Capitolo 24

217 11 6
                                    



-Allora Talia, ricordi come hai fatto ad estraniare la forza?- mi interroga Wanda girovagando nello studio del dottor Banner, mentre sono seduta al centro della stanza su di una poltrona d'ufficio. 

–Non ricordo, l' ho fatto e basta- rispondo afflitta, incapace di ricordare altro.
–E sai per caso di che materiale era fatto, o il colore?- domanda
–Non era proprio concreto, te l'ho già detto. Era come una sorta di campo invisibile, con delle onde che dall'epicentro si sono propagate...e poi sono crollata- spiego alla ragazza che continua a camminare avanti e indietro senza sosta, con una mano portata al mento, e lo sguardo intento a soppesare.
–Devi riuscirci di nuovo- imposta infine, nettamente.
–Ma come? Non so neanche da dove cominciare!- le rendo noto interdetta. A tal punto si avvicina a me, piegando leggermente il gomito verso l'alto e aprendo il palmo della mano, per poi compiere dei movimenti convulsi, ma leggiadri, con le dita, e creare una sorta di 'palla' rossa luminescente, riuscendo a dominarla perfettamente e lasciandomi incantata dalla sua maestria.
–Sai, all'inizio non sapevo neanche io da dove cominciare, ma con il tempo ho imparato a padroneggiarla, e rendermi conto che ormai era una parte di me- esordisce ritirando la 'magia' e rivolgendosi nuovamente a me –questa tua nuova potenzialità è molto simile alla mia. Non sai come dominarla per ora, ma fa parte di te. Ce l'hai dentro. Devi solo capire come fare a sprigionarla- mi esorta dolcemente, facendo accrescere la mia determinazione. Ha ragione, non so come comandarla per ora, e non mi aspetto certamente di riuscirci all'istante, ma fa parte di me. Devo solo capire come fare per tirarla fuori.
–Okay...- mormoro infine, chiudendo gli occhi e concentrandomi, rivivendo quel momento e cercando di percepire le emozioni che mi hanno portata a sprigionare quella forza arcana.

E rivedo le torture, la sofferenza, la pietà. Il dolore, la rassegnazione, la morte...
-Talia- sento un'eco lontano pronunciare il mio nome, ma non mi distacco, e continuo a concentrarmi. Mi estraneo da ciò che mi circonda, precludendomi nei miei ricordi, nei meandri dei miei pensieri.
–Talia- percepisco nuovamente. Rimango impassibile, ancora non è il momento. Inizio a percepire qualcosa, una sensazione di scombussolamento interiore. Mi sforzo sempre di più tentando di sprigionare questa sensazione, facendola espandere verso l'esterno.
–Talia, devi smetterla, ADESSO- mi supplica una voce allarmata, ma è come se non ci riuscissi. Il calore invade il mio corpo, sento il sudore fuoriuscire impellente dalla fronte, la stretta delle mani sui manici della sedia si fa più salda e poi...


Sobbalzo udendo un rumoroso tonfo e riapro gli occhi. Cocci di vetro ricoprono il pavimento, fogli e documenti sparsi ovunque, e Wanda paralizzata alle mie spalle intenta a fare leva con il suo campo per impedire che dei pezzi di vetro appuntiti si conficchino nella mia testa. Mi sposto velocemente dalla sedia, e Wanda, sfinita dallo sforzo, li rilascia.
–O mio Dio- sussurro desolata e guardandomi intorno, scioccata.
–Sono stata io?- domando incredula.
Ricevo un cenno di conferma da parte di Wanda, ancora con il fiatone.
–Ma come è successo?- chiedo avvicinandomi a lei, calpestando i vari detriti.
–Hai perso conoscenza e sei entrata in stato catatonico. Hai iniziato ad agitarti e ad avere le convulsioni, e poi...hai sprigionato qualcosa. Qualcosa di molto potente- risponde calcando le ultime parole.
–Vuoi dire...vuoi dire che sono riuscita a sprigionare l'energia?-
-Una parte, più o meno- precisa
-E...e come ho fatto ha combinare tutto questo?- domando indicando la stanza a soqquadro.
–A quanto pare abbiamo a che fare con qualcosa di estremamente superiore alle aspettative- constata ambiziosa.
–Abbiamo molto su cui lavorare, ragazzina-

Una settimana dopo

The new AvengerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora