore e mezza per prepararti- commenta James. Infatti ha ragione. È vero che noi donne ci impieghiamo molto tempo, ma due ore e mezza mi bastano e avanzano, ma non riesco a stare un secondo di più in questa stanza con lui, perché sto sudando e sto per diventare la torcia umana!
–Bhè..si, forse hai ragione, ma devo prendere le cose dagli scatoloni. Ho bisogno di una maglietta anche io..e devo lavarmi, e fare colazione...- inizio ad elencargli alzandomi dal letto e dirigendomi verso la porta
–Guarda che hanno chiuso la tua stanza a chiave-. Ah, che bella notizia...e ora? –Fantastico- mormoro.
–Se vuoi ti presto una maglietta io-.
Mi giro di scatto guardandolo. Seriamente mi presterebbe una sua maglietta? –Sei sicuro?- gli chiedo. Lui annuisce. Riapre l'anta ed estrae un'altra t-shirt. Me la lancia e la prendo al volo.
–Grazie-
–Puoi anche usare il mio bagno, e se dopo ti va...possiamo iniziare a fare colazione- mi propone grattandosi la nuca. CHE TENERO!!!! Sto per morire... e me lo chiede anche? Certo che accetto!
–Si, va benissimo- acconsento con un grande sorriso sul volto.
–Allora...ti aspetto in salotto- ed esce dalla stanza. Non appena fuori inizio a fare i salti di gioia e ad annusare il suo profumo sulla maglietta. Ma cosa mi prende? Perché mi sento così ogni volta che lo vedo o che gli parlo? Non lo so, non riesco a capirlo, ma la mattinata è già iniziata alla grande e non vedo l'ora di scoprire cos'altro succederà.

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